Il viaggio/ Da Brindisi a Taranto in bus e in treno: il percorso fra luci e ombre

Il viaggio/ Da Brindisi a Taranto in bus e in treno: il percorso fra luci e ombre
di Giuseppe ANDRIANI
7 Minuti di Lettura
Lunedì 13 Giugno 2022, 05:00

Dalla scalinata virgiliana al Mar.Ta e ritorno, lungo quello che, per i romani, già nel secondo secolo avanti Cristo, era l’ultimo tratto della Via Appia. Oggi, in treno, lo si percorre in poco più di un’ora. In auto, lungo la Statale 7 ci si impiega anche meno: il tragitto è agile, la strade a scorrimento veloce. Due città unite nell’Antica Roma e, molto più tardi, da un destino industriale con più ombre che luci. Da Brindisi a Taranto è un viaggio alla scoperta di mete lontane dal turismo di massa, ma suggestive e particolari: Mesagne, un tempo conosciuta come patria della Sacra Corona Unita, ora diventata una delle più belle cittadine della Puglia meridionale; Francavilla Fontana, snodo commerciale fondamentale per la zona; Grottaglie, famosa in tutto il mondo per il quartiere delle ceramiche. 
Il viaggio da Brindisi a Taranto parte dalla stazione centrale brindisina, evitando così i numerosi disagi che tanti turisti segnalano nei collegamento con l’aeroporto. Il problema principale - ironia della sorte - è trovare parcheggio.

La partenza

Dalla città sull’Adriatico si può partire anche prima in autobus, da Via Indipendenza, vivace e percorsa da un gran numero di mezzi pubblici che passano puntualmente.

Scegliendo il treno, però, la stazione mostra subito un volto accogliente. Venerdì mattina, ore 10.45, il bar è aperto, la biglietteria idem e funziona in maniera efficiente, un caffè e via. I vagoni sono già sul binario 4: il sottopasso, un po’ di attesa e si parte. Per Mesagne servirebbero 15 minuti, in realtà il mezzo - pulito e profumato, al primo viaggio della giornata - ce ne mette 20. A bordo quasi esclusivamente pendolari, un turista straniero, che evidentemente era atteso da qualcuno a Mesagne, e tanti lavoratori che devono raggiungere Francavilla o Taranto. Costo abbordabile (1,10 euro) e servizio accettabile. La stazione è in ottima posizione, una passeggiata a piedi - peccato per la pioggia - e non manca nulla per poter godere del riqualificato centro storico di Mesagne. Un paio d’ore scorrono via senza patemi d’animo, fin quando non bisogna ripartire. Obiettivo: arrivare a Francavilla Fontana.

Le lamentele degli studenti


Primo giorno con l’orario estivo, la scuola è finita giovedì, non ci sono studenti. Alla fermata, all’ingresso della cittadina brindisina, una ragazza di poco più di vent’anni, attende l’autobus per almeno venti minuti. «Bisogna aspettare, ma di solito passa». Non è contenta del servizio, anzi in maniera disinvolta ci porta nel suo mondo, quello di una pendolare che sa come lontano da quell’orario bisognerà avere molta pazienza per viaggiare. «Senza la scuola speriamo non facciano scherzi». L’autobus scelto è della Stp, azienda leader nel brindisino. Arriva, viaggia lento, all’interno una ventina di persone: è una tratta consueta per tanta gente. A Latiano scende una donna non udente, il conducente è evidentemente nuovo, ma è accompagnato da qualcuno che lavora per l’azienda. Quando la signora scende, quest’ultimo le spiega: «Lei va lasciata sempre qui, abita vicino, anche se non lo dice devi fermarti dove ti sei fermato oggi». Lenti, sì, ma gentili. 

