La Puglia è tra le regioni, assieme a Veneto e Lazio, che potrebbe ospitare un impianto per la produzione dei vaccini anti Covid: è quanto è emerso ieri durante un incontro al Mise al quale hanno partecipato il ministro Giancarlo Giorgetti, rappresentanti di Farmindustria e il commissario Domenico Arcuri. Esistono punti in Italia dove è possibile immaginare la riconversione degli impianti. Il nodo, però, è la scarsa presenza di bioreattori. Il governo sta verificando, quindi, la possibilità dell'uso di bioreattori esistenti o di produrli ex novo e c'è la volontà di stanziare risorse e organizzare i siti. Tra questi ultimi, quelli citati durante l'incontro sono in Puglia, Veneto e Lazio. I tempi vanno dai 4 ai 12 mesi e per il know how 6 mesi.
La riunione al Mise è stata aggiornata a mercoledì prossimo, quando il quadro sarà più chiaro.
A lanciare l'allarme ieri è stato lo stesso assessore alla Sanità, Pierluigi Lopalco: «Il problema ha ammesso - è dato dal numero esiguo di vaccini. Entro marzo in Puglia è previsto l'arrivo in varie tranche di sole 400mila dosi dei tre vaccini anti Covid a disposizione: un numero esiguo, che potrebbe anche calare a discrezione delle aziende fornitrici. Ciò deve far riflettere sulla necessità a livello globale di aumentare i sieri a disposizione. Il nodo è tutto lì: i vaccini sono pochi e la richiesta è elevata. È un nodo gordiano da sciogliere ed è il vero tappo che mina la fiducia nel sistema».
Un aiuto potrebbe arrivare da Aifa che sta per dare il via libera alla scelta di somministrare una sola dose a chi si è già ammalato ed è guarito: in Puglia vorrebbe dire il risparmio di circa 107mila dosi. Secondo Lopalco, la campagna vaccinale rappresenta uno «sforzo mai messo in campo prima d'ora, per la difficile conservazione, manipolazione e preparazione dei vaccini a disposizione» per gli over80. «Ogni paragone con le vaccinazioni per le epidemie degli anni 70 sostiene - è improprio per la differenza dei sieri a disposizione, per qualità e quantità, oltre che per le differenze regolamentari che impongono il consenso informato e la anamnesi medica prima delle somministrazioni e il periodo di osservazione dopo». Però, «la Regione Puglia, al pari delle altre regioni, sta affrontando» lo sforzo «anche grazie al lavoro dei medici e degli operatori sanitari e alla pazienza degli anziani e dei loro parenti che ogni giorno sono in attesa del vaccino». Lopalco, nonostante tutto, assicura che «i cittadini over 80 che si sono prenotati, saranno tutti vaccinati entro marzo».
Sono 170.000 i pugliesi over 80 che si sono prenotati sulle varie piattaforme: Cup, Farmacup e sito web e ogni giorno in circa 150 ambulatori e centri vaccinali di tutta la Puglia, numero che si amplia quotidianamente a seconda delle disponibilità sul territorio, proseguono le somministrazioni. Nei primi tre giorni, da lunedì a mercoledì, sono stati 15mila i pugliesi over 80 che hanno ricevuto la prima dose di vaccino. «Le forniture dei vaccini sono a carico del governo centrale ed eventuali sensibili variazioni al ribasso delle consegne potranno far variare il cronoprogramma», avverte l'assessore. Restano ancora in attesa i pazienti cronici e oncologici, nonostante siano soggetti fragili per loro ancora non c'è una data di avvio della campagna vaccinale.