Vaccino, terza dose ai sanitari a rischio. Anelli: «Somministrazione per tutti, niente discriminazioni»

Vaccino, terza dose ai sanitari a rischio. Anelli: «Somministrazione per tutti, niente discriminazioni»
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Martedì 28 Settembre 2021, 06:42 - Ultimo aggiornamento: 14:43

Si parte con con la terza dose del vaccino anti-Covid per gli ultra ottantenni, gli ospiti delle Rsa e il personale sanitario. Le categorie alle quali verrà somministrata la cosiddetta dose booster, dunque, sono indicate nel dettaglio nella nuova circolare firmata dal direttore della Prevenzione del ministero della Salute Gianni Rezza. Ferma restando la priorità del «raggiungimento di un'elevata copertura vaccinale con il completamento dei cicli vaccinali attualmente autorizzati», si legge, sarà possibile procedere con la somministrazione di terze dosi booster a favore di «soggetti di età uguale o superiore agli 80 anni; personale e ospiti dei presidi residenziali per anziani» e «in un momento successivo, una dose booster potrà essere altresì offerta agli esercenti le professioni sanitarie e operatori di interesse sanitario che svolgono le loro attività nelle strutture sanitarie, sociosanitarie e socio-assistenziali, pubbliche e private, nelle farmacie, parafarmacie e negli studi professionali, a partire dai soggetti di età uguale o superiore ai 60 anni o con patologia concomitante tale da renderli vulnerabili a forme di Covid grave o con elevato livello di esposizione all'infezione».

L'Ordine


Ma per il presidente della Fnomceo (Federazione degli Ordini dei Medici, Chirurghi e Odontoiatri), Filippo Anelli, «i sanitari a rischio sono tutti, ognuno ne ha uno proprio». Per questo motivo, sebbene possa «avere un senso partire da quelli più esposti», come ad esempio chi è in prima linea nella lotta contro il Covid-19, è necessario estendere la terza dose a tutti in quanto questa «garantisce la riduzione del rischio» e darebbe modo a tutta la categoria di «continuare a lavorare in serenità». Sempre il presidente Anelli ha spiegato che molti sanitari si sono chiesti cosa si intendesse con l'espressione a rischio: «Se ci mettono dietro i cittadini fragili va anche bene. Purché quando tocca a noi non si faccia il tu sì tu no. Il virus circola e te lo puoi prendere anche quando vai a visitare un paziente a casa».

I dati


In Puglia l'89% del personale sanitario risulta completamente vaccinato, mentre il 91,2% ha ricevuto solo la prima dose. Perplessità anche sulla somministtazione in contemporanea del vaccino contro l'influenza. «C'è al momento una scarsa comunicazione da parte delle istituzioni in merito all'organizzazione di questa fase della campagna vaccinale, appena partita con la somministrazione delle terze dosi di vaccino anti-Covid ai soggetti immunodepressi, e attendiamo indicazioni dagli organi preposti rispetto alla possibilità di una somministrazione contemporanea del vaccino anti-Covid e dell'antinfluenzale - ha aggiunto Anelli -. Forse prima di fare annunci un po' di coordinamento non sarebbe male. Sulla possibilità di una eventuale co-vaccinazione, con la somministrazione della terza dose anti-Covid insieme all'antinfluenzale. L'indicazione dovrebbe arrivare dal Cts, ma tocca anche all'Agenzia italiana del farmaco Aifa fornire indicazioni e chiarimenti, e ci aspettiamo un'ipotesi anche dall'Aifa».
Dunque, «un'indicazione generale su come procedere - ha rilevato il presidente Fnomceo - è necessaria, altrimenti il rischio è quello solito di una sanità molteplice in cui ogni Regione fa quello che vuole». Inoltre, conclude, «credo che i vaccini antinfluenzali arriveranno dopo il 15 ottobre mentre la terza dose per i residenti nelle Rsa e gli over-80 dovrebbe partire a breve, e quindi non sono certo che si riuscirà eventualmente a procedere con le due vaccinazioni insieme».
Intanto, i medici di famiglia chiedono che si apra subito un dibattito con le Regioni e il governo per riformare il sistema salute italiano e in particolare le cure territoriali.

La Riforma, sollecitata dalla Federazione degli Ordini dei medici (Fnomceo) e contenuta nel documento inviato alle istituzioni dalla Federazione dei medici di medicina generale (Fimmg), ha l'obiettivo di richiamare l'attenzione sull'urgenza di una riforma strutturale e la necessità di maggiori risorse poiché «il mutare del contesto socio-demografico ed epidemiologico, l'invecchiamento della popolazione, l'innovazione tecnologica e diagnostica, rendono indispensabile l'adeguamento dello standard organizzativo della medicina generale».

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