Le informazioni sul web


Francavilla Fontana è bella, elegante, il pullman dopo aver attraversato Latiano e Oria lascia su Via San Francesco, a pochi passi dai principali centri d’attrazione. Ha smesso di piovere e il caldo si riaffaccia prepotente. Su strada solo un paio di uomini che devono scaricare del materiale da una bancarella. Poi silenzio. Silenzio anche alla fermata, dall’altra parte della centrale Via San Francesco, quando alle 14.20 sarebbe previsto l’arrivo di un autobus - sempre della Stp - diretto a Grottaglie (indicazione: Villa Castelli). Google Maps, fedele compagno di viaggio, è convinto ci sia. Ma non passa e probabilmente non è mai passato. Da lì, di mezzi, ne passano due, entrambi diretti altrove (Brindisi e Ceglie Messapica). Anche percorrendo la strada verso Viale Lilla la situazione non cambia. C’è chi aspetta, ma nessuno va a Grottaglie. Tanto vale, quindi, provarci con il trasporto su rotaia, se l’autobus tradisce con il peggior colpo che si possa infliggere a un pendolare. 
Anche il treno è in ritardo. Un gruppo di ragazzi, in età scolare, si diverte a fare degli scherzi a un compagno che evidentemente ha fretta: hanno cancellato la corsa. Ma non è vero. Il ritardo è di una decina di minuti. Due turisti americani diretti a Taranto, cercano indicazioni in inglese, ma nessuno tra loro parla la lingua di Sua Maestà. Si accontentano di sorridere, quando capiscono che comunque potranno raggiungere la città dei Due Mari. E infatti è così. La stazione è sprovvista di biglietteria, c’è solo quella self-service, ma funziona bene e tanto basta. Il treno per Grottaglie, del resto, è questione di minuti: sette e si arriva. 

La stazione


Ore 15, la stazione di Grottaglie si trova alla periferia sud della città, isolata, cupa. Il quartiere delle Ceramiche è deserto, serve attraversarlo - con pazienza e sopportazione della salita e del caldo - per arrivare su Via Ennio e da lì prendere un bus per Taranto. È il primo giorno dopo la fine della scuola, ma il servizio è confermato in toto e lo sarà fino a settembre: cambia poco e nulla, un mezzo ogni ora. L’autista è scocciato quando alle 16 un ragazzo gli chiede di fare un biglietto a bordo, e il prezzo sembra persino eccessivo (3,30 euro per una ventina di chilometri): «Non ho resto, se non hai contanti non puoi farlo». Inconvenienti, nulla di irreparabile. Nel mezzo ragazzini, diretti a Taranto per un aperitivo o per incontrare qualche amico o amica. Viaggio lento, attraversando Monteiasi, Carosino e San Giorgio Ionico, ma tutt’altro che scomodo. 

Taranto, la meta


L’arrivo è in Corso Italia, pieno centro di Taranto. In cinque minuti a piedi si arriva al Mar.Ta, uno dei musei più belli del Sud e d’Italia. In quell’angolo di mondo che più d’ogni altro allietava Orazio Flacco (a cui non a caso è dedicato un liceo), funzionano persino gli autobus di città. Partono da una pensilina, coperta (nel viaggio ve n’erano un po’ ovunque, salvo che nelle fermate minori nei paesini) e segnalata bene. Tutti i mezzi fermano in stazione. Da lì si può ripartire per Brindisi, a due passi dal mare e dal ponte di pietra. Vale la pena persino fermarsi una mezzora in attesa del convoglio. Unico inconveniente: attraversare la strada senza farsi investire sembra un’impresa. E si riparte per Brindisi alle 18.49. Senza acqua e senza possibilità di bissare il caffè del mattino, perché il bar è chiuso. «Dopo la pandemia non ha più riaperto», dice uno dei tanti tassisti presenti sul piazzale. Il binario, in alcuni tratti, è unico e il viaggio è a due velocità, un po’ come l’Italia di oggi.
All’altezza della stazione per la Cittadella della Ricerca, l’annuncio: c’è un guasto, ripartiremo appena possibile. Ma è un errore, il treno torna a correre dopo nemmeno un minuto. E arriva a Brindisi. Con qualche inconveniente, ma senza intoppi. A Grottaglie un ragazzo, che passava per caso, ci aveva raccontato di bus affollati (da pollaio) e disservizi nel trasporto scolastico, ma è tardi per verificare. Turisti non ce ne sono, o sono pochissimi, ma qui muoversi è un’impresa possibile. C’è da rallegrarsi.

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