Viticoltori italiani, il diario della crisi ma anche delle speranze

Viticoltori italiani, il diario della crisi ma anche delle speranze
di Leda CESARI
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Giovedì 26 Marzo 2020, 17:29 - Ultimo aggiornamento: 17:33
Cantine da tutta Italia – ma non solo – stanno partecipando in questi giorni all’iniziativa lanciata dall’associazione Vinoway Italia, presente anche in Puglia, da Bari al Salento, con numerosi e prestigiosi eventi legati al mondo enologico, attraverso - l’omonimo portale: affidare a un video i timori, le difficoltà e gli auspici di quanti non hanno interrotto il lavoro nelle vigne e la produzione enologica, elemento trainante dell’economia nazionale, nonostante le difficoltà di questi giorni.

Le operazioni di potatura delle viti, previste infatti come di consueto in questo periodo, stanno proseguendo in totale normalità, come anche il lavoro per travasi e rimontaggi in cantina. E se anche le aziende hanno dovuto bloccare visite e degustazioni nelle cantine, e i loro dipendenti optare per il telelavoro, i cuori sono comunque alti: si guarda già al futuro e alle soluzioni per attenuare i danni che questa sosta forzata di molte settimane sta provocando, e la diffidenza sviluppata sui mercati esteri nei confronti dei prodotti italiani nonostante il coronavirus non si trasmetta attraverso la spedizione di merci o alimenti, ha più volte spiegato il Ministero delle Politiche Agricole.

All’iniziativa di Vinoway hanno preso parte, tra gli altri, anche Riccardo Cotarella, presidente di Assoenologi e degli enologi mondiali (https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=10158131455324525&id=338394629524). “Assoenologi, dopo un confronto con importanti rappresentanti della comunità medica, rileva che la sopravvivenza del virus nel vino appare impossibile in quanto la concomitante combinazione della presenza di alcol, di un ambiente ipotonico e della presenza di polifenoli, impedisce la vita e la moltiplicazione del virus stesso. Assai remota, se non addirittura statisticamente inesistente, appare la contaminazione da imballaggi, anche in considerazione della breve vita del virus e dell’assenza di un potenziale ospite biologico vivente. Un consumo moderato di vino, legato al bere responsabile, può contribuire ad una migliore igienizzazione del cavo orale e della faringe, area, quest’ultima, dove si annidano i virus nel corso delle infezioni".

Anche il giornalista Bruno Vespa, che produce vino nella sua tenuta di Manduria, non ha voluto far mancare il suo incoraggiamento all’iniziativa (https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=10158127743209525&id=338394629524); idem dicasi per Franco Maria Ricci, presidente della Fondazione Italiana Sommelier (https://www.facebook.com/338394629524/posts/10158145751559525/), e per uno dei più blasonati produttori pugliesi, il salentino Piernicola Leone De Castris (https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=10158142285859525&id=338394629524).

“In questo difficile momento all'insegna del "#iorestoacasa", c'è qualcuno che a casa non può proprio rimanere, perché la natura non si ferma e i nostri vignaioli devono continuare ad occuparsi dei loro terreni, delle loro viti, obbligati a seguire il ciclo vitale che li porterà tra qualche mese, quando si spera tutto sarà finito, a raccogliere il frutto di un'annata che nessuno potrà mai dimenticare”, spiega Davide Gangi, patron di Vinoway. “Per essere vicini e per sostenere i loro sforzi, noi di Vinoway abbiamo chiesto a ciascuno di loro di inviarci i filmati che documentino il lavoro che si sta svolgendo in questo periodo in vigna, cercando di aggirare e superare le difficoltà che questa crisi ha inevitabilmente causato”. Quando si dice vedere il bicchiere (di vino) mezzo pieno.
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