Xylella, al lavoro per ricostruire il paesaggio devastato dal batterio: ecco come

Xylella, al lavoro per ricostruire il paesaggio devastato dal batterio: ecco come
di Alessandra LUPO
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Domenica 15 Maggio 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 19:24

Come ci immaginiamo la Puglia meridionale tra pochi anni, dopo la desertificazione creata dalla Xylella? Un primo passo concreto nella “riscrittura” del paesaggio rurale nelle province di Lecce, Brindisi e Taranto, l’antica Terra d’Otranto accomunata non solo da caratteristiche fisiche e colturali ma anche dal dramma degli ulivi, è stato fatto ieri con la firma del protocollo d’Intesa tra Regione Puglia e Dajs, il Distretto Agroalimentare di Qualità Jonico Salentino. L’obiettivo è un “Piano di rigenerazione sostenibile dell’agricoltura nei territori colpiti da Xylella fastidiosa”. Il protocollo - sottoscritto ieri mattina al Museo Castromediano di Lecce alla presenza di una nutrita rappresentanza della Regione, del mondo accademico e di quello dell’agricoltura - avvia le azioni sinergiche necessarie a far ripartite l’agricola e il paesaggio negli oltre 7mila chilometri quadrati bruciati dalla xylella, un’area grande quasi sette volte Roma. 

Il piano


Il Piano di rigenerazione parte dagli investimenti in progetti pilota di oltre 75 aziende, su terreni gravemente colpiti dalla xylella. Si va da un piano di marketing territoriale unico alla promozione delle aziende zootecniche biologiche, fino alla riforestazione delle aree marginali, attraverso una mappatura da parte dei comuni interessati. Investimenti che puntano alla diversificazione delle colture che non è più un tabù, ma anche all’innovazione e alla sostenibilità, legati da un progetto trasversale di ricerca supportato da oltre 50 enti tra cui i più importanti della regione: Università del Salento, Istituto Agronomico Mediterraneo (Ciheam), Centro euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici (Cmcc), Centro Nazionale Ricerche (Ipsp - Cnr), Università degli Studi di Bari (Uniba), Politecnico di Bari (Poliba).
Alla firma del protocollo hanno partecipato il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, l’assessora all’Ambiente, paesaggio e urbanistica, Anna Grazia Maraschio e l’assessore all’Agricoltura Donato Pentassuglia, oltre al rettore dell’Università del Salento, Fabio Pollice e il presidente del Dajs Pantaleo Piccinno.

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La Regione


«All’inizio dell’emergenza era impossibile anche parlare della malattia senza essere aggrediti dalle due fazioni in campo – ha commentato Emiliano – ma oggi abbiamo la consapevolezza necessaria per agire e con questa intesa stiamo compiendo un pezzo di una strategia complessiva che ha a che fare con il sostegno alla ricerca e con un efficientamento del meccanismo delle eradicazioni delle piante infette, che l’Arif sta compiendo insieme all’Assessorato all’Agricoltura con grande puntualità». «Serviva, però, non solo un piano per consentire alle grandi aziende di piantare nuove cultivar resistenti individuate dalla ricerca, ma anche una visione - prosegue Emiliano - Perché solo così una intera comunità potrà iniziare un processo di ricostruzione del paesaggio e dell’olivicoltura salentina. Il processo - prosegue il presidente della Regione - sarà lungo ma siamo convinti di procedere uniti in questa battaglia, giacché non ci sono più le polemiche di un tempo tra imprenditori e comunità scientifica, e di avere la comune volontà di risolvere questa drammatica vicenda che ci coinvolge da anni».
Il Protocollo che durerà 5 anni, presentato dal Dajs e condiviso con la Regione, sembra dare anche una risposta alle perplessità sul Piano Paesaggistico Territoriale Regionale (Pptr), redatto quando la Puglia si poteva ancora definire da Nord a Sud “la terra degli ulivi”. Proprio tra le norme tecniche attuative del Piano, invece, si parla di “Produzione sociale del paesaggio”. Un paesaggio da ripensare sulla scorta del presente, insomma, ma anche facendo tesoro di quello che una monocoltura, per quanto poetica e da diversi secoli divenuta identitaria, ci ha insegnato. 
«Questo atto sancisce l’inizio del cammino su quel percorso che attraverso il dialogo ed il confronto abbiamo disegnato insieme a tutte le comunità ed insieme abbiamo stabilito di affrontare – aggiunge Maraschio - con il confronto ed il dialogo siamo riusciti a dare un peso alle idee e porre l’elemento paesaggistico come centrale per la rinascita del Salento. Non ho mai dubitato del fatto che una sfida di questa portata potrà essere vinta solo convogliando nella stessa direzione le energie di tutti. La direzione è quella segnata dall’amore verso la nostra terra, che abbiamo il dovere di curare, proteggere dalle malsane idee speculative, far rinascere e saper conservare, imparando dagli eventi del passato. Dobbiamo restituire vita alla terra, diventare attrattivi attraverso la sostenibilità che anche nell’ambito agricolo sarà vettore e volano per l’economia. Spesso - ha detto l’assessora - il Pptr viene recepito come un ostacolo ma ogni pianificazione va aggiornata e se il Piano paesaggisti pugliese parlava di paesaggio olivetato purtroppo è ancora o più è chiaro che vada aggiornato in alcuni aspetti».
In collegamento streaming anche l’assessore, per cui la Xylella è pane quotidiano e anche la disperazione per anni senza scampo degli agricoltori impotenti. 
«Si tratta di un tassello fondamentale della nostra strategia di ripristino del potenziale produttivo e per la rigenerazione di un territorio straordinario - ha detto Pentassuglia - ma ancora in sofferenza per i danni causati dalla batteriosi.

Il legame tra ambiente, paesaggio e agricoltura è strettissimo - prosegue l’assessore - e azioni sinergiche sono indispensabili nell’ambizioso progetto di risarcire luoghi e persone, come un’intera economia agricola, vitale per la nostra Regione». Ovviamente la presenza delle realtà di ricerca e di quelle agricole testimonia un lavoro portato avanti da tempo: la consapevolezza che le coltura vanno diversificate e che il ruolo multifunzionale dell’agricoltura ora vada per gran parte riscritto.

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