I paletti per AstraZeneca e Johnson & Johnson: ecco cosa cambia nei richiami e nella campagna vaccinale pugliese

I paletti per AstraZeneca e Johnson&Johnson: ecco cosa cambia nei richiami e nella campagna vaccinale pugliese
I paletti per AstraZeneca e Johnson&Johnson: ecco cosa cambia nei richiami e nella campagna vaccinale pugliese
di Vincenzo DAMIANI
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Domenica 13 Giugno 2021, 05:00

Dopo lo stop alle somministrazioni del vaccino AstraZeneca agli under60, la stessa limitazione viene posta anche per il Johnson & Johnson. Nonostante non ci siano dati consolidati su possibili effetti avversi, come le trombosi, il Cts ha raccomandando l’uso del vaccino Janssen solamente agli over 60 e la Regione Puglia, per precauzione, si è adeguata. «Adottiamo la raccomandazione del Cts», conferma l’assessore alla Sanità, Pier Luigi Lopalco. Quindi, da ieri, il vaccino J&J viene somministrato agli over 60.

Sino a ieri, sono state eseguite 100.169 inoculazioni con Janssen, prioritariamente nella fascia tra i 40 e 65 anni. Nei giorni scorsi nel Barese e nella Bat sono stati organizzati persino degli Open day con il siero J&J, le inoculazioni, però, erano riservate agli uomini con più di 40 anni e alle donne con oltre 50 anni. Quindi, era già stato fissato un limite di età, ora l’asticella sale. Questo significa che la campagna vaccinale dovrà subire nuove piccole variazioni in corso d’opera: in definitiva, i vaccini a vettore virale (AZ e J&J tra quelli autorizzati in Europa) potranno essere somministrati dai 60 anni in su; quelli a “Rna messaggero” (Pfizer e Moderna) agli under60.

Gli impatti sulla campagna vaccinale

 

Considerando i numeri attuali della campagna vaccinale pugliese, significa che le inoculazioni avverranno quasi esclusivamente con i sieri Pfizer e Moderna, principalmente con il primo visto che le scorte di Moderna sono molto limitate (17mila dosi attualmente disponibili) così come gli approvvigionamenti. La Puglia, infatti, ha quasi completato la vaccinazione degli over 80, il 95,92% della popolazione è stata coperta. Nel dettaglio, secondo i dati del ministero della Salute, sono state effettuate 261.825 somministrazioni su 272.957 residenti. Mancano, quindi, all’appello circa 11mila anziani che le Asl e i medici di famiglia stanno ricontattando per convincerli a vaccinarsi. Nella fascia 70-79 anni, invece, la copertura è dell’88,05% (47mila i non vaccinati) e nella fascia 60-69 dell’80,71% (circa 95mila non vaccinati). Quindi, i sieri a vettore virale potranno essere utilizzati in una ristretta fetta della popolazione pugliese: AstraZeneca verrà impiegato in via prioritaria per i richiami, circa 270mila da fare tra gli over 60; J&J, quindi, verrà usato soprattutto tra i 95mila residenti nella fascia 60-69 anni.

Dai 59 ai 12 anni si procederà con Pfizer e Moderna, anche i 37mila richiami di AstraZeneca verranno fatti con i vaccini a MrNA.

Di fatto, non cambierà molto nella campagna vaccinale pugliese, perché le ridotte scorte di AstraZeneca e J&J avevano già indotto la Regione a procedere in questa direzione. Di contro, Pfizer ogni settimana garantisce oltre 200mila dosi, numero sufficiente per proseguire senza grossi affanni. Resta, però, il punto interrogativo su quanti si fideranno ancora a immunizzarsi con AZ e J&J, la controprova si potrà avere la settimana prossima: il timore è che molti possano rinunciare alla vaccinazione, soprattutto nella fascia 60-69 anni dove già si è registrata un’adesione alla campagna vaccinale inferiore rispetto ad altri target della popolazione. «Siano i medici a decidere quale vaccini anti-Covid somministrare ai singoli soggetti, sulla base delle caratteristiche e della situazione clinica, superando l’indicazione generalizzata».

È la proposta del presidente della Federazione nazionale degli ordini dei medici (Fnomceo), Filippo Anelli. «Finora - spiega Anelli - ci siamo trovati in una fase emergenziale, in cui c’era la disponibilità solo di alcuni tipi di vaccini e la tipologia di vaccino da somministrare è stata decisa non dai medici in maniera diretta. Allo stesso modo, ad esempio, se si decide di fare un open day per un vaccino, sostanzialmente quel tipo di vaccino si somministra a tutti coloro che si presentano e rientrano nella fascia indicata, ovviamente sulla base della scheda d’anamnesi, ma non c’è una valutazione del singolo soggetto».

Diventa dunque, secondo Anelli, «molto importante il ruolo che ha il medico nella prescrizione. Il medico dovrebbe cioè - chiarisce - avere a disposizione i vari tipi di vaccini e decidere, sulla base delle caratteristiche dell’individuo e delle sue malattie, il tipo di vaccino da somministrare al singolo, superando le indicazioni generalizzate». Inoltre, conclude il presidente Fnomceo, «le autorità sanitarie, sulla base degli studi scientifici, dovrebbero definire le popolazioni a rischio e attuare progetti informativi per un aggiornamento quasi routinario relativo alle evidenze sulla indicazioni dei farmaci e vaccini, e ciò potrebbe essere fatto in collaborazione con l’Agenzia italiana del farmaco».

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