Università, la cena a mensa? Costerà 750 euro. Scoppia la bufera, gli studenti: «Inaccettabile»

Università, la cena a mensa? Costerà 750 euro. Scoppia la bufera, gli studenti: «Inaccettabile»
di Giuseppe ANDRIANI
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Lunedì 15 Agosto 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 16 Agosto, 12:20

Per cenare a mensa gli studenti universitari beneficiari di borsa di studio dovranno sborsare 750 euro. E parte la protesta delle associazioni studentesche, che a breve incontreranno l’assessore regionale al ramo Sebastiano Leo. Il caos nasce dalla modifica del regolamento regionale per usufruire del servizio pasto nelle strutture di proprietà Adisu. È stato necessario adeguarsi al Dm 1320 approvato dal governo il 17 dicembre 2021, che aumentava - per altro - i fondi, utilizzando le risorse del Pnrr. Ed effettivamente, per le borse di studio del prossimo anno accademico vi sono più fondi, tanto da provare - secondo quanto ha dichiarato la Regione Puglia - a garantire una copertura totale della platea dei beneficiari. 

La lettera

Nella lunga lettera scritta al governatore Emiliano e all’assessore al Diritto allo studio Sebastiano Leo (firmata da Gennaro Cifinelli, Gabriele Grasso, Francesca Stella e Davide Zarrella), gli studenti spiegano che «confrontando le nuove disposizioni in relazione a quelle adottate gli anni precedenti questo risulta essere un criterio peggiorativo perchè: vincola gli studenti pendolari ad usufruire del servizio ristorazione in maniera gratuita obbligatoriamente una sola volta al giorno, mentre fino ad ora avevano la possibilità di poter recarsi nelle mense Adisu liberamente, fino all’esaurimento dei 200 pasti disponibili; obbliga gli studenti fuorisede a dover richiedere un’ulteriore trattenuta di 750 euro (arrivando ad una trattenuta pari a 1500 euro complessivi per il servizio ristorazione) per poter usufruire del secondo pasto giornaliero, cosa che non avveniva fino all’approvazione del nuovo bando poichè potevano recarsi liberamente a mensa anche due volte al giorno con una sola trattenuta per il servizio fino al raggiungimento di 310 pasti nell’arco di un anno; costringe gli studenti beneficiari di un posto alloggio a richiedere la doppia trattenuta, poichè, non potendo usufruire di cucine per poter preparare piatti in loco, devono necessariamente recarsi presso una mensa Adisu per poter mangiare in maniera gratuita, dovendo richiedere così l’ulteriore trattenuta».
Cioè: chi vive in una residenza universitaria deve necessariamente pagare la doppia ritenuta da 750 euro, non avendo alternativa. Fino all’anno scorso, invece, la situazione era diversa e permetteva alla maggior parte degli studenti di non dover pagare 1.500 euro ma soltanto 750. 
Intanto, l’assessore Leo ha garantito agli studenti che prima dell’inizio del servizio (probabilmente già nel giro di una decina di giorni) ci sarà un incontro con le rappresentanze studentesche, proprio per provare a trovare un accordo tra le parti. 


Gli studenti, per altro, avevano dato parere negativo anche durante l’ultimo Consiglio d’amministrazione Adisu, dopo una discussione durata oltre quattro ore. «È stata una presa di posizione - spiega Margherita Coccioli, di Link Lecce, Cda Adisu - dovuta al fatto che nonostante le garanzie sulla copertura totale e gli avanzamenti, ci sono dei passi indietro. Avere un solo pasto al giorno è una misura particolarmente svantaggiosa per i fuorisede, che dovranno sborsare più soldi, e per i pendolari, che non potranno usufruire del servizio cena. Fin da subito come rappresentanti di Link abbiamo ritenuto inaccettabile questa situazione e siamo consapevoli di quanto questa tematica stia generando una certa preoccupazione anche nella popolazione studentesca». 
La controproposta è chiara: 650 pasti al giorno per gli studenti fuori sede (indipendentemente dall’anno di iscrizione), idonei e vincitori della borsa di studio, con la possibilità di recarsi in mensa due volte al giorno; 350 pasti per gli studenti in sede idonei e vincitori.

Adesso la palla passa alla Regione, ma dagli studenti arriva chiaro e forte il monito: «Così le condizioni del diritto allo studio sono peggiorate». E nell’anno dell’incremento dei fondi - grazie al Pnrr - sarebbe davvero una beffa.

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