Post Covid, è emergenza liste d'attesa: sino a un anno per una colonoscopia. Una chance dal Pnrr

In Puglia sistema sanitario sotto stress dopo un anno e mezzo di pandemia

Post Covid, è emergenza liste d'attesa: sino a un anno per una colonoscopia. Una chance dal Pnrr
di Paola COLACI
4 Minuti di Lettura
Venerdì 22 Ottobre 2021, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 11:06

Oltre due mesi di attesa per una prima visita gastroenterologica con codice di “urgenza” da effettuarsi entro il limite massimo dei tre giorni dalla prenotazione. E 55 giorni per una mammografia. Per una colonoscopia “programmata”, invece, l’attesa può superare i 12 mesi. E nella sola settimana dal 12 al 16 luglio, a fronte di 1.965 richieste di esami specialisti urgenti presentate ai Cup pugliesi, solo 619 sono state programmate entro le 72 ore successive, come prevede la legge. Appena il 30% del totale. In 70 casi su 100, invece, l’attesa si è protratta dai 5 e sino a 75 giorni. Ma ora una chance potrebbe arrivare dal Pnrr e dai 631 milioni di euro della “Misura 6” destinati alla Puglia per ammodernare 29 ospedali. Ma anche e soprattutto, per potenziare l’offerta dell’assistenza territoriale e realizzare 31 nuovi ospedali di comunità oltre a 106 Case della Salute. Risorse che nei fatti potrebbero “alleggerire” il Bilancio regionale e i conti delle Asl dalle spese relative alla manutenzione ordinaria e straordinaria delle infrastrutture, svincolando risorse per le potenziare le piante organiche di ospedali e poliambulatori. E smaltire, così, le liste d’attesa. Per il momento, tuttavia, il nodo resta.

Interventi chiururgici programmati: 134mila rinviati da recuperare 

Archiviata l’emergenza sanitaria, infatti, il sistema sanitario pugliese prova a rimettersi in moto.

Ma tra interventi programmati da recuperare - 134mila quelli rimandati nel 2020 a causa del Covid - ed esami specialistici da smaltire, “l’eredità” lasciata sul campo da un anno e mezzo di pandemia tuttavia pesa come un macigno sulle Asl pugliesi. E secondo l’Agenas, l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, la Puglia è la seconda regione in Italia che a causa del Covid ha subito il maggior calo di ricoveri programmati fra marzo e giugno del 2020 (-59%). E anche i ricoveri urgenti si sono ridotti del 40%.

I tempi di attesa in Puglia: 500mila visite da effetturare

Ora, però, rischiano di accumularsi anche i ritardi sulle prestazioni sanitarie. Sul fronte delle visite e degli esami, le prestazioni sanitarie da garantire a giugno scorso coincidevano già con 434mila prenotazioni. Ma nella sola settimana dal 12 al 16 luglio - periodo di riferimento dell’ultimo monitoraggio della Regione sui tempi di attesa per visite ed esami specialistici - dai Cup pugliesi sono state registrate altre 64.520 prenotazioni come primo accesso. Un monte complessivo di oltre 500mila di prestazioni da erogare, dunque. E nel caso di luglio, tempi di attesa massimi garantiti dalle Asl solo a 52.586 cittadini. Per 8mila pugliesi, invece, i ritardi si sono accumulati arrivando persino a 377 giorni. Più di un anno di attesa per una colonoscopia: è il caso di 20 residenti in provincia di Lecce che hanno presentato richiesta “programmata” - con prestazioni da effettuarsi per legge entro 120 giorni - proprio lo scorso luglio. Per sottoporsi l’esame specialistico, tuttavia, dovranno attendere luglio del 2022. 

Tesoretto da 50 milioni per recuperare gli "arretrati"

Una situazione già critica che rischia, tuttavia, di peggiorare da qui a pochi mesi. A fine dicembre, infatti, le prestazioni programmabili saranno sbloccate del tutto. E le prenotazioni potrebbero superare le 700mila unità. Ma anche il “tesoretto” da 50 milioni che la Regione ha a disposizione potrebbe non essere sufficiente per recuperare l’arretrato. In cassa ci sono circa 23 dei 31 milioni di euro del decreto dello scorso ottobre, stanziati dal governo nazionale proprio per potenziare le strutture con assunzioni e acquisti di macchinari. Ma poi il Covid ha travolto di nuovo tutti e gli ospedali sono tornati a “chiudere”. In più, dal decreto “Rilancio” la Puglia dovrebbe ottenere circa 30-35 milioni, cioè il 6,7% dei 500 milioni complessivi. Potrebbe, appunto. Perché momento, invece, non sono previsti ulteriori stanziamenti per potenziare gli organici negli ospedali e nelle strutture sanitarie pugliesi. Né per acquistare macchinari e strumentazioni utili agli esami specialistici. A oggi, inoltre, dagli ospedali pugliesi mancano circa 6mila unità tra medici e infermieri. E a colmare il “buco” in organico di certo non basteranno le 516 unità che la Regione punta ad assumere attraverso il concorsone. Ecco perché, senza una adeguata programmazione a medio e lungo termine, la montagna da scalare ora rischia di diventare un “Everest”. E anche le liste di attesa potrebbero finire per allungarsi ancora.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

© RIPRODUZIONE RISERVATA