Xylella, terreni vincolati con vincoli e catasto

Xylella, terreni vincolati con vincoli e catasto
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Mercoledì 3 Settembre 2014, 00:05 - Ultimo aggiornamento: 09:33
BARI - La Xylella che ha colpito gli ulivi del Salento resta centrale nell’agenda pugliese. Dopo che la settimana scorsa il Ministero delle politiche agricole aveva anche varato un piano per la gestione dell’emergenza Xylella, dando il via anche all’immediata di un Comitato scientifico, i cui lavori saranno sottoposti all’approvazione del Comitato fitosanitario nazionale, gi convocato per il 15 settembre, la Giunta regionale ha infatti deciso di mettere dei paletti giuridici che tutelino i terreni infetti da possibili speculazioni. Per almeno 15 anni, infatti, non sarà possibile cambiare la destinazione d’uso dei terreni colpiti dalla Xyella Fastidiosa, il batterio killer che sta minacciando oltre 23 mila ettari di uliveti in provincia di Lecce. La giunta regionale pugliese ha approvato ieri pomeriggio un disegno di legge composto da tre articoli a firma degli assessori alla Qualità del Territorio e alle Risorse Agroalimentari della Regione, Angela Barbanente e Fabrizio Nardoni. Il disegno di legge pone in essere le prime misure attive della Puglia contro i danni ulteriori che la Xylella Fastidiosa potrebbe provocare al di là di quanto già prodotto negli uliveti. L’obbligo di abbattere le piante infette - e di garantire il cordone sanitario intorno alle colture colpite potrebbe, infatti, - secondo il governo pugliese - indurre a speculazioni sui terreni che potrebbero essere destinati a scopi diversi da quelli agricoli. Il timore della Regione - che si legge più chiaramente nella relazione allegata al ddl, è insomma che «possano essere snaturate situazioni che rappresentano per la Puglia l’identità e il brand», ecco perché per rendere ogni suolo infetto tracciabile sarà anche istituito un catasto dei terreni sottoposti a espianto (procedura che nel caso dell’ulivo ha sempre bisogno di una specifica autorizzazione). Attraverso il ddl, la Giunta ha quindi fissato la tutela delle zone per almeno 15 anni (così come già accade per le aree che sono state attaccate dalle fiamme).

E questo sia sotto il profilo urbanistico, vietando il mutamento della destinazione stabilito dallo strumento urbanistico generale vigente, sia sotto il profilo agricolo, evitando il mutamento della destinazione d’uso nelle zone omogenee «E» o equivalenti.



La decisione è stata accolta molto negativamente dal centrodestra. «Gli olivicoltori pugliesi non sono speculatori edilizi, chiedono solo di essere aiutati a continuare a fare gli agricoltori nonostante la devastante epidemia di Xylella che come un flagello ha colpito migliaia di piante e centinaia di aziende nel Salento», scrive il deputato di Forza Italia, Rocco Palese. «Ha dell’incredibile che il Governo regionale dopo aver ignorato il problema per quasi due anni, perdendo tempo e facendo sfumare i soldi per gli aiuti, pensi ora solo un provvedimento che, in caso di distruzione delle piante infette, impedisce di costruire su quei terreni per 15 anni. Non è certo questo che risolve la questione anche perché gli agricoltori non vogliono costruire e speculare, ma continuare a lavorare e produrre». Palese aggiunge anche che «Piuttosto che ipotizzare mire speculative ed affaristiche da parte di qualcuno, dando per scontato che ai poveri olivicoltori non resti che abbattere le piante, - conclude Palese - la Regione almeno si presenti in orario e con proposte utili e concrete al Tavolo romano, evitando demagogia, ulteriori ritardi e provvedimenti inutili a sostenere il comparto olivicolo salentino e pugliese». Dello stesso tenore la rezione del consigliere regionale di Forza Italia Aldo Aloisi: «Il divieto di edificare nelle aree infette dalla Xylella è una maledizione che si abbatte su un settore già in ginocchio e provato da una piaga profondissima», spiega Aloisi, «non solo gli agricoltori stanno subendo i danni dell’infezione agli ulivi, ma avrebbero il colpo di grazia da questa Giunta Regionale. Coloro che potranno convertire le coltivazioni lo faranno, ma chi non potrà? Avremmo terreni incolti e rincorreremo gli incendi durante il periodo estivo. Per questo -conclude- spero che la Giunta faccia dietrofront e che oltre al danno per lo sradicamento degli alberi, non si aggiunga la grande beffa».
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