Il caso sa essere spesso beffardo, sempre che di casualità si tratti. Proprio nei giorni in cui la Regione mette a verbale altri otto ulivi colpiti da xylella nel Barese (il focolaio di Alberobello), Michele Emiliano ha siglato un decreto di nomina che fa già rumore. E che di certo non contribuisce a chiudere definitivamente la stagione degli equivoci sulla mortifera fitopatia, gli anni delle strizzate d’occhio di parte delle istituzioni e della politica - anche in Regione - ad ambienti negazionisti o perlomeno scettici. Nel “Collegio degli esperti del presidente” ci sarà posto anche per Alessandra Miccoli, salentina di Torchiarolo, laureata in Lettere moderne, “cultore della materia” in Geografia umana a UniSalento, durante gli anni delle più feroci contrapposizioni schierata anche col “Popolo degli ulivi” (movimento per nulla estraneo a tesi negazioniste e complottiste) e sul fronte della ferma opposizione al Piano Silletti. Cioè della strategia, stoppata dalle proteste e dall’inchiesta della Procura di Lecce, che avrebbe consentito di arginare e circoscrivere a uno spicchio di Salento la diffusione della xylella. Nel Collegio emilianiano, si legge nel decreto di nomina, Miccoli sarà «referente in relazione alle questioni di carattere ambientale, paesaggistico e socio-culturale connesse alla diffusione della xylella fastidiosa ed ai loro effetti sul territorio». L’incarico è a titolo gratuito, come per tutti gli altri membri del Collegio.
Xylella, a Bari si allarga ancora il focolaio: altri ulivi infetti fra Alberobello e Locorotondo
Il decreto di nomina: Miccoli tra gli esperti con Albano e Lino Banfi
La firma in calce del governatore risale a quattro giorni fa, tempo più che sufficiente per scatenare i mugugni silenziosi della comunità scientifica pugliese.
Collegio da 46 consiglieri ma Miccoli è la 47esima "fuori sacco"
La nomina di Miccoli, “fuori sacco” rispetto alla prima infornata di 46 “esperti”, stride peraltro con la mossa dei mesi scorsi dell’assessore all’Agricoltura Donato Pentassuglia: a fine 2020 ha scelto un pool di cinque scienziati di rango proprio per non finire fuori binario nelle decisioni su xylella. Per essere chiari: i cinque sono Donato Boscia, direttore dell’Istituto per la protezione sostenibile delle piante del Cnr di Bari; Vito Savino, docente di Agraria all’Università di Bari e dirigente del Centro di ricerca “Basile-Caramia”; Franco Nigro, ordinario di Patologia vegetale all’Università di Bari; Daniele Cornara, entomologo dello Iam; Andrea Luvisi, docente e responsabile del Laboratorio accreditato di Patologia Vegetale dell’Università del Salento. I retroscena naturalmente non scarseggiano: Pentassuglia avrebbe poco gradito quest’ultima incursione di Emiliano.
Amati (Pd): «Una tragedia rischia di risolversi in commedia»
Protesta Fabiano Amati, consigliere Pd, presidente Commissione Bilancio e da sempre aspro critico del fronte negazionista: «Sono amareggiato perché una tragedia rischia di risolversi in commedia. Può mai considerarsi esperta di fitopatie una laureata in lettere peraltro negazionista mentre a me e ad altri venivano riservate minacce? Chiederò la convocazione della dottoressa Miccoli in commissione, affinché possa spiegare a me, all’assessore Pentassuglia e soprattutto agli esperti del Cts (Boscia, Nigro, Savino, Cornara e Luisi) la consistenza della sua esperienza e magari farci pentire delle fregnacce che abbiamo detto in questi sei anni».
F.G.G.