«No agli allarmismi e alla diffidenza. Vaccini sicuri, i dati lo dimostrano»: parla l'esperto

«No agli allarmismi e alla diffidenza. Vaccini sicuri, i dati lo dimostrano»: parla l'esperto
di Alessandra MACCHITELLA
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Sabato 13 Marzo 2021, 08:47 - Ultimo aggiornamento: 09:47

«I vaccini sono sicuri e la chiarezza può arrivare dai dati», spiega Daniele Banfi, giornalista scientifico della Fondazione Veronesi, laureato in biologia e specializzato in genetica.
In questi giorni si parla di AstraZeneca e delle possibili controindicazioni. Cosa sta accadendo?
«Partiamo da una certezza: tutti i vaccini oggi in commercio in Italia hanno un'elevata efficacia nell'evitare lo sviluppo di una malattia grave, con bassissime possibilità di andare in ospedale. Gli effetti collaterali esistono per tutti i farmaci e quindi anche per i vaccini ma sono rari e risolvibili nella stragrande maggioranza dei casi».
È stato ritirato un lotto di AstraZeneca anche in Puglia, c'è da preoccuparsi?
«Per qualsiasi farmaco in commercio, soprattutto per i nuovi, esiste la farmacovigilanza. Qualsiasi persona può segnalare se si sta verificando qualcosa che si pensa essere collegato all'assunzione del farmaco. È molto utile perché permette di scoprire effetti non registrati nel trial clinico. In Puglia, come nel resto d'Italia, il lotto di AstraZeneca è stato sospeso temporaneamente perché alcuni vaccinati hanno riscontrato fenomeni di formazione di coaguli che possono creare infarti, ictus, embolie. C'è un principio di cautela massimo e si sta verificando se esistono correlazioni con il vaccino. Da un punto di vista statistico sappiamo già che non si è verificata una frequenza maggiore di questi casi in soggetti vaccinati, quindi non sembrerebbe esserci correlazione. Si procederà anche con le autopsie ma dai primi dati non sembrerebbe esserci un legame, probabilmente gli eventi sarebbero accaduti anche senza i vaccini».
Quali sono i rischi legati alla vaccinazione e quali alla mancanza di vaccinazione?
«Senza vaccini ci sono alte probabilità di avere complicanze dalla malattia. In Italia è morta 1 persona su 600 a causa del Covid, sono più di 100mila persone. La letalità totale della malattia è del 3,3%, negli over 80 raggiunge il 20% e negli over 90 del 26,5%. Tre persone su 100 che hanno avuto una diagnosi di Covid vanno incontro a un decesso. L'età media delle persone decedute è di 80 anni. Il 60% dei decessi totali si verifica negli over 80. Nel 2020 sono morti il 76% di over 80 in più rispetto all'anno precedente. Sono dati che fanno riflettere. I rischi del vaccino sono estremamente inferiori rispetto alla malattia. Bisognerebbe correre a vaccinarsi».
Che ruolo gioca l'informazione?
«Una giusta informazione è fondamentale.

Dobbiamo vaccinare più persone possibili e la ricerca ha bisogno dei mass media per veicolare messaggi corretti. Fare solo un giornalismo da breaking news senza contestualizzare crea diffidenza. Dopo le notizie circolate negli ultimi giorni ho ricevuto tanti messaggi di persone che hanno paura di sottoporsi all'AstraZeneca, c'è chi ha fatto la prima dose ed è spaventato all'idea del richiamo. Credo si possa far chiarezza con la matematica e gli esempi, non si può far passare il messaggio che il vaccino fa morire. Ciò che sappiamo è che nei trial clinici non ci sono state morti dopo il vaccino di AstraZeneca e al momento non ci sono nessi con i casi balzati alla cronaca, quindi ad oggi non ci sono morti per il vaccino. Se le autopsie dovessero dire qualcosa di diverso lo comunicheremo. Le faccio un esempio: se dovessimo vedere che cosa hanno mangiato 300 persone prima di morire probabilmente noteremmo che molti hanno ingerito la pasta. Ciò non vuol dire che la pasta ha causato la loro morte. L'anno scorso eravamo allo sbando e non sapevamo che cosa aspettarci. Adesso abbiamo degli strumenti straordinari per evitare la malattia e magari cancellarla, i vaccini potrebbero mettere il virus in un angolo. Israele ha un'altissima percentuale di vaccinati e si sta tornando a una vita normale. Abbiamo un traguardo e sarebbe da stupidi buttare via la corsa fatta per una diffidenza ingiustificata».

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