Zes, nel Dl Recovery ecco lo sportello digitale e più forza ai commissari. Ma restano i ritardi per l'operatività in Puglia

Zes, nel Dl Recovery ecco lo sportello digitale e più forza ai commissari. Ma restano i ritardi per l'operatività in Puglia
Zes, nel Dl Recovery ecco lo sportello digitale e più forza ai commissari. Ma restano i ritardi per l'operatività in Puglia
di Oronzo MARTUCCI
4 Minuti di Lettura
Martedì 2 Novembre 2021, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 11:25

A distanza di meno di 5 mesi dal Decreto semplificazioni approvato dal Consiglio dei ministri il 31 maggio 2021 e convertito in legge il 28 luglio che contiene norme per rafforzare l’attrattività delle aree produttive collegate ai porti dl Mezzogiorno, il 27 ottobre scorso lo stesso Consiglio dei ministri ha approvato un altro decreto-legge che contiene disposizioni urgenti per l’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e per la prevenzione delle infiltrazioni mafiose (detto dl Recovery) all’interno del quale sono contenute altre norme relative alle Zone economiche speciali. Le quali, è il caso di sottolinearlo, a distanza di 4 anni e 3 mesi dalla legge che ne prevede l’istituzione (pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale il 2 Agosto 2017 e ha per titolo misure urgenti per il rilancio del Mezzogiorno) non sono ancora divenute operative.

Ogni ministro per il Sud, il quale ha il coordinamento delle iniziative collegate alle Zes, chiede ulteriori procedure semplificative, nuovi finanziamenti che vadano al di là del solo credito di imposta previsto dalla legge del 2017 e il rafforzamento dei poteri dei commissari ai quali è stato affidato il compito di presiedere il comitato di indirizzo delle Zes. Ma tanti provvedimenti legislativi sullo stesso argomento e l’intenzione di snellire le procedure collegate a nuovi investimenti contrastano con la realtà. Per fare un esempio: il governo non ha ancora nominato il commissario della Zes che fa riferimento all’Autorità di sistema portuale dell’Adriatico meridionale (porti di Bari, Brindisi, Manfredonia, Barletta e Monopoli) e alle aree produttive funzionalmente collegate che si sviluppano lungo la costa dal Molise sino alla intera provincia di Lecce.

Le novità del decreto

In ogni caso, il Decreto legge Recovery approvato il 27 ottobre contiene alcune norme promosse dal ministro per il Sud e la Coesione territoriale, Mara Carfagna. Una norma prevede l’istituzione dello “sportello unico digitale” per le aree Zes che, spiegano presso il ministero, “rappresenta una norma abilitante prevista dal Pnrr, alla quale occorre dare attuazione entro il 31 dicembre 2021” Il dl Recovery consente la realizzazione di uno sportello unico digitale, una piattaforma attraverso la quale le imprese che intendono presentare un progetto di insediamento in un’area Zes possono inoltrare la richiesta di Autorizzazione unica, istituita con il decreto legge approvato il 31 maggio 2021.

Fino a quando lo sportello digitale non sarà effettivamente operativo, la richiesta può essere presentata allo Sportello Unico per le Attività Produttive (Suap) competente territorialmente.

Sono anche stati rafforzati i poteri del commissario Zes. In particolare, “se in sede di tavolo unico non si riesce a superare il dissenso di qualche amministrazione rispetto alla conclusione di un procedimento, il ministro per il Sud indice - a seguito di una relazione motivata del Commissario Zes - una riunione tecnica per giungere a una soluzione condivisa. Qualora questa non fosse ancora possibile nemmeno in questa nuova sede, il ministro rimette la questione al Consiglio dei ministri”. Il Commissario Zes partecipa inoltre alla conferenza di servizi chiamata a esaminare le richieste di valutazione di impatto ambientale (Via) e, in caso di valutazioni contrastanti tra le amministrazioni competenti, può chiedere al ministro per il Sud e la Coesione territoriale di rimettere la questione al Consiglio dei ministri.

È stato, infine, prorogato al 31 dicembre 2023 il termine concesso ai Comitati di indirizzo delle Zes per la perimetrazione delle zone franche doganali, che possono essere istituite nell’ambito delle Zone economiche speciali. Il presidente dell’Autorità di sistema portuale dell’Adriatico meridionale, Ugo Patroni Griffi, che è anche presidente del Comitato di indirizzo (in attesa che in quell’organismo venga sostituito dal commissario Zes) ha però operato per tempo, tant’è che nell’area del porto di Brindisi sono state perimetrate 4 zone franche doganali per una estensione di circa 40 ettari e una zona franca di 12 ettari, nell’area portuale di Capobianco, ha ottenuto a marzo 2021 il decreto di istituzione da parte del Direttore generale dell’agenzia delle dogane.

Quindi, è pronta ad accogliere chi ritiene di investire in zone Zes rafforzate come zone franche doganali che garantiscono anche di operare senza dazi e Iva nella lavorazione di merci provenienti e destinate a Paesi extra Ue. Si tratta di una ulteriore occasione attrattiva per gli investitori, ma che di fatto sinora non ha portato risultati. Per dire: c’è grande attenzione del governo per le Zes e le Zone franche doganali, ma i risultati sinora sono stati davvero pochi nonostante ogni intervento legislativo abbia l’obiettivo di semplificare gli interventi e attrarre investitori.

© RIPRODUZIONE RISERVATA