Vaccino antinfluenzale: 150mila dosi alle farmacie

Vaccino antinfluenzale: 150mila dosi alle farmacie
di Vincenzo DAMIANI
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Mercoledì 7 Ottobre 2020, 09:12 - Ultimo aggiornamento: 13:23

La Puglia ha fatto la sua scorta, oltre 2,1 milioni di vaccini antinfluenzali acquistati, ma nelle farmacie sono ancora introvabili. Mentre ieri è iniziata la distribuzione da parte delle Asl ai medici di base e, nelle prossime ore, verrà avviata la campagna di vaccinazione partendo dagli anziani. «I medici di medicina generale - dice il professore Pierluigi Lopalco, assessore regionale alla Sanità in pectore - stanno ricevendo i vaccini antinfluenzali e inizieranno a chiamare i pazienti partendo dagli anziani. Nelle farmacie anche saranno disponibili fra poco. Ma bisogna ricordare che quest'anno la Regione Puglia ha acquistato i vaccini per vaccinare gratuitamente attraverso medici di famiglia e servizi territoriali tutti coloro che ne abbiano bisogno».
Ieri proprio i medici di famiglia hanno lanciato un appello: «Avremo un carenza e dei ritardi nelle vaccinazioni e ci sarà una iniquità nell'accesso», ha detto Silvestro Scotti, segretario nazionale della Fimmg (Federazione nazionale dei medici di medicina generale). «Sono giorni sostiene - che sto ripetendo che volevo delle linee guida perché potrebbero esserci delle responsabilità medico-legali per i colleghi che, immaginiamo l'ultimo giorno di vaccinazione, hanno di fronte due pazienti: il 60enne in buona salute e il 50enne diabetico con uno stent cardiovascolare. Io - avverte Scotti - so a chi fare il vaccino, ma solo nella mia responsabilità, perché se il 60enne si prende l'influenza e le cose vanno male chi si becca la denuncia è il medico di famiglia».

La Puglia, essendosi mossa con buon anticipo, è tra le regioni che certamente può contare su una larga scorta: con 2,1 milioni di dosi sulla carta riuscirebbe a vaccinare oltre la metà dei residenti. Però, dall'altro lato, le farmacie sono rimaste sguarnite, il vaccino è introvabile ad oggi. Si attende che la Regione ceda una parte delle dosi ai farmacisti, secondo un primo accordo dovrebbero essere consegnate entro il 15 ottobre circa 150mila vaccini. Un numero che sia l'Ordine dei farmacisti che Federfarma considerano «ottimale», considerando che mediamente ogni anno in Puglia non vengono acquistate più di 80mila dosi. Guardando i numeri, la Puglia con 4,1 milioni di abitanti dovrebbe non avere problemi visto che ha messo nei magazzini 2,1 milioni di dosi. Basti pensare che la Lombardia, 10 milioni di residenti, ha prenotato 3 milioni di pezzi; il Lazio ne ha comprati 2,4 milioni e ha riservato alle farmacie 100mila dosi; il Veneto, 4,4 milioni di residenti, darà ai farmacisti 60mila flaconi.

La campagna vaccinale, però, rischia di partire più tardi di quanto preventivato la scorsa primavera, anche se le industrie assicurano che le fasce più a rischio saranno coperte. Il presidente di Farmindustria, Massimo Scaccabarozzi, ha tenuto a chiarire che il vaccino «ci sarà per tutte le fasce a rischio e raccomandate dallo Stato, perché le aziende hanno risposto alle gare regionali fornendo quello che è stato richiesto». C'è stato un incremento «del 43% delle richieste - prosegue - e noi siamo stati in grado di soddisfarle, inizialmente bisognava rispondere alle gare pubbliche e le farmacie hanno lamentato una carenza di vaccini, è stato aperto un tavolo a cui lavorano ministero della Salute, Agenzia del farmaco, Regioni, industrie e farmacisti. Una parte di vaccini sta arrivando alle farmacie messa a disposizione dalle Regioni». Il problema infatti riguarda anche le scorte di vaccino per le fasce non a rischio, che lo comprano privatamente.

La richiesta è alta, più degli altri anni, rilevano i farmacisti pugliesi. Però, secondo i calcoli della Regione Puglia, i 2,1 milioni di dosi saranno più che sufficienti. Se i 150mila pezzi che verranno distribuiti in prima battuta alle farmacie non dovessero risultare sufficienti, il dipartimento Salute è pronto a consegnare altre scorte. L'obiettivo, messo nero su bianco nell'accordo con i medici di base, è vaccinare almeno il 75% dei pugliesi dai 60 anni in su. Il vaccino, ovviamente, non protegge dal Covid-19, però è utile per evitare che, in prima battuta, normali sindromi influenzali possano essere scambiati per contagio da Coronavirus e viceversa. Inoltre, vaccinare il 75% della popolazione pugliese più adulta eviterebbe di intasare gli ospedali con i ricoveri e accessi ai pronto soccorso che avvengono ogni inverno con l'arrivo dell'influenza stagionale.


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