Tre ore in coda per il vaccino e poi rimandati a casa: intervengono i carabinieri

Tre ore in coda per il vaccino e poi rimandati a casa: intervengono i carabinieri
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Martedì 27 Aprile 2021, 08:33 - Ultimo aggiornamento: 15:31

Dopo aver aspettato per lungo tempo, in tanti - che si erano recati ieri negli hub vaccinali con regolare prenotazione - si sono ritrovati di fronte all'amara sorpresa. «Le dosi sono terminate, le vaccinazioni sono temporaneamente sospese, tornate a casa, sarete richiamati al più presto», hanno detto i responsabili dei centri. Ma non sono mancate le proteste, e in alcuni casi - come ieri pomeriggio a San Donaci - si è reso necessario l'intervento dei carabinieri per sedare gli animi.
Anche nel Salento si sono registrati disagi, con ritardi di più di tre ore sull'orario di prenotazione per le vaccinazioni che si sono registrati nell'hub vaccinale di Muro Leccese che copre l'hinterland di Maglie. File di persone in attesa, molte delle quali sono andate via e poi sono ritornate per evitare assembramenti. Circa settecento le prenotazioni che il centro ha dovuto evadere con numerosi disagi anche per gli operatori sanitari che oltre a svolgere il loro normale lavoro si sono dovuti confrontare con le persone stremate dall'attesa. Il disagio per la sovrapposizione delle prenotazioni sarebbe dovuto, secondo quanto riferito dai responsabili dell'hub, al fatto che non sia stato ancora aperto il centro vaccinale in programma all'Auditorium Cezzi. Così, dopo la chiusura di sabato del punto vaccinale nell'ex ospedale di via Nicola Ferramosca, le prenotazioni si sono concentrate tutte sull'hub di Muro Leccese.

Dosi esaurite


Ieri proprio gli esperti del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Tac) hanno sottolineato come proprio la limitata disponibilità dei vaccini sia la prima responsabile dell'attuale mancata accelerazione della campagna vaccinale anti Covid-19. I dati indicano che la crescita del valore massimo di somministrazioni al giorno, raggiunto al centro della settimana, è ben descritta da un modello lineare, con un aumento medio a settimana di circa 28.000 unità, osserva il matematico. «È molto probabile - spiegano gli esperti - che la causa della mancata accelerazione, necessaria per arrivare alle annunciate 500.000 dosi al giorno (valore che dovrebbe riguardare la media settimanale e non il massimo) risieda nella limitata disponibilità dei vaccini». Infatti, prosegue, per il vaccino della Pfizer al 25 aprile erano disponibili in Italia 1.350.000 dosi a fronte di 3.400.000 di persone che aspettano la seconda dose. Per il vaccino della Astrazeneca erano disponibili circa 670.000 dosi, ma in questo caso non esiste il problema delle persone che aspettano la seconda dose per via del lungo intervallo di tempo per il richiamo, pari a 12 settimane. Del vaccino della Johnson&Johnson, prosegue l'esperto, sono state consegnate circa 180.000 dosi.

Protezione civile, caccia a nuovi volontari


Intanto, sono oltre duemila le adesioni inviate alla Protezione civile pugliese per contribuire da volontari alla campagna vaccinale anti Covid.

Tra queste ci sono anche 63 medici, 60 infermieri, 19 assistenti sanitari, 117 Oss e 674 personale vario che ha deciso di dare il proprio contributo e accogliendo l'appello della Protezione civile. Tutti saranno ricontattati dalla Sala operativa per le successive pratiche. I volontari presteranno servizio su tutto il territorio regionale, con l'obiettivo di ampliare la platea di vaccinatori e aumentare le capacità di somministrazione di vaccini. Ai nuovi volontari sarà garantita la copertura assicurativa. «Si tratta - spiega il dirigente Mario Lerario - di un risultato ottimo, che conferma come il volontariato anche per la specifica campagna Covid sia una delle spine dorsali del sistema di Protezione civile, che continua ad essere impegnata in tutte le sue articolazioni e associazioni senza interruzione nella campagna vaccinale, al fianco dei sindaci pugliesi, di tutte le istituzioni e del personale medico-sanitario».

(Ha collaborato Anna Manuela Vincenti)

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