Scontro sulla commissione per valutare solo i magistrati del Sud

Il tribunale di Lecce
Il tribunale di Lecce
di Roberta GRASSI
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Giovedì 20 Maggio 2021, 06:05 - Ultimo aggiornamento: 18:43

Il governo promuove una commissione interministeriale per la giustizia “nel Sud” e genera malumori negli uffici del Mezzogiorno tutto, Salento incluso che si unisce al coro di polemiche che potrebbe a breve tradursi in una presa di posizione della giunta esecutiva centrale dell’Associazione nazionale magistrati.
La vicenda si inquadra nel lavoro che si sta facendo per portare a termine, entro l’anno, una riforma del sistema dei processi civili e penali che risponda alle richieste dell’Europa. È così che il ministro della Giustizia, Marta Cartabia e il ministro per il Sud e la Coesione territoriale Mara Carfagna hanno firmato il decreto della discordia.

Il testo

Un provvedimento con cui si costituisce una commissione interministeriale interamente dedicata al Sud, partendo dal presupposto che sia proprio il meridione d’Italia ad avere maggiore bisogno di interventi. Non è tanto il dato di fatto, rappresentato da numeri e statistiche, ad aver suscitato “amarezza” e “sorpresa”. Quanto le finalità precisate dai ministri. Testualmente: “individuare best practice formatesi in uffici giudiziari di altri territori e verificare la loro possibile funzionalità nei distretti giudiziari del mezzogiorno” e anche “formulare proposte relative all’applicazione dell’intelligenza artificiale nell’ambito del settore giustizia, al fine di supportare il giudice nell’esercizio delle sue funzioni, anche allo scopo di una maggiore efficienza dei tempi processuali”.


Sostengono le toghe interessate, pur consapevoli che i tempi della giustizia al Sud siano probabilmente più dilatati, che le ragioni non vadano certo ricercate nell’efficienza degli uffici. Ma nella diversità del tessuto socio-economico che prevede probabilmente una maggiore richiesta per il sistema giustizia. Quanto all’intelligenza artificiale, attendono ulteriori precisazioni da parte dei ministeri competenti, rifiutando l’ipotesi che un algoritmo possa sostituire anche solo in parte il lavoro intellettuale dei giudici e dei pubblici ministeri. Lamentano, ormai da molto tempo, l’adozione di criteri quantitativi nella valutazione del lavoro dei magistrati, che confliggono con standard qualitativi che sono indispensabili nella produzione di sentenze e decisioni che vanno a incidere direttamente sui cittadini e sull’economia.

La nota

Il comunicato è stato diffuso lo scorso 17 maggio: “Il punto di partenza – si legge - è la consapevolezza che una giustizia più efficace ed efficiente garantisce le condizioni di legalità e sicurezza necessarie per favorire lo sviluppo delle aree del Mezzogiorno, in coerenza con le priorità indicate dal governo nel Pnrr. Gli obiettivi sono quelli di individuare best practice esistenti in altri territori per verificare la possibile funzionalità nei distretti giudiziari del Mezzogiorno, ma anche formulare proposte per migliorare le condizioni di lavoro degli operatori della giustizia al Sud, superare le carenze relative all’edilizia giudiziaria, applicare l’intelligenza artificiale per una maggiore efficienza dei tempi processuali”.
La commissione sarà presieduta da Maria Rosaria Covelli, capo dell’Ispettorato generale del Ministero della Giustizia, già presidente del Tribunale di Viterbo, e composta da: Roberto Arcella (avvocato), Ferruccio Auletta (professore ordinario di Diritto processuale civile), Alessandra Camassa (presidente del Tribunale di Marsala), Enrico Camilleri (professore ordinario di Diritto privato), Francesco Cottone (magistrato, direttore generale per il coordinamento delle politiche di coesione del ministero della Giustizia), Vincenzo De Lisi (ingegnere elettronico), Barbara Fabbrini (magistrato, capo del Dipartimento dell’organizzazione giudiziaria, del personale e dei servizi del Ministero della Giustizia), Luciano Gerardis (presidente della Corte di Appello di Reggio Calabria), Alessandro Leopizzi (magistrato, direttore generale del personale e della formazione del Dipartimento dell’organizzazione giudiziaria, del personale e dei servizi del ministero della Giustizia), Francesco Mannino (presidente del Tribunale di Catania), Alessandro Orlandini (avvocato), Massimo Orlando (magistrato, direttore generale delle risorse materiali e delle tecnologie del Ministero della Giustizia), Francesco Panetti (vice capo di Gabinetto del ministro per il Sud e la Coesione territoriale), Pierluigi Picardi (presidente del Tribunale di Napoli Nord).
Agli esperti non saranno corrisposti compensi. È richiesta una relazione da depositare entro il 30 settembre 2021. “Abbiamo scelto un approccio operativo per mettere in grado la magistratura meridionale di esercitare al meglio il suo ruolo. Esistono problemi specifici legati alle caratteristiche dei territori che intendiamo affrontare e risolvere” ha dichiarato la ministra Mara Carfagna.

Mentre Cartabia ha specificato: “Con la diffusione e valorizzazione delle buone pratiche, anche gli uffici giudiziari possono contribuire alla crescita economica di un territorio. Questo tavolo interministeriale può essere una preziosa occasione di confronto”.

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