Embargo xylella, si muove lo Stato. Il comitato Voce dell'Ulivo: «Si punti sulle sfrondature non sugli abbattimenti»

Embargo xylella, si muove lo Stato. Il comitato Voce dell'Ulivo: «Si punti sulle sfrondature non sugli abbattimenti»
6 Minuti di Lettura
Lunedì 6 Aprile 2015, 17:08 - Ultimo aggiornamento: 7 Aprile, 12:31

LECCE - Il comitato 'Voce dell'Ulivo' e Aprol Lecce hanno scritto al commissario straordinario per l'emergenza Xylella in Salento, Giuseppe Silletti, dicendosi pronti a collaborare, ma ribadendo in una nota la necessita' di alcune modifiche, puntando sulle sfrondature anziche' sugli abbattimenti. Una pratica quella delle sfrondature che, secondo quanto sostenuto dal comitato, darebbe molteplici benefici come "il risanamento di piante infette allo stato iniziale, la tutela del patrimonio olivicolo e paesaggistico, nonche' la drastica riduzione di insetticidi, il contenimento dei costi per gli agricoltori, la velocita' di intervento e l'applicabilita' anche in zone inaccessibili ai mezzi meccanici".

------------------------------------------------------------------------

Italia-Francia? “Cugini coltelli”. La storia della rivalità tra i due Paesi è nota e affonda le sue radici almeno nel XVI secolo, quando gli imperatori francesi per impossessarsi dell’Italia settentrionale cercavano alleanze con i Papi della dinastia de’ Medici. Una competizione mai sopita, combattuta anche in settori a prima vista meno strategici, come quando si è trattato di difendere la nostra dieta mediterranea dalla loro cucina raffinata, ma anche lo spumante dallo champagne. Fino a poco tempo fa, però, molti hanno creduto che la famosa testata di Zidane al Mondiale del 2006 fosse stato il punto più alto di un’antipatia centenaria, ma evidentemente si sono sbagliati.

Il ministro francese dell’Agricoltura Stéphane Le Foll ha confermato lo stop alle importazioni dalla Puglia dei vegetali a rischio xylella fastidiosa. E il ministro alle Politiche agricole Maurizio Martina ha già affilato le armi, e per preparare una strategia condivisa mercoledì prossimo, 8 aprile, sarà in Puglia, protagonista di un vertice operativo con Regione, commissario straordinario e comitato scientifico. Da Bari poi si sposterà a Lecce per incontrare sindaci e associazioni olivicole. Tutti insieme per rispondere al guanto di sfida lanciato dai francesi.

La notizia del bando sui vegetali a rischio xylella provenienti dalla Puglia era stata anticipata due giorni fa dal quotidiano Le Parisien.

L’indiscrezione di stampa aveva poi trovato conferma in una nota diffusa dal gabinetto dello stesso Le Foll, che si era espresso in questi termini: «In attesa dell’attuazione di un dispositivo europeo, il ministero ha deciso di prendere misure nazionali, firmando un decreto». Un colpo inaspettato, contro la volontà della Comunità Europea, che rischia di scatenare una vera e propria guerra commerciale. Il decreto del ministro francese parla, infatti, di embargo sulle specie vegetali, citando ulivi, agrumi, viti, querce, ma l’elenco è molto lungo e potrebbe includere oltre alle piante ornamentali anche i prodotti ortofrutticoli. Se così fosse il danno sarebbe incalcolabile, considerato che l’80 per cento della produzione pugliese di ortofrutta viene esportata e la Francia, insieme alla Germania e alla Spagna, è uno dei partner principali della bilancia commerciale regionale. In Puglia sono quasi 26mila (25.900) le aziende agricole e tra queste quelle ortofrutticole sono le più numerose.

La perdita economica sarebbe molto pesante se anche si dovesse considerare solo la produzione vivaistica. «Ci sarebbe un danno tra il 30 e il 50 per cento» sottolineano i vivaisti, che stanno già presentando un ricorso contro il provvedimento che dovrebbe essere attivo a partire da domani.

