Vaccinazioni nei luoghi di vacanza, istituzioni e operatori pressano Figliuolo: «No a ripensamenti, noi siamo pronti»

Vaccinazioni nei luoghi di vacanza, istituzioni e operatori pressano dopo i dubbi di Figliuolo: «No a ripensamenti, noi siamo pronti»
Vaccinazioni nei luoghi di vacanza, istituzioni e operatori pressano dopo i dubbi di Figliuolo: «No a ripensamenti, noi siamo pronti»
di Rita DE BERNART
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Giovedì 20 Maggio 2021, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 21 Maggio, 09:50

Un’affermazione lontana dal mondo reale delle imprese. Il no del generale Figliuolo alle vaccinazioni nei luoghi di vacanza, e il monito agli italiani a pianificare le ferie in base alle data prevista per il richiamo, incassa il disappunto delle associazioni di categoria e di molti amministratori. Il turismo ha necessità di ripartire e per farlo ha bisogno di lanciare segnali positivi e di speranza. Le Regioni, ed in particolare in prima linea le località turistiche, si stavano già attrezzando per offrire questo servizio ai turisti.

Le voci

 

«Credo che questa dichiarazione del generale Figliuolo non sia giusta, ma avventata – commenta il sindaco di Gallipoli e presidente della provincia di Lecce Stefano Minerva».

Proprio nella cittadina jonica nei giorni scorsi è stato fatto un esperimento di vaccini al drive in per alcune particolari categorie in lista per ricevere la seconda dose. Contestualmente si è ipotizzato di poter utilizzare la stessa metodologia, allestendo un’area pubblica, per i richiami ai turisti.

«In un paese sano che vuole ripartire bisogna dare ai territori turistici la forza per salvare e far rifiorire l’economia. Dare un segnale di speranza. I territori sono pronti, hanno già hub vaccinali operativi ed efficienti, mancano solo le dosi di vaccino. E sono pronti anche a mettere a disposizione tutta la loro forza per mettere in piedi un’organizzazione che permetta a chi viene in vacanza di farlo in sicurezza. Io mi auguro che non si rinunci alle vacanze ma che il Governo metta in condizione le località turistiche di creare delle isole covid free mettendo a disposizione la dose di vaccino anche per chi si sposta. Anzi chiediamo di vaccinare al più presto gli operatori turistici in modo da mettere in sicurezza le aziende e i villeggianti. Abbiamo dato la massima disponibilità a dare la massima condizione di sicurezza ai turisti, e siamo pronti a qualsiasi sforzo ci si chieda di mettere in campo per farlo».

Mentre il sottosegretario alla salute Pierpaolo Sileri lascia aperta la porta all’ipotesi di ricevere la seconda dose nei luoghi di vacanza, le associazioni di categoria hanno lanciato l’allarme. Per Fiavet, Assoturismo e Federturismo la “situazione è insostenibile” e non nascondono la preoccupazione che la ripartenza del settore possa essere frenata da messaggi contrastanti da parte delle autorità.

«Nelle ultime settimane la ripartenza del turismo sembra diventato l’argomento principe dell’agenda del governo - spiega Vittorio Messina, presidente di Assoturismo nazionale - ma abbiamo sottolineato più volte che le parole devono trovare riscontro nei fatti e un’esternazione del genere del generale Figliuolo in questi termini non aiuta la ripartenza. Se è Figliuolo a dire una cosa del genere gli effetti possono essere amplificati e devastanti, soprattutto in virtù delle tre settimane di prenotazioni tra luglio e agosto che sono le uniche sulle quali riusciamo ad avere certezza». Il settore è fermo al palo da un anno, ad eccezione dei mesi centrali della scorsa estate, le perdite complessive arrivano in alcuni casi fino al 70% e secondo i dati di Assoturismo, 1 italiano su 5 quest’anno non andrà in vacanza. Il timore dunque è che queste esternazioni possano frenare ulteriormente le prenotazioni. O che ci siano ulteriori danni diffusi con perdita della caparra per il cliente o rimborso da parte dell’azienda.

La soluzione potrebbe essere nel dialogo tra le Regioni. Considerato che non si parla di grandissimi numeri chi va in vacanza dovrebbe comunicare, quando fa la prima dose, in quale città fuori dalla propria regione potrebbe ricevere la seconda, in modo che le varie Asl possano dialogare tra loro. «Tutto sommato – commenta Pierangelo Argentieri di Federalberghi Brindisi - non parliamo di grandi numeri. E queste affermazioni fanno male al settore che in questo periodo sta vivendo degli alti e bassi proprio in virtù delle dichiarazioni e delle notizie contrastanti. È necessario uno sforzo dell’Istituzione per comprendere che il comparto deve ripartire e che ha bisogno di segnali positivi. Come ha affermato il governatore del Veneto Luca Zaia in fondo trattandosi di piccoli numeri senza scomodare i guru dei big data sarebbe sufficiente un foglio con un timbro. Serve flessibilità ed elasticità invece pare ci sia la volontà di ostacolare. La percezione che si dà alle persone, la comunicazione che si fa sono fondamentali e le Regioni che riusciranno a comunicare questa certezza avranno un grosso vantaggio»

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