Unisalento e Pnrr: sei progetti per 26 milioni di euro. Da un hub agrifood allo studio delle biodiversità

Unisalento e Pnrr: sei progetti per 26 milioni di euro. Da un hub agrifood allo studio delle biodiversità
di Giuseppe ANDRIANI
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Venerdì 29 Luglio 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 22:33

Sei progetti di ricerca, tutti in rete con altri atenei o con soggetti diversi, finanziati dal Pnrr: l’Università del Salento c’è. In totale si tratta di oltre un miliardo di euro di investimento, di cui 26 milioni a gestione diretta dell’università leccese. Dalla riqualificazione dell’ex Manifattura Tabacchi di Campi Salentina a un hub sull’Agrifood, con importanti sviluppi nel barese. E soprattutto tre grandi progetti nazionali, con altri atenei ed enti di ricerca, legati alla biodiversità, alla mobilità sostenibile (sarà creato un centro di ricerca, Unisalento è tra i fondatori, con la guida della prorettrice vicaria Maria Antonietta Aiello) e al settore dell’Hpc, Big data e Quantum computing. Innovazione, sviluppo e transizione ecologica le parole chiave dei sei progetti, presentati dal rettore Fabio Pollice. Per l’Università del Salento non è soltanto un modo di intercettare fondi, un passaggio attualmente in secondo piano, ma soprattutto di entrare in maniera convinta al centro di una serie di relazioni fondamentali a livello nazionale.

La rete di relazioni

L’ateneo leccese sale alla ribalta con il lavoro dei propri dipartimenti, allarga in maniera importante il proprio raggio d’azione (geograficamente e in maniera figurata) e apre le porte a nuove assunzioni. «È stata fondamentale la rete di relazioni costruita a livello locale e nazionale - commentare il rettore Fabio Pollice -. Così verrà costruita la storia della ricerca di questo Paese per i prossimi anni. C’è tanta soddisfazione per quanto abbiamo ottenuto e ce la metteremo tutta per continuare a crescere. Siamo organizzati con professionalità e uffici che funzionano. Adesso l’impegno è valorizzare queste risorse e metterle al servizio dell’università, del territorio e del Paese e lo faremo a partire da oggi. Abbiamo dato una risposta significativa da questo punto di vista». 
Pollice si dice non preoccupato dalla caduta del governo Draghi e dai tanti timori sparsi per lo stivale sui tempi del Pnrr («Io sono ottimista per natura, dico che noi dobbiamo andare avanti e lavorare, non essere preoccupati», spiega in breve rispondendo a una precisa domanda).

E sugli obiettivi del futuro prossimo, l’Università del Salento sembra avere le idee chiare: «Questi sono tutti finanziamenti corrisposti a reti di ricerca. Gli investimenti saranno in strutture e in ricercatori, quindi in personale. Così aumenta la capacità di ricerca degli atenei coinvolti e sarà evidente sin da subito. Saranno contratti a tempo determinato, di tre anni per ogni ricercatore assunto. Ma noi dovremo essere bravi a valorizzare questo capitale umano e soprattutto a creare una prospettiva per questi giovani ricercatori. Una prospettiva non soltanto legata all’università. Per questo tengo tanto a questi progetti: possono unire l’università al Paese. È l’aspetto più delicato, fare rete tra pubblico e privato, in una nazione nella quale questo non avviene spesso. Se collaboriamo tra noi, così come chiede il Pnrr, abbiamo potenzialità importantissime». 

Guardare avanti

Il discorso di Fabio Pollice, alla presenza dei docenti che hanno seguito step by step i sei progetti di ricerca (con i propri dipartimenti), è chiaro e l’obiettivo è portare il proprio ateneo a una dimensione sempre maggiore. Considerando la dimensione di ateneo “medio”, Unisalento è riuscita a intercettare fondi notevoli e soprattutto a ritagliarsi un posto da protagonista all’interno del panorama universitario italiano. L’obiettivo non cambia: essere un volàno per far crescere il territorio, e anzi allargare ancor di più, in senso geografico, il concetto di “territorio”. 
Da qui ai prossimi due mesi sul piatto ci sono i dottorati innovativi industriali (co-finanziati da aziende del territorio, appunto) e la presentazione dei progetti per i partenariati estesi, per cui l’ateneo leccese sarà capofila. «L’Università del Salento è in tre su cinque centri nazionali di ricerca, per altro tutti con un contenuto strategico - ricorda Pollice, tornando sui progetti presentati ieri -. Queste sono aree nelle quali abbiamo investito da tempo. Ma io, ad esempio, sto già pensando a come andrà il bando, che si chiude in questi giorni, per i partenariati estesi. Partiamo un po’ svantaggiati per una serie di ragioni ma abbiamo presentato progetti significativi. Aver guidato noi un progetto di partenariato esteso sul made in Italy, è già una grande soddisfazione. Indipendentemente dal risultato, noi ci siamo e l’impegno è totale per raccogliere risorse a beneficio del territorio. È questo che ci rende orgogliosi per davvero». Ma con lo sguardo rivolto avanti.

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