Variante delta, il segnale è buono: niente sintomi gravi tra i contagiati

Variante delta, il segnale è buono: niente sintomi gravi tra i contagiati
4 Minuti di Lettura
Mercoledì 23 Giugno 2021, 09:37 - Ultimo aggiornamento: 24 Giugno, 08:00

Da quando la variante indiana ha messo piede anche in Puglia non c'è stato un aumento dei casi di malattia grave: è quanto emerge da una prima analisi sui contagi individuati e accertati, 51, e sulle conseguenze che il Covid mutato sta avendo sulla curva epidemiologica.

Isolati i focolai

La buona notizia è che, al momento, non sembra esserci una ricaduta pesante, merito anche dell'immediato isolamento dei positivi (una settantina inizialmente, ma ora il numero si è ridotto) e il rapido soffocamento dei focolai che si sono registrati, in particolare, a Brindisi. Anche lo stato avanzato della campagna vaccinale ha contribuito a rallentare il diffondersi della variante delta. Secondo i primi risultati dell'indagine epidemiologica non c'è stato, quindi, un incremento dei casi di malattia grave, anche i decessi, uno, sono in linea con l'andamento normale della pandemia.

Accertamenti su età e stato di salute


Gli accertamenti, però, proseguono: la task force sta analizzando età e condizione di salute delle persone contagiate e sta verificando se erano state vaccinate e, se sì, con quante dosi. L'altro dato che emerge è che, per ora, la percentuale dei vaccinati contagiati è molto bassa, pari a zero in caso di immunizzazione completa. Dati preliminari, ma incoraggianti. La preoccupazione, soprattutto in vista dell'autunno con la riapertura delle scuole e delle attività, non lo ha nascosto nemmeno la presidente della commissione europea, Ursula von der Leyen: «La variante delta ci preoccupa. È molto più contagiosa e diventerà dominante: è solo una questione di tempo». La presidente ha però sottolineato che il vaccino protegge e aiuta ad avere decorsi della Covid più lievi e che le generazioni più anziane sono ormai protette.
C'è un altro aspetto da non trascurare, un elemento che arriva dalla Gran Bretagna, la prima in Europa a dover fare i conti con la variante indiana: il virus mutato si è diffuso soprattutto tramite i giovani non ancora vaccinati, è quanto indica la ricerca coordinata dall'Imperial College di Londra e online sul sito MedRxiv, che accoglie le ricerche non ancora sottoposte all'esame della comunità scientifica.

Coordinata da Steven Riley, della Scuola di Sanità pubblica dell'Imperial College, la ricerca ha rilevato un aumento nella prevalenza dei casi di infezione da SarsCoV2 fra il 7 maggio e il 7 giugno 2021 del 50% rispetto al mese precedente. Su questa base, i ricercatori hanno stimato un tempo di raddoppio di 11 giorni con un indice di contagio Rt di 1,44. «Questo periodo di rapido aumento dei casi coincide con quello in cui la variante Delta è diventata dominante in Inghilterra» e «osserviamo che la crescita è stata trainata dai gruppi di età più giovani, con tassi di positività rilevati nei tamponi cinque volte più alti nei bambini da 5 a 12 anni e nei giovani adulti da 18 a 24 anni rispetto alle persone di 65 anni e più».

Variante trainata dai più giovani

Il tasso è risultato due volte e mezzo maggiore rispetto a chi ha fra 50 e 60 anni. Questo studio evidenzia l'importanza di riuscire a vaccinare e immunizzare anche i più giovani, soprattutto in vista della riapertura delle scuole. In Puglia, al momento, i vaccinati con prima dose nella fascia 12-19 anni rappresentano solo il 12,69%, 40mila circa su 321mila. Anche tra i 20 e 29 anni la copertura è bassa, pari al 25.43%, 109mila su 429mila. Ci sono, quindi, circa 600mila giovanissimi da vaccinare in tre mesi. Intanto, ieri è iniziata anche in Puglia, come nel resto d'Italia, la nuova indagine rapida sulla diffusione delle principali varianti del coronavirus. Una cinquantina in tutto i tamponi che verranno esaminati in Puglia, si tratta infatti di una indagine a campione per calcolare la prevalenza dei vari ceppi.

Il sequenziamento

Parallelamente, la Regione sta portando avanti un'attività straordinaria di sequenziamento dei ceppi virali: per individuare rapidamente eventuali focolai vengono esaminati tutti i tamponi delle persone risultate positive che: hanno viaggiato negli ultimi 15 giorni; che erano già state vaccinate; o che sono state ricoverate dopo il peggioramento della malattia. Non solo: il sequenziamento dei ceppi virali viene effettuato anche in caso di un rapido sviluppo di un focolaio. Sono queste le indicazioni che l'assessore alla Sanità, Pier Luigi Lopalco, ha dato alle Asl e ai dipartimenti di Prevenzione per provare a circoscrivere la diffusione della temuta variante delta. Sono due i laboratori che svolgono le indagini: quello del Policlinico di Bari, diretto dalla professoressa Maria Chironna, e l'Istituto Zooprofilattico di Puglia e Basilicata.
V.Dam.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

© RIPRODUZIONE RISERVATA