Investimenti con le Zes: in arrivo commissari con poteri straordinari

Investimenti con le Zes: in arrivo commissari con poteri straordinari
di Oronzo MARTUCCI
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Lunedì 12 Luglio 2021, 05:00

I porti del Mezzogiorno si confermano una risorsa strategica per il Paese e con 207 milioni di tonnellate di merci gestite nel 2020 hanno inciso per il 47% del totale sul traffico italiano. Le imprese del Mezzogiorno utilizzano, nei loro rapporti internazionali (import-export) la via marittima in modo più intenso del Paese. Tant’è che il 57% dell’interscambio del Sud avviene via mare (per un valore pari a circa 42 miliardi di euro) contro il 33% del dato Italia. La partenza concreta delle Zes collegate ai porti è una occasione straordinaria per rafforzare la ripresa, soprattutto tenendo conto dei poteri che il governo ha affidato ai commissari nelle Zone economiche speciali e le ulteriori procedure di semplificazione introdotte, in particolare l’Autorizzazione unica, con il decreto legge 77 entrato in vigore il primo giugno 2021. È questo il quadro che è emerso dal webinar organizzato nei giorni scorsi dal Centro studi Srm Mezzogiorno collegato a Banca Intesa.

LA SITUAZIONE IN PUGLIA
In Puglia sono due le Zes, definite, ma non pienamente operative: la interregionale Puglia-Basilicata che fa riferimento all’Autorità di sistema portuale dello Jonio e al porto di Taranto, ha ottenuto la nomina del commissario Zes, Giampiero Marchesi, nel mese di dicembre 2020; la seconda, interregionale Puglia-Molise, fa riferimento all’Autorità portuale dell’Adriatico meridionale e ai porti di Bari, Brindisi,Manfredonia, Barletta e Monopoli, ma non ha mai ottenuto la nomina del commissario al quale spetta il compito di coordinare e presiedere il Comitato di gestione della Zes. Il compito di presidente del Comitato di gestione è stato svolto sinora, proprio in assenza di un commissario, dal presidente dell’Autorità portuale adriatica, Ugo Patroni Griffi. Il quale ha convocato il Comitato di indirizzo della Zes per la fine del mese e con ogni probabilità sarà l’ultima riunione senza commissario.

IL DECRETO
Il decreto 77 prevede che i commissari che non vengano confermati entro 60 giorni dalla entrata in vigore del decreto (cioè entro la fine di luglio) decadono dalla carica. Il compito di nominare i commissari spetta al presidente del Consiglio dei ministri. I nomi vengono proposti dal ministro per il Sud, Mara Carfagna, d’intesa con i presidenti delle Regioni. L’intesa deve essere perfezionata entro 60 giorni dalla proposta. In assenza di intesa tocca al Consiglio dei ministri formalizzare la nomina.
«Nella prossima riunione del Comitato di indirizzo, discuteremo delle linee guida per rendere chiaro il ruolo della Regione nel procedimento che permetterà la piena operatività delle Zes grazie al rilascio da parte del Commissario dell’Autorizzazione unica, la quale assorbe e contiene tutte le autorizzazioni e i pareri necessari per far partire gli investimenti. Stiamo lavorando per fare in modo di rendere efficiente il procedimento legato alla Autorizzazione unica. Nel Comitato Zes ci occuperemo anche di verificare quali altre zone franche doganali intercluse è possibile realizzare nelle aree portuale e retro portuali dell’Autorità di sistema», ha concluso Patroni Griffi. Le Zone franche doganali intercluse sono state già definite nel porto di Brindisi e alcune hanno ottenuto il riconoscimento dell’Agenzia delle dogane. Ora si tratta di decidere sulle altre zone franche del sistema portuale. 
Anche a Taranto sono state individuate zone franche doganali per circa 160 ettari. Ci sono ritardi invece per quanto riguarda le decisioni dei Comuni nei quali ricadono aree Zes. Dovrebbero adottare un kit localizzativo nel quale definire chiaramente ulteriori vantaggi fiscali e semplificativi da concedere agli investitori per convincerli a scegliere il territorio di riferimento. Ma non vi è in Puglia una sola amministrazione che abbia deciso a proposito e adottato delibere di riferimento.
Il rafforzamento del sistema della Zes va di pari passo con gli investimenti collegati al Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza) all’interno del quale sono state stanziate risorse per 630 milioni di euro.

Si tratta di investimenti infrastrutturali che mirano ad assicurare un adeguato sviluppo dei collegamenti delle aree Zes con la rete nazionale dei trasporti, ed in particolare con le reti Trans Europee (TEN-T). Gli economisti di Srm hanno evidenziato durante il webinar che il Pnrr pone l’accento alla necessità di rafforzare le urbanizzazioni primarie: in alcune aree produttive i tavoli regionali hanno accordi con operatori economici pronti ad investire, che pongono però come condizione la dotazione di infrastrutture delle aree individuate, così come negli altri strumenti di regolazione tipo piani regolatori comunali e piani paesaggistici regionali.

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