La smentita del diretto interessato, per ora, è d’obbligo. E non potrebbe essere altrimenti: troppo complesso lo scenario, molto suscettibile il contesto politico e ancora costellato di insidie e passaggi il percorso. Ma l’indiscrezione c’è, i segnali anche, perlomeno quelli che portano a un interesse vivo, in prima linea per fatti e misfatti della scena pubblica e per le cose di Puglia. In ogni caso: Nichi Vendola è accarezzato dalla tentazione di candidarsi alle Europee del prossimo anno. È un’idea che a sinistra si insinua con sempre maggiore insistenza, nelle ultime settimane. E che in Puglia promette di deflagrare nel bel mezzo di un quadro quantomeno in evoluzione, se non addirittura precario, e che prevede tra le ipotesi (e almeno sulla carta) la stessa sorte per l’altro grosso calibro regionale: Michele Emiliano potrebbe dimettersi con un anno d’anticipo dalla Regione per tentare la scalata a Bruxelles. Anche qui: smentite, peraltro anche ieri durante il vertice di maggioranza tra il governatore e i consiglieri regionali di centrosinistra. Ma fa tutto parte del grande gioco della politica, in queste fasi della partita a scacchi. Di sicuro, un ritorno in grande stile di Vendola scombinerebbe parecchio molti piani e altrettante prospettive, scatenando una sorta di effetto domino nel Risiko di caselle e destinazioni. Lo sa Emiliano, lo sa Antonio Decaro, lo sanno tutti, e di certo la candidatura dell’ex governatore potrebbe sbarrare la strada verso l’Europarlamento al suo successore. Con mille interrogativi a seguire.
Tra smentite, attacchi a Emiliano e sostegno a Decaro
«Non intendo candidarmi», ma «non ho mai lasciato la politica», ha intanto replicato Vendola nell’intervista a tutto campo rilasciata a “Il Graffio”, ieri sera su TeleNorba. Dal 2015 non ha più ruoli di rilievo pubblico: una sorta di ritorno alla dimensione privata, una bolla rotta solo occasionalmente con qualche uscita da “padre nobile della sinistra”, in un volontario esilio dopo i dieci, logoranti anni in Regione. Da un po’ di tempo però Vendola c’è, si fa sentire, presidia la Puglia con eventi pubblici (seppur non legati alla politica) e ora interviene punzecchiando Emiliano, pungolando tutti e sfoderando i temi di merito: la vicenda xylella e il welfare, la Puglia «capitale dell’idrogeno» e la frattura nel centrosinistra di Brindisi, il “no” al terzo mandato e il sostegno convinto alla corsa verso la Regione di Antonio Decaro, magari con reciproca sponda. «Sarebbe un eccellente presidente», dice, e suona come uno schiaffo a Emiliano, “l’amico per forza” di sempre.
Le incognite (e il processo)
Va da sé che il restart politico, in ottica Europee, per Vendola presenta delle inevitabili incognite. La prima: l’ex governatore correrebbe con il listone di Sinistra italiana-Verdi, difficilmente come “quota-sinistra” nel Pd. Del resto, la legge elettorale per l’Europarlamento è proporzionale in senso puro e perciò non obbliga alle coalizioni. Sono previsti i voti di preferenza, da raccogliere in tutta la circoscrizione Italia meridionale, ma per Vendola non rappresenterebbe un ostacolo. Poi c’è un secondo fattore, strettamente personale: Vendola, e non è un mistero, fa ancora i conti con la ferita del processo Ilva. Nel maggio del 2021 è stato condannato a tre anni e sei mesi per concussione aggravata in concorso (la richiesta della Procura era di cinque anni), a gennaio è stata depositata l’istanza di Appello. L’ex governatore si è sempre ribellato con forza a quel verdetto, anche ieri ha ricordato il «dolore per il coinvolgimento gratuito nell’inchiesta», «prima o poi un giudice» decreterà «la mia innocenza». «Nichi - ricorda qualcuno tra i vendoliani doc - vuol aspettare la fine della vicenda giudiziaria prima di impegnarsi di nuovo, ma chissà... potrebbe convincersi comunque». Orizzonte aperto. Di sicuro, Vendola non vuol lasciare più campo aperto e libero a Emiliano e all’emilianismo. E, candidatura o no, vuol incalzarlo.
La potenziale irruzione vendoliana sul campo di gioco potrebbe in definitiva far saltare il già pericolante schema, che prevederebbe Emiliano in corsa per Bruxelles e Decaro alle Regionali (per la conseguente azione di freno del governatore). Schema già messo in discussione da molte variabili e numerosi sgambetti tra Emiliano e il sindaco. E che ora rischia di implodere definitivamente, o almeno per una parte.
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