Unisalento, la denuncia: insulti all'esame di latino. La prof cambia: prova scritta. Gli studenti insorgono

Unisalento, la denuncia: insulti all'esame di latino. La prof cambia: prova scritta. Gli studenti insorgono
di Giuseppe ANDRIANI
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Giovedì 9 Febbraio 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 18:10

È scoppiato il caso all’Università del Salento. È nato tutto da una lettera scritta dal sindacato studentesco Udu (Unione degli Universitari) e indirizzata al ministro all’Università Anna Maria Bernini, con una riflessione che partiva dall’importanza della salute mentale per i ragazzi e che arrivava a denunciare alcune situazioni critiche all’interno dell’ateneo leccese. Una denuncia a largo raggio, ma con un focus particolare sull’esame di letteratura latina. E il caso tiene banco, con il rettore Fabio Pollice che ha già fatto partire un’indagine interna per capire qualcosa in più. 
Il retroscena: nella lettera scritta da Udu vi erano diverse testimonianze anonime che raccontavano vessazioni e umiliazioni all’esame, con un alto tasso di bocciatura. C’era chi diceva di voler cambiare ateneo, per non dover ripetere per l’ennesima volta l’esame. Testimonianze anonime, ma tutte virgolettate. Udu ha rilanciato il tema, il rettore ha aperto un’indagine interna ma c’è anche una novità sull’insegnamento. La docente ha annunciato il cambio delle modalità d’esame: non più un colloquio orale ma un test scritto. L’annuncio del cambio, sulla bacheca della docente, era comparso ormai lo scorso venerdì, ma il motivo - secondo alcune indiscrezioni - sarebbe da ricercare proprio nelle polemiche legate alle numerose bocciature.

Ieri però c’è stato un incontro tra la professoressa e i rappresentanti degli studenti, per la comunicazione del cambio di modalità d’esame. I sindacati studenteschi, però, fanno fronte comune e dicono no: non è possibile modificare la natura (scritta o orale) di una prova d’esame durante l’anno accademico, anche per una questione di parità tra i ragazzi. Questa mattina, però, è previsto un altro incontro con la presidente del corso di laurea in questione (lettere moderne), Beatrice Stasi. 
La vicenda non è del tutto nuova, per altro.

Già da un paio d’anni si rincorrono incontri tra le istituzioni accademiche, la docente e i rappresentanti degli studenti, che da tempo denunciano la situazione “critica” di questo esame. L’ultimo incontro formale circa un anno fa, sempre in seguito a una denuncia interna di Udu, e sembrava - a dir dei ragazzi - che qualcosa fosse cambiato. Poi il riemergere della questione e l’ultima lettera scritta al ministro Bernini, nella quale si lamentava anche la presenza e l’attività di un docente non abilitato a interrogare, che invece avrebbe preso parte in maniera attiva alla prova orale. La vicenda, però, è chiaro che per ora ha visto venir fuori soltanto la versione di parte degli studenti. 

La richiesta di Link

E da Link arriva una richiesta al rettorato: «L’amministrazione è già da tempo a conoscenza di tali eventi avvenuti non solo durante gli esami, ma anche nel corso delle restanti attività didattiche. Nonostante ciò, non sono mai stati presi provvedimenti in merito, ma soprattutto non c’è mai stata una vera e propria presa di posizione sul tema, dimostrando così di sottovalutarne l’importanza», ha dichiarato Ludovico Mordos, esecutivo responsabile all’organizzazione. «Vogliamo che all’interno del nostro ateneo non si verifichino più episodi di tale gravità, per questo chiediamo che l’amministrazione prenda una reale posizione in merito e che la figura del Garante di ateneo sia attiva in tempi celeri. È il momento di fare avanzamenti sul tema, a partire da una seria analisi degli esami scoglio su tutti i Corsi di Laurea, affinché la componente studentesca non sia ulteriormente lesa e disincentivata», ha spiegato Laura Perrone, coordinatrice di Link Lecce. Il sindacato studentesco si unisce alla denuncia di Udu e pone l’accento su un’altra questione. Il Garante d’ateneo avrebbe dovuto essere operativo dall’1 febbraio scorso, ma ancora non lo è. «Il lavoro condotto dalle rappresentanze negli organi centrali ha portato alla formulazione del garante d’ateneo, una figura che sarebbe dovuta essere già operativa, a tutela della comunità accademica, con lo scopo di fornire consulenza e assistenza intervenendo sulla base di istanze presentate dagli studenti, per segnalare disfunzioni e limitazioni dei loro diritti», spiegano gli studenti. 
E la vicenda non è finita. Anzi.
 

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