Vacanza in Puglia rimborsata: piscina e palestra dell'hotel non sono come in foto. Il giudice dà ragione al turista

Vacanza in Puglia rimborsata: piscina e palestra dell'hotel non sono come in foto. Il giudice dà ragione al turista
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Martedì 2 Agosto 2022, 21:19 - Ultimo aggiornamento: 3 Agosto, 12:11

Vacanza in Puglia rimborsata ad un turista milanese: la piscina e la palestra dell'hotel prenotato non corrispondono alle foto pubblicate sul sito web di prenotazioni. Il giudice dà ragione al vacanziere.

Il Codacons

Piscina e palestra dell'hotel sono diverse dalle immagini pubblicate sul sito di prenotazioni, così il turista decide di fare ricorso, il giudice di pace gli dà ragione e la vacanza in Puglia gli viene rimborsata. «Molte volte capita di lasciarsi ingannare da quelle che sembrano essere immagini effettivamente idilliache di mete turistiche che spesso non si rivelano essere quelle rappresentate - commenta il presidente nazionale del Codacons, Marco Donzelli, avvocato che ha rappresentato il turista in tribunale - Se ci si trova in una situazione di questo tipo, il consumatore ha diritto ad agire contro la struttura turistica per chiedere il rimborso e il risarcimento del danno patito».

Cosa è accaduto

La vicenda ha come protagonista un turista milanese che nel giugno del 2018, arrivato in Puglia nell'hotel che aveva prenotato sulla piattaforma Booking, ha trovato al posto di una piscina una vasca poco profonda e nella palestra un solo attrezzo e un tapis roulant sotto il sole.

Così l'uomo, 44 anni, che aveva sborsato in anticipo 2.250 euro per alcuni giorni di relax e benessere a Vieste, nel Foggiano, ha annunciato al titolare dell'hotel la sua intenzione di andarsene e l'albergatore gli ha risposto che avrebbe potuto cambiare aria ma così facendo avrebbe perso i suoi soldi. Il rimborso sarebbe arrivato infatti solo in caso di nuova prenotazione della sua camera, nel frattempo rimessa su Booking. Il turista ha rifiutato l'offerta della piattaforma di prenotazioni, che ha messo sul piatto 100 euro, e ha deciso di appellarsi alla magistratura per riavere il suo denaro.

Dopo un contenzioso di oltre tre anni, il giudice di pace di Milano Alexia Dulcetta ha accolto il ricorso e ordinato alla struttura di rimborsare i sette giorni già pagati e non goduti, decurtando i tre effettivamente goduti, oltre alle spese processuali. Un provvedimento che fa esultare il Codacons: «Siamo sempre attivi nel tutelare i consumatori da episodi di questo tipo. I cittadini devono capire che quando scelgono il pacchetto ferie devono avere le stesse accortezze di quando, ad esempio, decidono di acquistare una caldaia o un'automobile nuova», osserva ancora Donzelli, ricordando che il Codacons è «a disposizione di tutti i consumatori che chiedono la nostra consulenza ed assistenza».

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