Vaccini, via alla prima fase: tra domani e giovedì altre 30mila dosi in Puglia

Vaccini, via alla prima fase: tra domani e giovedì altre 30mila dosi in Puglia
di Vincenzo DAMIANI
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Martedì 29 Dicembre 2020, 08:27 - Ultimo aggiornamento: 10:58

In Puglia la nuova scorta di vaccini anti Covid arriverà tra il 30 e il 31 dicembre. Maltempo permettendo, però, visto che le nevicate al Nord rischiano di far slittare di 24 la consegna dei vaccini in tutta Italia. Con ogni probabilità, comunque, non saranno consegnate tutte le 94mila dosi previste per completare la prima fase, quella rivolta agli operatori sanitari, dipendenti e ospiti delle Rsa. La partita che sarà consegnata in settimana è composta di circa 30mila flaconcini.


Dopo il Vax-Day del 27 dicembre, quindi, la prima fase potrebbe iniziare anche prima del 7 gennaio. Ieri il commissario Domenico Arcuri ha avuto «conferma dalla Pfizer che le prime 469.950 dosi del vaccino, previste per l'Italia dal contratto sottoscritto dall'Unione Europea in questa settimana, arriveranno nel nostro Paese a partire» da oggi. La consegna sarà effettuata direttamente dalla Pfizer nei primi 203 siti di somministrazione individuati. Se, come ipotizzabile, la prima fase della vaccinazione sarà avviata nei primi giorni di gennaio (si parla del 4 gennaio come data), entro la fine del primo mese del 2021 dovrà essere effettuato anche il richiamo. La seconda dose, infatti, va iniettata a 21 giorni di distanza dalla prima. Quindi, è possibile che i 94mila operatori sanitari pugliesi, dipendenti e anziani delle Rsa possano essere immuni dal Covid già agli inizi di febbraio, calcolando che il vaccino produce copertura efficace sette giorni dopo la seconda somministrazione. Febbraio dovrebbe essere anche il mese dell'avvio delle vaccinazioni per la popolazione da 80 anni in su.


L'altra novità è che, da ieri, anche i farmacisti pugliesi hanno la possibilità di aderire alla campagna di vaccinazione anti Covid, prenotandosi sulla piattaforma messa a disposizione dalla Regione Puglia per medici e infermieri. Nei giorni scorsi, il presidente dell'Ordine dei farmacisti di Bari, Luigi d'Ambrosio Lettieri, aveva sollecitato proprio la Regione per permettere ai farmacisti di vaccinarsi a partire da gennaio. Inizialmente, infatti, i farmacisti erano stati esclusi, in quanto le disposizioni ministeriali avevano riservato le prime dosi al personale sanitario e socio-sanitario. Grazie all'assessore Pierluigi Lopalco e al direttore del dipartimento Salute, Vito Montanaro, commenta Lettieri. Arrivato il vaccino, ora il fulcro di polemiche e preoccupazioni ed eventuali decisioni politiche è rappresentato da chi lo rifiuta tra gli operatori sanitari.

Circa un centinaio di professionisti secondo la Federazione degli Ordini dei medici, su alcuni dei quali l'Ordine di Roma ha aperto un procedimento disciplinare. E se i giuristi dicono che per chi lavora a contatto col pubblico è pensabile un obbligo vaccinale, perché il limite della libertà individuale sta nel non arrecare danno agli altri, il mondo politico si divide.

Favorevoli a questa ipotesi esponenti di punta come Matteo Renzi e Silvio Berlusconi e la sottosegretaria alla Salute Sandra Zampa, che sottolinea però come cominciare a parlare di obbligo sarebbe un danno, auspicando che il rifiuto si superi spiegando. Contraria, invece, la ministra Fabiana Dadone che preferirebbe per i dipendenti della pubblica amministrazione una forte raccomandazione. Come ha spiegato il presidente della Fnomceo, Filippo Anelli, però, sono un centinaio circa i medici contrari alle vaccinazioni. E per noi, chi sta con i No Vax è incompatibile con la professione, perché mette in discussione le evidenze scientifiche. Ci sono poi medici che non vogliono essere vaccinati, e possono avere diverse motivazioni, a volte coincidono con i No vax, ma non tutti sono incanalabili in questo filone. Al momento l'adesione dei medici al vaccino è stata alta in Italia, solo due operatori sanitari su dieci hanno deciso al momento di non vaccinarsi contro il Covid. Alla vigilia dell'arrivo del secondo carico di dosi, però, non tutti i medici e infermieri hanno aderito alla prima fase della campagna, in cui la loro categoria sarà protagonista.

La percentuale, con una media nazionale dell'80%, resta comunque molto alta e raggiunge punte oltre il 90% in regioni come la Toscana. In Puglia è stata superata la soglia delle 50mila adesioni su circa 70mila aventi diritto ma c'è tempo sino al 31 dicembre per prenotarsi. Anelli ritiene che debba essere la politica, in base ai numeri, a decidere se prevedere per legge un obbligo al vaccino anti Covid per gli operatori sanitari: Ma dice - prima ancora di un obbligo legislativo, c'è un obbligo deontologico in base a quale un medico deve vaccinarsi se ha a che fare con dei pazienti fragili, per tutelarli. Un'ipotesi, quella dell'obbligo, su cui sta ragionando anche la politica. Sono quasi 90.000, secondo gli ultimi dati dell'Istituto Superiore di Sanità, gli operatori sanitari contagiati da inizio pandemia.

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