Vaccini, arrivate 90mila dosi Pfizer. Disagi in mattinata agli hub e accordo con gli odontoiatri

Puglia, arrivate 90mila dosi di vaccino Pfizer

Vaccini, arrivate 90mila dosi Pfizer. Disagi in mattinata agli hub e accordo con gli odontoiatri
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Mercoledì 14 Aprile 2021, 18:22 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 05:04

Sono state consegnate le nuove dosi Pfizer alla Puglia: arrivati circa 90mila vaccini anti Covid. Ieri il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, aveva scritto al commissario Figliuolo per chiedere di anticipare la distribuzione in quanto le dosi Pfizer erano quasi terminate. Ed effettivamente, questa mattina, in alcuni hub, come quello in Fiera del Levante a Bari, decine di persone prenotate hanno dovuto attendere diverse ore perché le dosi erano esaurite. E' stato anche imposto un "tetto" alle somministrazioni (20.700 al giorno) dal commissario nazionale per l'emergenza Francesco Paolo Figliuolo, e ieri risultavano esaurite le scorte Pfizer e Moderna (leggi la notizia). Intanto, raggiunto l'accordo: anche gli odontoiatri saranno impegnati nei centri vaccinali pugliesi.

Le file agli hub

Caos nell'hub vaccini della Fiera del Levante di Bari, in mattinata centinaia di under 80 in coda per ricevere la somministrazione del vaccino anti-Covid. Nella struttura della Asl, erano state previste 1.650 somministrazioni AstraZeneca per 77enni e 76enni, come stabilito dal piano vaccinale regionale, riservate ai 650 che avevano manifestato la propria adesione e avevano quindi un appuntamento già fissato e anche ai nati nel 1944 e nel 1945 che si sono presentati senza previa adesione, «a sportello». Tra le persone in attesa diverse che hanno aspettato per ore il vaccino Pfizer, prevalentemente seconde dosi, alcuni con prenotazione alle 10 di questa mattina.

Le scorte di questa tipologia di vaccino, però, sono terminate in mattinata e molti cittadini hanno dovuto aspettare che arrivasse nel pomeriggio la nuova fornitura. Dalle 9, quando la sede vaccinale ha iniziato l'attività, si sono create non soltanto lunghe e in certi punti assembrate code all'esterno, ma anche assembramenti all'interno del centro, dove il flusso ingente di utenti non consente di mantenere il dovuto distanziamento interpersonale. Le sedie tutte occupate, in parte anche lungo i corridoi laterali, e in tanti ad aspettare il loro turno in piedi davanti al tabellone che scandisce lo scorrere delle somministrazioni, in ordine di registrazione. In quasi 8 ore sono state somministrate complessivamente circa un migliaio di dosi, quasi 600 dosi AstraZeneca e oltre 400 Pfizer. Sui social sono diventati virali foto, video e post di protesta per le lunghe attese. 

L'accordo con gli odontoiatri

 

I medici odontoiatri inizieranno a vaccinare negli hub della Puglia. E' stata sottoscritta questa mattina l'intesa: «Il coinvolgimento degli iscritti all'Albo degli odontoiatri - dicono dalla Regione Puglia - rappresenta un ulteriore rafforzamento della squadra impegnata nella vaccinazione di massa della popolazione, anche nella prospettiva di un aumento di quantità di dosi». Sulla base delle disponibilità già acquisite da parte dei singoli medici, gli stessi, dopo un breve corso di formazione, potranno essere utilizzati già dalla turnazione di questo fine settimana. «Grazie anche all'impegno degli odontoiatri - dichiarano il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano e l'assessore Pier Luigi Lopalco - avremo una marcia in più nella campagna vaccinale. Si tratta di un'intesa dall'alto valore umano oltre che professionale. Siamo una regione dove tutti quanti, nell'ambito delle loro personali esperienze lavorative, si mettono a disposizione per dare un contributo e uscire dall'incubo di questa drammatica pandemia». Si dichiara molto soddisfatto dell'accordo Alessandro Nisio, presidente della commissione Albo Odontoiatri di Bari: «In un momento delicatissimo per il Paese in cui le Istituzioni richiedono a tutte le categorie mediche un impegno concreto nella lotta alla pandemia - ha detto Nisio - gli Odontoiatri rispondono offrendo disponibilità immediata ad aderire in prima linea alla campagna vaccinale. Gli Ordini hanno già dato disponibilità a raccogliere i nominativi dei colleghi che su base volontaria aderiranno alla campagna vaccinale».

I medici: poche dosi

«Chiedere ai medici di svuotare i frigoriferi fa ridere. I vaccini sono custoditi altrove e distribuiti col criterio dell'amico dell'amico. Anzi bisognerebbe chiedere, in modo formale, quale criterio è stato adottato nella distribuzione dei vaccini ai medici di famiglia. Perché alcuni medici hanno avuto un numero notevole di dosi mentre altri pochissime dosi? Perché ai medici che hanno dato la disponibilità a vaccinare fuori dai propri studi i pochi vaccini sono stati dispensati molto tempo dopo averli distribuiti agli altri? ln un momento come questo c'è bisogno di tutti e il sostegno dei sindaci può essere di grande aiuto». È quanto scrive l'intersindacale medici, composta da Cgil, Smi, Snami, Simet e Ugs,in una lettera inviata oggi al sindaco di Bari e presidente Anci, Antonio Decaro, per chiedere sostegno nella campagna vaccinale. A chiedere di «svuotare i frigoriferi» era stato il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, durante gli incontri con i medici di famiglia avvenuti la settimana scorsa. «L'lntersindacale medici ha apprezzato molto la sua disponibilità riguardo la soluzione degli hub a Bari per consentire ai medici di famiglia di partecipare compiutamente alla campagna vaccinale. I medici di famiglia, con il supporto della giusta organizzazione offerta ad altre equipe per svolgere la stessa funzione, possono essere decisivi per vaccinare più gente possibile nel minor tempo possibile». Però, lamentano «non si capisce perché ai medici di famiglia venga negato, dalle autorità preposte (le Asl), il supporto organizzativo messo in campo per le vaccinazioni fatte dal personale Asl. Come mai quel supporto è inutile se a vaccinare sono i medici di medicina generale mentre viene impiegato, e probabilmente anche remunerato, se a vaccinare è il personale Asl?». «Per non parlare - aggiungono - delle pressioni fatte sui medici per indurli a vaccinare nei propri ambulatori anche quando, per motivi di sicurezza del medico e del cittadino, si è optato per le strutture pubbliche».

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