Sei progetti di ricerca, tutti in rete con altri atenei o con soggetti diversi, finanziati dal Pnrr: l’Università del Salento c’è. In totale si tratta di oltre un miliardo di euro di investimento, di cui 26 milioni a gestione diretta dell’università leccese. Dalla riqualificazione dell’ex Manifattura Tabacchi di Campi Salentina a un hub sull’Agrifood, con importanti sviluppi nel barese. E soprattutto tre grandi progetti nazionali, con altri atenei ed enti di ricerca, legati alla biodiversità, alla mobilità sostenibile (sarà creato un centro di ricerca, Unisalento è tra i fondatori, con la guida della prorettrice vicaria Maria Antonietta Aiello) e al settore dell’Hpc, Big data e Quantum computing. Innovazione, sviluppo e transizione ecologica le parole chiave dei sei progetti, presentati dal rettore Fabio Pollice. Per l’Università del Salento non è soltanto un modo di intercettare fondi, un passaggio attualmente in secondo piano, ma soprattutto di entrare in maniera convinta al centro di una serie di relazioni fondamentali a livello nazionale.
La rete di relazioni
L’ateneo leccese sale alla ribalta con il lavoro dei propri dipartimenti, allarga in maniera importante il proprio raggio d’azione (geograficamente e in maniera figurata) e apre le porte a nuove assunzioni. «È stata fondamentale la rete di relazioni costruita a livello locale e nazionale - commentare il rettore Fabio Pollice -. Così verrà costruita la storia della ricerca di questo Paese per i prossimi anni. C’è tanta soddisfazione per quanto abbiamo ottenuto e ce la metteremo tutta per continuare a crescere. Siamo organizzati con professionalità e uffici che funzionano. Adesso l’impegno è valorizzare queste risorse e metterle al servizio dell’università, del territorio e del Paese e lo faremo a partire da oggi. Abbiamo dato una risposta significativa da questo punto di vista».
Pollice si dice non preoccupato dalla caduta del governo Draghi e dai tanti timori sparsi per lo stivale sui tempi del Pnrr («Io sono ottimista per natura, dico che noi dobbiamo andare avanti e lavorare, non essere preoccupati», spiega in breve rispondendo a una precisa domanda).
Guardare avanti
Il discorso di Fabio Pollice, alla presenza dei docenti che hanno seguito step by step i sei progetti di ricerca (con i propri dipartimenti), è chiaro e l’obiettivo è portare il proprio ateneo a una dimensione sempre maggiore. Considerando la dimensione di ateneo “medio”, Unisalento è riuscita a intercettare fondi notevoli e soprattutto a ritagliarsi un posto da protagonista all’interno del panorama universitario italiano. L’obiettivo non cambia: essere un volàno per far crescere il territorio, e anzi allargare ancor di più, in senso geografico, il concetto di “territorio”.
Da qui ai prossimi due mesi sul piatto ci sono i dottorati innovativi industriali (co-finanziati da aziende del territorio, appunto) e la presentazione dei progetti per i partenariati estesi, per cui l’ateneo leccese sarà capofila. «L’Università del Salento è in tre su cinque centri nazionali di ricerca, per altro tutti con un contenuto strategico - ricorda Pollice, tornando sui progetti presentati ieri -. Queste sono aree nelle quali abbiamo investito da tempo. Ma io, ad esempio, sto già pensando a come andrà il bando, che si chiude in questi giorni, per i partenariati estesi. Partiamo un po’ svantaggiati per una serie di ragioni ma abbiamo presentato progetti significativi. Aver guidato noi un progetto di partenariato esteso sul made in Italy, è già una grande soddisfazione. Indipendentemente dal risultato, noi ci siamo e l’impegno è totale per raccogliere risorse a beneficio del territorio. È questo che ci rende orgogliosi per davvero». Ma con lo sguardo rivolto avanti.