Xylella, altri 99 ulivi positivi: 86 sono nella Piana dei monumentali di Ostuni

Xylella, altri 99 ulivi positivi: 86 sono nella Piana dei monumentali di Ostuni
di Maria Claudia MINERVA
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Mercoledì 27 Ottobre 2021, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 22:35

Ancora nuovi focolai di xylella fastidiosa in zona contenimento e in zona infetta. Una scoperta frutto dell’attività di monitoraggio messa a punto dall’Osservatorio regionale fitosanitario che ha intensificato le ispezioni per scoprire con celerità eventuali punti di infezione e agire con immediatezza per isolare i focolai e abbattere per frenare la propagazione. Ieri sul sito di “Emergenza xylella” sono stati pubblicati altri cinque rapporti di prova (5, 2016, 136, 8b e 10b) con 99 nuovi olivi positivi alle analisi per la batteriosi, di cui 12 in zona contenimento (3 a Locorotondo, 8 a Fasano e 1 a Crispiano) e i rimanenti 87 in zona infetta, dei quali 86 ad Ostuni, soprattutto nella zona della Piana dei monumentali, ed uno a Martina Franca. «L’attività di monitoraggio che abbiamo già da tempo avviato nella Piana è stato fatto per tutelare i monumentali - ha sottolineato il direttore dell’Osservatorio regionale fitosanitario, Salvatore Infantino - perché anche se ne abbatteremo qualcuno sicuramente il sacrificio servirà a salvare il resto del territorio». 

L'infezione

Intanto, come evidenziano gli esperti di Infoxylella, «prosegue la comparsa di nuovi focolai, saliti ad 11, nel territorio compreso tra Locorotondo ed Alberobello, mentre si registra un secondo focolaio ad ovest di Crispiano, in direzione Massafra».

Con questo aggiornamento il totale delle piante infette del monitoraggio in corso sale a 243, delle quali 78 in zona cuscinetto o contenimento. Come indica il “cruscotto” pubblicato sul sito regionale dedicato alla fitopatia, l’aggiornamento al 22 ottobre dell’avanzamento del piano d’azione 2021 indica un avanzamento al 72,93% delle superfici ispezionate, al 79,82% dei campioni prelevati ed all’83,33% delle piante positive abbattute.

Il piano di rigenerazione nel Salento

E mentre l’infezione continua a manifestarsi in tutta la sua drammaticità, nella provincia di Lecce, completamente devastata dalla xylella, si punta alla rigenerazione olivicola, che però va a rilento, non solo per la mancanza di fondi - attualmente sono disponibili i 300 milioni stanziati dal governo Conte e altri 700 sono stati appena chiesti dall’assessore regionale all’Agricoltura, Donato Pentassuglia - ma anche per via dei cavilli burocratici e dei vincoli paesaggistici. Ad oggi sono 386mila gli ulivi delle specie resistenti impiantati in Salento con 3400 ettari interessati dalla rigenerazione, numeri troppo bassi che impongono una strategia condiva per accelerare la ricostruzione. È quanto afferma Coldiretti Puglia, sulla base dei dati dell’Osservatorio Fitosanitario della Regione Puglia, che ha aggiunto: «Risultano alla cabina di regia dell’Osservatorio fitosanitario regionale 160.000 piante e 1220 ettari reimpiantati con la varietà leccino e 2170 ettari e 226.000 piante di ulivo “FS-17” (favolosa) piantumate a seguito di espianto, contro gli oltre 90mila ettari di superficie olivetata che sono stati intaccati in provincia di Lecce dalla xylella».
Nel Salento gli agricoltori sono senza reddito da 8 anni, si contano milioni di ulivi secchi, i frantoi sono stati svenduti a pezzi in Grecia, Marocco e Tunisia, sono andati persi 5mila posti di lavoro nella filiera dell’olio extravergine di oliva, «con un trend che rischia di diventare irreversibile – ha sostenuto Coldiretti Puglia – se non si interviene con strumenti adeguati per affrontare dopo anni di tempo perduto inutilmente il “disastro colposo” nel Salento. Tutto ciò è utile a permettere il ripristino e la nuova creazione di riforestazione al servizio degli operatori e dell’indotto turistico sull’area infetta da xylella che in Puglia ha colpito 8mila chilometri quadrati di territorio. In questo modo sarà possibile mettere in atto una gestione forestale sostenibile e certificata di area vasta i cui attori potranno essere se opportunamente incentivati, i consorzi forestali capaci di organizzare e coordinare le proprietà private, pubbliche nonché demaniali».
Coldiretti Puglia torna anche a chiedere con forza alla Sovrintendenza di farsi portavoce al Mibact affinché il ministero dei Beni Culturali, di concerto con il ministero delle Politiche Agricole, liberalizzi i reimpianti perché riconosciuti “normale pratica agricola”, per accelerare la ricostruzione del Salento, con la batteriosi che ha compromesso 21 milioni di olivi in Puglia. «Continuiamo a non comprendere perché, in barba all’art. 149 del Codice dei Beni Culturali, si chieda – ha insistito Coldiretti - l’autorizzazione paesaggistica per le attività agricole».

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