Violenze e suicidi nelle carceri di Puglia, lettera a Nordio: «Girone dantesco, venga a vedere»

Violenze e suicidi nelle carceri di Puglia, lettera a Nordio: «Girone dantesco, venga a vedere»
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Giovedì 27 Aprile 2023, 14:10 - Ultimo aggiornamento: 17:02

Accerchiate e minacciate con le lamette da barba da detenuti psichiatrici con le lamette: è accaduto il 24 aprile in carcere a Taranto a due dottoresse, alle quali è stato così impedito, per un certo lasso di tempo, di allontanarsi dal reparto. L'unico poliziotto presente ha lanciato l'allarme ed ha tenuto a bada i detenuti fino all'arrivo dei rinforzi. Il giorno prima sempre a Taranto, un detenuto si era suicidato. «E poi ancora violenza - denuncia il Sappe - con detenuti del nuovo padiglione che hanno sfondato il gabbiotto in cui si riparava il poliziotto, poiché non volevano aspettare l’arrivo dell’infermiere». Da qui l'appello al ministro della giustizia, Carlo Nordio: «Venga in Puglia a vedere».

Tanti episodi di violenza                 

Lunga la lista degli episodi denunciati dal sindacato dei poliziotti penitenziari: domenica un detenuto si è ferito con le lamette, un altro ha devastato la camera, un altro è morto per arresto cardiaco.

Un altro suicidio è avvenuto qualche giorno prima in carcere ad Andria. 

A seguito dell’ennesima aggressione avvenuta nel carcere di Lecce, i sindacati ieri e oggi hanno  indetto un sit in davanti al penitenziario di Lecce.     

"Il Sappe - si legge in una nota - ritiene che le più grandi responsabilità di quanto sta accadendo e di quello che ancora di peggio potrebbe accadere, è dei vertici del DAP che riducendo irresponsabilmente il numero dell’organico di quasi 600 unità ha permesso che le carceri non fossero più sotto il controllo dello Stato". E ancora: "Ci siamo rivolti anche ai prefetti. Abbiamo  rappresentato che i tanti eventi critici compresi i suicidi di detenuti, le evasioni, le rivolte, le aggressioni ai poliziotti  forse si sarebbero potuti evitare, se il DAP  avesse dotato  le carceri pugliesi a partire  da Taranto di un organico confacente all’attuale numero di detenuti  (quasi 4000), invece di rimanere calibrato per gestirne non più di 2400, a cui si sono aggiunti nuove sezioni detentive (Lecce, Trani, Taranto) senza che però sia arrivato il personale necessario per gestire tali detenuti".

L'appello a Nordio

Le affermazioni del Sappe "non sono strampalate ma basate sui numeri che ci dicono che mentre a livello nazionale il sovraffollamento medio dei detenuti sarebbe circa  del 10%, in Puglia salirebbe al 40%; come pure la proporzione agente /detenuti sarebbe di 0,66 nelle altre regioni, mentre a Taranto scenderebbe  a 0,36 con una media regionale di 0,48. A  questo punto chiediamo che il Ministro della Giustizia Nordio venga con urgenza  in Puglia  per constatare con i propri occhi in quale girone dantesco  costringe  a lavorare  servitori dello stato che si sono rovinati la vita e la salute, anche per  per colpa sua".                                                

Il presidente della Regione

«La questione carceraria è una delle più neglette nel nostro Paese. Dopo Cesare Beccaria e l'intervento di tanti importantissimi autori e giuristi sulla corrispondenza fra civiltà e buona organizzazione carceraria, ci rendiamo conto che negli ultimi anni in Italia questo rapporto sta degradando verso l'inciviltà» ha detto il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, a margine dell'incontro “Costituzione, diritto internazionale, obbligo di soccorso in mare” a Bari. «Siamo di fronte alla mancanza di rispetto nei confronti di chi si trova in stato di detenzione, ma anche nei confronti delle loro famiglie - ha aggiunto - e di chi è costretto a lavorare in queste carceri sempre più inadeguate e insicure». 

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