Xylella, per debellare la sputacchina si sperimentano le vibrazioni

Xylella, per debellare la sputacchina si sperimentano le vibrazioni
di Maria Claudia MINERVA
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Lunedì 8 Marzo 2021, 07:12 - Ultimo aggiornamento: 07:17

Si chiama Biotremologia e non è la scienza che studia i terremoti, ma la comunicazione degli animali attraverso le vibrazioni. Sono molte infatti le specie che comunicano con le onde vibrazionali propagate attraverso terreno, sassi, alberi e foglie. Anche il vettore della xylella fastidiosa, il Philaenus Spumarius, detto volgarmente sputacchina, comunica attraverso le vibrazioni, come dimostrano le ultime frontiere della ricerca, frutto di una collaborazione che si è sviluppata nell'ambito del progetto europeo XS-Actors, condotto tra Università di Trento, Ciheam Bari e Fondazione Edmund Mach di San Michele all'Adige, portando alla pubblicazione di alcuni articoli scientifici.


«Nel primo articolo del 2019 sono state investigate le forme di comunicazione tra le sputacchine usando la biotremologia, branca innovativa dell'entomologia che studia i segnali vibrazionali e il loro effetto sul comportamento degli insetti, permettendo di sviluppare strategie agricole eco-compatibili per il controllo di insetti dannosi - spiegano i ricercatori -. Decodificando i segnali si è scoperto che il maschio emette vibrazioni non appena entrato nella fase adulta in primavera, mentre la femmina aspetta la fine dell'estate per cantare. Questo duetto è essenziale per la riproduzione della specie, perché permette al maschio di localizzare la posizione della compagna. La femmina, d'altra parte, produce uno specifico segnale di rifiuto se un maschio l'approccia in primavera o se tenta di accoppiarsi senza averla appropriatamente corteggiata in estate».
Ma perché le femmine in primavera si rifiutano di accoppiarsi e di chiamare i maschi? La ricerca svolta per rispondere a questa domanda si trova nell'articolo appena pubblicato a firma di Sabina Avosani, Pietro Franceschi, Marco Ciolli, Vincenzo Verrastro e Valerio Mazzoni. «Per comprendere la predisposizione al canto e al duetto, alcune femmine sono state sottoposte alla registrazione di un corteggiamento o alla presenza fisica di un maschio, quindi è stato osservato lo sviluppo dei loro ovari, previa dissezione microscopica - sottolineano i ricercatori -.

Si è scoperto che le femmine cominciano a chiamare, rispondere e riprodursi con il maschio solo quando nei loro ovari sono presenti le prima uova, ovvero a partire dal mese di agosto. Con il progredire della stagione, la maturazione delle uova aumenta ed un numero sempre maggiore di femmine emette vibrazioni e cerca un compagno con il quale accoppiarsi. Conseguentemente, qualsiasi futura tecnica di confusione sessuale vibrazionale indirizzata a interferire con la comunicazione tra maschio e femmina sarebbe efficace solo se applicata dopo agosto, quando le femmine iniziano ad emettere richiami per attirare un partner con cui accoppiarsi».


Nell'articolo gli studiosi ipotizzano che le potenziali tecniche di interruzione dell'accoppiamento dovrebbero considerare la fisiologia degli insetti ed essere applicate quando entrambi i sessi rispondono ai segnali di accoppiamento. Un dato importante da cui partire per controllare la sputacchina, che è il vettore principale della trasmissione del batterio xylella, che intanto continua a imperversare, guadagnano sempre più larghe fette di territorio pugliese.
Due giorni fa Infoxylella ha dato notizia della pubblicazione di cinque nuovi certificati Selge (63/2021, 60/2021, 62/2021, 67/2021, 65/2021) che attestano l'intercettazione di ulteriori cinque piante di olivo infette in zona di contenimento, tutte in agro di Ostuni. Ad oggi il numero totale di piante infette individuate con il monitoraggio in corso (2020/2021) ammonta a 1.118. Numeri che preoccupano e non poco gli olivicoltori della zona più a nord della Puglia, che temono le conseguenze della fitopatia, considerato quanto accaduto nel Salento negli ultimi sette anni.

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