Xylella, mille piante infette nella Piana dei monumentali di Ostuni. La Regione: «Abbatterli per salvare gli altri ulivi»

Ulivi colpiti da Xylella
Ulivi colpiti da Xylella
di Maria Claudia MINERVA
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Sabato 30 Ottobre 2021, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 11:20

Il piano d’azione anti-xylella messo a punto dall’assessore regionale all’Agricoltura, Donato Pentassuglia, nella aree in cui la propagazione della fitopatia non è massiccia, ruota soprattutto attorno a tre azioni fondamentali: monitoraggio massiccio per rilevare i positivi, delimitazioni dell’area colpita e abbattimento delle piante malate, anche oltre il raggio di 50 metri previsto dall’Unione Europea, per prevenire l’avanzata del contagio. Ed è proprio la sinergia di questi interventi che ha portato a scoprire i mille ulivi colpiti dalla xylella concentrati nella Piana dei monumentali di Ostuni, che ora saranno estirpati per salvare il resto del territorio. Pentassuglia lo ha detto chiaro e tondo in più di un’occasione: non ci saranno sconti, sarà necessario sacrificare gli alberi infetti per fermare una fitopatia che nella provincia di Lecce - diventata ormai endemica - ha trasformato il paesaggio, una volta verdeggiante, in un cimitero di tronchi rinsecchiti e grigi.

La sorveglianza

L’azione di controllo e contenimento della batteriosi è costante e capillare. «In particolare, proprio nella Piana degli olivi secolari la strategia regionale prevede un’ulteriore azione di sorveglianza nell’area infetta che ci consente di rafforzare efficacemente le attività di tutela e salvaguardia di un patrimonio dal valore storico e paesaggistico inestimabile» commenta Pentassuglia, intervenendo in merito alle recenti pubblicazioni dei dati della diffusione di xylella che, sottolinea, «danno conto, secondo un aggiornamento puntuale, della sorveglianza da parte della Regione necessaria per contenere la diffusione del batterio». Per questo la Regione si è anche dotata di un cruscotto - sul sito “Emergenza xylella” - che pubblica quotidianamente l’aggiornamento dei dati del monitoraggio. 
«La mappa del territorio della zona infetta di Ostuni ci dimostra - spiega l’assessore – che la nostra strategia di contenimento, dal 2020 ad oggi, sta raccogliendo i suoi frutti. Si registra una diffusione della malattia nei focolai già rinvenuti nel 2020: è un dato che ci induce a mantenere alta l’attenzione ma che ci dà ragione su un approccio vincente di gestione della fitopatia. Ovvero individuare le piante infette, abbatterle e delimitare l’area. Aver rinvenuto un ulteriore numero di piante infette circoscritte nelle medesime zone individuate nel 2020 ci consente di eliminare le “metastasi” localizzate che sono causa della diffusione della malattia degli olivi. Oggi, così come ho già anticipato, il dirigente dell’Osservatorio fitosanitario regionale darà il via libera ai provvedimenti di abbattimenti di oltre mille piante in agro di Ostuni. La medesima attività proseguirà nel prossimo anno - sottolinea indicando la strada da seguire senza alcun ripensamento -. È anche grazie a questo grande sacrificio che chiediamo agli agricoltori che possiamo sperare di salvare i due milioni di olivi presenti ad Ostuni e, più in generale, i sei milioni di olivi presenti nella Piana». È, infatti, più che concreto il rischio di una propagazione della fitopatia anche nel nord della Puglia, ipotesi che non fa dormire sonni tranquilli alle terre dell’extravergine. 
«In generale l’attività di sorveglianza svolta sinora nelle attuali aree delimitate - prosegue -, resa pubblica sul sito emergenza xylella, evidenzia un intervento massiccio e tempestivo di controllo dell’organismo nocivo.

Va sottolineato che la malattia viene diagnosticata non con un esame visivo ma solo attraverso analisi molecolari e le piante, sottoposte ad indagine, sono campionate secondo un rigido protocollo statistico disegnato per rendere massima le probabilità di individuare soggetti infetti. Inoltre, nelle aree più sensibili la strategia operativa della Regione prevede un impegno che va ben oltre la semplice applicazione della normativa europea. La sorveglianza, infatti, viene realizzata non solo nel buffer di 50 metri attorno alle singole piante infette, così come prevede il regolamento dell’Unione Europea, ma in un’area molto più estesa, con un secondo anello del raggio di 50 metri nel quale si campionano e analizzano tutte le specie suscettibili alla xylella e, con un terzo, nei successivi 400 metri, in cui si preleva e analizza un campione per ettaro. In altri termini quando troviamo un positivo in un’area possiamo affermare, con un certo livello di certezza, che dopo l’intervento abbiamo eradicato l’organismo nocivo». 

I timori

L’assessore tranquillizza, infine, il mondo agricolo e le associazioni di categoria: «Le preoccupazioni sono comprensibili e giustamente inducono tutti a non abbassare l’attenzione su una piaga che sta cambiando la nostra agricoltura e il nostro paesaggio. Serve tuttavia uno sforzo comune, un grande senso di responsabilità di tutti: imprenditori agricoli, organizzazioni professionali, sindaci, associazioni ambientaliste e della stessa della Regione. Abbiamo tutti il dovere di sostenere, anche con corpose iniezioni di liquidità, il sacrificio che chiediamo al mondo agricolo».

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