Xylella, carcere per chi non abbatte le piante infette. Grillo sconfessa il M5s: «Un orrore»

Xylella, carcere per chi non abbatte le piante infette. Grillo sconfessa il M5s: «Un orrore»
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Giovedì 24 Gennaio 2019, 19:42 - Ultimo aggiornamento: 7 Febbraio, 14:58
ROMA - Passa la stretta anti-Xylella che prevede anche il carcere in caso di mancato rispetto delle norme sulla distruzione delle piante infette. Passa, infatti, al Senato l'emendamento al dl semplificazioni: le misure fitosanitarie ufficiali, o comunque derivanti da provvedimenti di emergenza fitosanitaria, «ivi compresa la distruzione delle piante», dovranno essere attuate «in deroga ad ogni disposizione vigente» e nel rispetto della normativa Ue. La mancata attuazione delle misure per evitare la diffusione della malattia è punibile con la reclusione da 1 a 5 anni. E dal suo blog, Beppe Grillo, fondatore del M5s, commenta e sconfessa il suo stesso movimento: «Non è la trama di un film horror. È la realtà», attacca. E aggiunge: «Gli emendamenti inseriti per contrastare la cosiddetta emergenza Xylella in Puglia non solo sono incostituzionali e gravemente lesivi delle libertà personali ma rappresentano un gravissimo precedente per il nostro Paese e la nostra Democrazia». L'accusa, continua, «arriva da diversi parlamentari, ma anche tantissimi cittadini e associazioni, avvocati, scienziati e professori. Tra questi il costituzionalista Alberto Lucarelli».

«Entrano nel tuo terreno senza avvisare. Violano la tua proprietà. Non hanno permessi. Motosega alla mano abbattono i tuoi alberi, quegli ulivi che per anni ti hanno garantito un lavoro e hanno permesso alla tua famiglia di vivere. Poi spargono pesticidi. Tu inerme non puoi che star fermo a guardare e respirare, se ti riesce. Se protesti, rischi il carcere» protesta il fondatore del M5s sul suo blog dove si schiera a favore di chi sostiene che le eradicazioni non sono la soluzione alla diffusione della xylella: «non sono supportate da alcuna base scientifica, anzi, non vi è documentato alcun caso al mondo a prova della loro validità». In Puglia, afferma, «il batterio viaggia su oltre 300 specie di piante ospiti, ma le ispezioni (che non prevedono più né analisi molecolari di laboratorio né tantomeno controanalisi) qui vengono fatte solo su ulivi. Piante scomode, da tempo d'impedimento agli appetiti di molti, alla speculazione e all'accaparramento di quelle terre. Non si spiega in altro modo l'incredibile silenzio attorno alle ricerche scientifiche che in questi anni hanno dimostrato non solo che con il ceppo di Xylella pugliese si può convivere, ma che ulivi infetti non sono destinati a disseccare e che ulivi disseccati possono tornare a vegetare con semplici ed economiche buone pratiche agricole». Le soluzioni a tutela del paesaggio, dell'economia locale e dell'olivicoltura pugliese «in pochi le vogliono vedere. Così come si continua a ignorare che sulla questione sono aperte ben due indagini di diverse Procure (Lecce e Bari) che sottolineano, se ancora ce ne fosse bisogno, quanto marcio ci sia sotto tutta questa storia».
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