Ucraina-Russia, il conflitto e i riflessi sulla Puglia

Ucraina-Russia, il conflitto e i riflessi sulla Puglia
di Massimiliano IAIA
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Venerdì 25 Febbraio 2022, 07:26 - Ultimo aggiornamento: 20:06

Con l'annuncio delle ore 3.50 dell'altra notte, il presidente Vladimir Putin ha dato il via all'invasione delle truppe russe nel territorio dell'Ucraina, e ora il mondo guarda con il fiato sospeso al nuovo conflitto internazionale. E dopo la prima giornata di combattimenti ci sarebbero già centinaia di vittime. Una guerra che, inevitabilmente, avrà ripercussioni sulle dinamiche economiche e sugli scambi commerciali con l'Italia, soprattutto nelle aree che importano diversi prodotti dall'Est. La Puglia, per esempio.

Secondo un report dell'Osservatorio Economico Aforisma, diretto da Davide Stasi, «importiamo dall'Ucraina molto di più di quanto esportiamo. Da gennaio a settembre 2021, infatti, abbiamo esportato beni e prodotti made in Puglia verso l'Ucraina per un valore complessivo di quasi 11 milioni di euro contro i 152 milioni di euro riferiti ai prodotti importati.

La bilancia commerciale è, dunque, passiva. Questo si verifica quando il valore delle esportazioni risulta inferiore rispetto a quello delle importazioni, con conseguente uscita netta di capitale monetario».

Il report

I prodotti agroalimentari rappresentano la gran parte della bilancia commerciale. Nell'intero anno 2020, le esportazioni dalla Puglia all'Ucraina hanno raggiunto il valore di 18 milioni di euro, mentre nel 2019 il valore è stato di 12 milioni e nel 2018 di 9 milioni. Il saldo della bilancia commerciale tra due Paesi è importante anche perché determina il tasso di cambio delle rispettive monete. A pesare, sul fronte delle importazioni, sono soprattutto i prodotti agricoli (per oltre 63 milioni di euro dall'Ucraina) e quelli alimentari, comprese bevande e tabacco.
Un capitolo a parte merita il grano, visto che l'Ucraina è considerata il granaio d'Europa: l'Italia importa ogni anno circa 120 milioni di chili di grano (altri 100 milioni ne importa dalla Russia). Inevitabilmente salirà il prezzo del frumento, e proprio questo è uno degli aspetti maggiormente segnalati da Coldiretti Puglia. «In un solo giorno c'è stato un balzo dei prezzi del grano del 5,7%, raggiungendo il valore massimo da 9 anni a 9,34 dollari a bushel», spiega l'associazione.

«L'Ucraina ha un ruolo importante sul fronte agricolo con la produzione di circa 36 milioni di tonnellate di mais per l'alimentazione animale (5° posto nel mondo) e 25 milioni di tonnellate di grano tenero per la produzione del pane (7° posto al mondo) mentre la Russia è il principale Paese esportatore di grano a livello mondiale. La Puglia, dal canto suo, è il principale produttore italiano di grano duro, con 360.000 ettari coltivati e quasi 10 milioni di quintali prodotti. Ma la domanda di grano 100% Made in Italy si scontra con anni di disattenzione e abbandono che nell'ultimo decennio hanno portato alla scomparsa di un campo su cinque. Le sementi di grano duro registrano un balzo di almeno il 35%, mentre i chicchi di grano tenero hanno subìto un incremento del 15%. Quest'anno - è l'amaro commento di Coldiretti - produrre grano costerà agli agricoltori pugliesi 400 euro in più ad ettaro».

Altre importazioni

La Puglia importa anche articoli in gomma e materie plastiche, mentre esporta macchinari ed apparecchiature. «Inoltre - aggiunge Stasi i conflitti rischiano di distruggere le infrastrutture. Strade e ponti, infatti, hanno un ruolo strategico e il transito di veicoli militari li porterebbe in pessime condizioni».


Ancora: la possibile stretta sulle forniture di gas è il tema che più preoccupa le imprese. Un tema che diviene particolarmente attuale anche in considerazione dei rincari sul fronte energetico che già da qualche settimana riguardano sia le aziende sia le famiglie. «Di fronte allo scenario di un conflitto armato - conclude Stasi -, le aziende italiane, soprattutto quelle piccole e medie, non sono sufficientemente preparate. Arrivati a una fase così avanzata della crisi, purtroppo si può fare poco dal punto di vista della gestione del rischio o del suo trasferimento. Nessuno concede più coperture assicurative quando scoppia un conflitto».
 

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