Avvelenati dai funghi, morta anche la maestra dopo un mese di agonia

Tiziana Dantini (foto Sciurba)
Tiziana Dantini (foto Sciurba)
di Chiara Rai
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Domenica 14 Ottobre 2018, 11:31 - Ultimo aggiornamento: 16:06
Un mese di agonia, un trapianto di fegato per tentare di salvarle la vita ma alla fine non ce l'ha fatta ed è morta anche Tiziana, la figlia di Giancarlo Dantini e Giuseppina Borriello, la coppia di anziani uccisa da un pranzo, in casa, a base di funghi killer, ingeriti da una famiglia di Rocca di Papa. Tre vittime e tre intossicati a causa dall'Amanita Falloide, tra le specie più velenose, molto simili agli ovuli e pericolosissimi.

COMUNITÀ SCOSSA
Scossa l'intera comunità dei Castelli. C'è chi ancora non si spiega come persone cresciute in un paese immerso nei boschi abbiano potuto fare un simile errore. Nel frattempo la Forestale di Velletri ha intensificato i controlli per verificare che la raccolta di funghi sia fatta da persone con il patentino. Anche il Parco Regionale dei Castelli Romani ha incrementato la campagna informativa sulla corretta raccolta e sui pericoli che si corrono se non si conoscono le varie specie di funghi. Giancarlo, 78 anni, pensionato, era appassionato di funghi ma non aveva il patentino. Il 6 settembre ne aveva raccolti un cestino in località Barbarossa, vicino Monte Cavo. Era convinto che fossero ovuli. Poi la moglie Giuseppina, 72 anni, cuoca, li aveva cucinati il giorno dopo per un pranzo in famiglia: a tavola erano in sei. Dopo qualche ora i sintomi di un'intossicazione acuta: vomito e forti dolori di stomaco. Dopo cinque giorni di agonia i due anziani coniugi sono morti per «insufficienza multiorgano acuta provocata da ingestione di Amanita Falloide».
Al pranzo c'erano anche la figlia della coppia, Tiziana Dantini, maestra elementare 47enne, deceduta venerdì pomeriggio mentre la nipote di 16 anni, che ne aveva mangiati pochissimi, si è salvata dopo il ricovero al Bambino Gesù. Poi la sorella di Giancarlo, M. G. D., 74 anni e la figlia 36enne di lei, F. F., che lavora in uno studio di commercialisti. Anche loro si sono miracolosamente salvate dopo giorni in terapia intensiva: «Non ce la facciamo a parlare, è stata una tragedia. Ci sono tanti amici e parenti che oggi sono venuti per le condoglianze. Non ci sono parole, siamo chiusi nel nostro dolore», riescono solo a dire le sopravvissute. Ieri pomeriggio ad aprire il cancello della palazzina vicina al centro di Rocca di Papa è la sorella di Giancarlo, contornata da parenti. Il dolore è troppo grande, ha gli occhi lucidi, non ce la fa a parlare. Gli altri familiari non sono in casa, si trovano al policlinico Umberto I dove la maestra è appena morta.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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