Ma sull’embargo Le Foll è stato irremovibile. «Consapevole dell’importante rischio di introduzione di questo pericolo sanitario dalle conseguenze economiche molto pesanti per le filiere vegetali francesi e vista la prossimità di alcune regione come la Corsica ai ceppi italiani, il ministro dell'Agricoltura ha chiesto già dal 16 gennaio misure europee» riportata la nota diffusa dal suo entourage. Con una puntualizzazione: «A questo si aggiungerà un rafforzamento del piano di controllo e di sorveglianza sull'insieme del territorio nazionale». Ma Martina ha già avvertito: «Ci batteremo per difendere gli interessi nazionali». Anche il presidente della Regione Nichi Vendola si è detto pronto a sostenere la battaglia. Di fatto, bloccare l’import pugliese significa danneggiare un’intera nazione, considerato che un’azienda piuttosto che spendere migliaia di euro per acquistare vegetali dall’Italia, ed esporsi quindi anche al minimo rischio di ritrovarsi con piante ospiti di xylella, rivolgerà altrove i suoi interessi. Al danno, la beffa. «Una scelta unilaterale di questo tipo - ha dichiarato da parte sua il ministro Martina - rischia di aggravare ancora la situazione, sulla quale invece si deve procedere con tempestività, mantenendo tutta la concentrazione sulle soluzioni tecniche individuate. Noi dobbiamo andare avanti rapidamente con l’attuazione delle misure di contrasto alla diffusione della xylella».

Motivo per cui mercoledì prossimo verrà in Puglia e, soprattutto a Lecce, come confermano la sottosegretaria al Lavoro e alle Politiche Sociali Teresa Bellanova e l’onorevole Salvatore Capone, entrambi parlamentari del Pd. «Già nelle scorse settimane - ha sottolineato Capone - avevamo più volte evidenziato al ministro l’opportunità di una sua presenza in Puglia e nel Salento. Visita che adesso diviene a maggior ragione necessaria anche perché ci troviamo dinanzi ad una situazione che minaccia di avvitarsi micidialmente su se stessa con un esito che rischia di essere devastante. Ecco perché non credo sia retorico chiedere a tutte le parti in causa una grandissima saggezza. In gioco non è infatti il punto di vista degli uni o degli altri, ma il futuro di una terra».

«Io stessa - ha aggiunto la sottosegretaria Bellanova - nei giorni scorsi avevo scritto al ministro per chiedergli a che punto fosse il confronto con l’Europa e la Commissione Ue circa l’obbligo dell’eradicazione e il divieto di reimpianto, così come notizie più certe sul sostanziale black out dei vivai e dell’acquisto da parte di paesi non europei di barbatelle. E avevo fatto presente la necessità di un confronto con il territorio, i sindaci, le associazioni, perché il Salento avvertisse con forza, una volta di più, quell’attenzione e quell’impegno che in questi mesi il Governo non ha mai fatto mancare. La presenza di Martina mercoledì a Lecce è la risposta di cui non abbiamo mai dubitato».

Sull’embargo francese è intervenuta anche l’europarlamentare Pd, Elena Gentile: «Sulla scelta unilaterale che viola il principio del libero scambio e che, paradossalmente potrebbe indurre altri stati membri ad assumere la stessa identica decisione sottovalutando anche il rischio di incorrere in una delle fattispecie di infrazione comunitaria, sia la Commissione Europea a valutare tempestivamente e con equilibrio le determinazioni da assumere. Le ricadute sull’economia pugliese sono evidentemente drammatiche non solo per il settore agricolo e vivaistico ma anche per quello turistico che ha generato, proprio nel Salento importanti risultati dal punto di vista occupazionale». Il presidente del Consiglio regionale pugliese Onofrio Introna, intanto, ha sollecitato l’attivazione degli organi comunitari davanti alla «più che mai sospetta iniziativa francese», auspicando l’immediato intervento del premier Matteo Renzi, e ricordando che il 20 o il 21 aprile l’emergenza xylella sarà al centro di una seduta straordinaria del Consiglio regionale, dove saranno invitati anche i rappresentanti dell'Efsa.

© RIPRODUZIONE RISERVATA