Via alle vaccinazioni a domicilio, in campo 2.700 medici

Via alle vaccinazioni a domicilio, in campo 2.700 medici
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Mercoledì 1 Dicembre 2021, 05:00

Da oggi partono le terze dosi di vaccino a domicilio. In Puglia hanno già dato la loro adesione 2.700 medici, ma altri si aggiungeranno sicuramente nei prossimi giorni. Si dà, quindi, seguito all’accordo siglato l’8 novembre con la Regione, per la messa in atto di un intervento che dovrebbe dare l’accelerata alla somministrazione dei richiami o dosi “booster”. In realtà, in qualche provincia i medici di famiglia hanno già cominciato l’attività, ma oggi parte ufficialmente il servizio, destinato prima agli ultraottantenni e ai fragili che hanno superato 180 giorni dalla seconda somministrazione del vaccino anti-Covid.

MONOPOLI
«Già dal 22 novembre abbiamo cominciato a ricevere i tabulati, poi, una volta avuti in consegna i vaccini, dal 25 novembre abbiamo cominciato con le somministrazioni delle terze dosi, come previsto, ma c’è una raccomandazione da fare: chiamiamo noi, non bisogna presentarsi in ambulatorio o prenotare». Il segretario regionale del sindacato dei medici Fimmg Puglia, Donato Monopoli, lancia un appello per i pazienti, che riguarda l’inizio delle somministrazioni a domicilio delle dosi del farmaco anti coronavirus per gli ultraottantenni e le persone fragili allettate. Quello di non intasare il lavoro per la campagna vaccinale che riprende, appunto, con l’apporto dei medici di base
«Oggi l’attività di somministrazione dovrebbe essere più massiccia perché parte ufficialmente - aggiunge Monopoli -. I pazienti, è bene ripeterlo, li chiamiamo noi, in base ad una cronologia che stabilisce il medico in base all’età, alla fragilità, alla disponibilità, perché c’è gente che quando viene chiamata pretende l’orario, il giorno. C’è qualcuno che vorrebbe addirittura prenotare secondo i suoi desiderata e questo è un ostacolo. Chiameremo per le somministrazioni quelli che hanno superato i 180 giorni dalla seconda dose in base alle liste e alle consegne dei vaccini che una volta aperti avremo sei ore per iniettare. È prevista anche una “panchina” in studio per far subentrare il giorno in cui non si dovesse riuscire a somministrare la dose a chi è in lista.

Andremo avanti così, passando poi agli ultrasessantenni e cinquantenni, sia in ambulatorio che negli hub, come molti dei colleghi hanno scelto, fino a giugno, finché il richiamo non sarà completato per tutti». Ovviamente, restano le priorità per gli affetti a malattie croniche, diabete, neoplasie, cardiopatie e altre elencate. 

LA DISTRIBUZIONE
La distribuzione dei medici è, come sottolinea il segretario regionale del sindacato dei medici di famiglia, omogenea in tutte le province pugliesi. Naturalmente non c’è un obbligo a vaccinare per i medici. «La vaccinazione obbligatoria alla quale devono aderire i medici è soltanto quella anti-influenzale, questa no - conferma Monopoli -, ma in linea di massima alla somministrazione domiciliare stanno aderendo tutti». 
In Puglia per la fascia d’età over 80 sono state già somministrate 111.052 dosi addizionali/booster su una popolazione di 272.957 utenti, in percentuale il 40,68%. Mentre scende al 16,04% nella fascia 70-79, con 63.417 dosi somministrate su una popolazione di 395.276 cittadini. Con questo servizio a domicilio si spera di incrementare l’inoculazione dei richiami, tanto più che la Puglia, nella classifica nazionale della vaccinazione per dose di richiamo (booster) è in generale al quattordicesimo posto con il 3,75 per cento. La discesa in campo dei medici di famiglia dovrebbe rappresentare quell’apporto necessario per dare un’accelerata alla campagna vaccinate della terza dose.
«Il vaccino somministrato dai medici di famiglia rappresenta sicuramente una marcia in più, basta calcolare che una media di dieci dosi, che poi vuol dire che se ne possono fare un giorno 40 dosi e quattro giorni zero, potrebbe determinare una somministrazione media di 27mila dosi al giorno - conclude Monopoli -. Naturalmente, perché si possa gestire al meglio la campagna vaccinale è importante che anche i cittadini manifestino supporto ai propri medici, direi che diventa addirittura strategico fare un’alleanza medico-paziente».

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