La Regione corre ai ripari
e accelera sugli abbattimenti

La Regione corre ai ripari e accelera sugli abbattimenti
di Maria Claudia MINERVA
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Domenica 20 Maggio 2018, 05:30 - Ultimo aggiornamento: 19:10
Abbattimenti: è corsa contro il tempo. Il ritorno in Puglia del commissario europeo alla Salute, Vytenis Andriukaitis, che vuole verificare di persona lo stato dell’arte delle misure di contrasto alla xylella fastidiosa per poi decidere se innalzare o meno la zona cuscinetto, ha fatto premere il pedale sull’acceleratore dei tagli in zona contenimento-cuscinetto. Tra ieri e l’altro ieri, nella fascia di territorio compresa tra Ostuni e Cisternino sono stati abbattuti più di cento alberi, tra infetti e non (nell’area cuscinetto, infatti, vanno sradicate anche le piante sane nel raggio di cento metri da quelle malate). Così facendo la Regione spera di riuscire a mantenere gli impegni presi nei mesi scorsi con Bruxelles. Ma per l’Europa quanto fatto finora non basta, giacché il batterio sta guadagnando sempre più spazi.
Secondo la Commissione Ue l’Italia non ha fatto abbastanza per impedire la propagazione del contagio. Per questo nei giorni scorsi ha deciso di deferirla alla Corte di giustizia, mandando quindi avanti - con tutto ciò che ne conseguirà in termini di sanzioni - la procedura di infrazione che prima aveva sospeso. «Il calendario di azioni trasmesso dall’Italia - si legge, infatti, in una nota dell’Esecutivo Ue - non è stato ritenuto efficace per garantire l’immediata rimozione degli alberi infetti», come previsto dalla decisione adottata dall’Ue nel 2015. La mancanza di misure adeguate - conclude la nota - aumenta il rischio di un’ulteriore diffusione dell’organismo al di fuori dell’attuale zona delimitata».
Quanto deciso dall’Ue, oltre all’infrazione, comporterà anche un innalzamento della zona cuscinetto, da 20 a 30 chilometri, che significa, come già detto, anche tagli di piante non malate nei cento metri da quelle infette. Ma tant’è. Il governo regionale, dal canto suo, si giustifica addebitando i ritardi ai vincoli burocratici, compresi i ricorsi al Tar, che di fatto impediscono di entrare nei campi ed abbattere celermente.
 
La questione xylella, tornata rovente dopo la pubblicazione del decreto Martina, che obbliga all’uso di trattamenti chimici per combattere il vettore della batteriosi, mercoledì prossimo, 23 maggio, entrerà da protagonista nell’Aula del Consiglio regionale. Nello stesso giorno, l’assessore all’Agricoltura, Leonardo Di Gioia, e l’Osservatorio fitosanitario, prima dell’assise, nella sede dell’Anci (Associazione nazionale comuni italiani) incontreranno i sindaci pugliesi n merito alle disposizioni di attuazione del decreto tanto contestato, soprattutto in considerazione delle ordinanze emesse da alcuni primi cittadini relativamente all’uso di pesticidi e fitofarmaci. Tanti, infatti, i Comuni salentini che si sono opposti all’obbligo di pesticidi imposto dall’ultima normativa in vigore. Le associazioni ambientaliste e le aziende bio, oltre a numerosissimi cittadini, portano avanti la “disobbedienza” civile con tre ricorsi - e per questo stanno raccogliendo le firme in tutta la Puglia - che hanno lo scopo di portare al ritiro del decreto. Nel frattempo, per il 25 maggio stanno organizzando una manifestazione sotto il palazzo della Regione, a Bari. Ma, a proposito di pesticidi, due giorni fa l’assessore Di Gioia è stato perentorio nell’affermare che finché è in vigore il decreto va applicato e che come Regione stanno valutando insieme ai legali di impugnare le ordinanze sindacali con cui si vieta l’utilizzo di pesticidi.
Insomma, tanti i nodi da sciogliere in quella che si annuncia una settimana rovente, nel corso della quale è in programma anche una Commissione europea che, anticipando la venuta del commissario Andriukaitis, potrebbe già proporre al Comitato sulla salute delle piante uno spostamento della fascia dove vanno applicate le misure più drastiche di una ventina di chilometri verso nord, vale a dire il tanto temuto ulteriore innalzamento della fascia cuscinetto.
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