Ucraina e crisi-rincari, è boom povertà: «Le famiglie s’indebitano e ora rinunciano alle cure»

Sempre più persone chiedono aiuto alle Caritas: «La crisi è insostenibile»

Ucraina e crisi-rincari, è boom povertà: «Le famiglie s’indebitano e ora rinunciano alle cure»
di Maria Claudia MINERVA
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Domenica 6 Marzo 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 7 Marzo, 12:43

Lo si sapeva già che la nuova ondata di inflazione, conseguenza della crisi energetica, avrebbe colpito ancora una volta i più deboli, le famiglie numerose e i pensionati. Ma stavolta il fenomeno è destinato a presentarsi con maggiore forza, perché con la guerra in Ucraina - che si aggiunge alla crisi generata dalla pandemia degli ultimi due anni - la situazione diventa ancora più complicata.

Infatti il conflitto, con le sanzioni alla Russia e il blocco dei trasporti anche marittimi, crea disagi al mercato internazionale portando a rincari di numerosi prodotti. In Italia sono già schizzati alle stelle i prezzi non solo delle bollette di luce e gas ma anche di benzina, pasta e pane.

La stessa Istat ha sottolineato, più volte, che l’inflazione desta preoccupazione per le «conseguenze sociali» e che avrà un impatto maggiore sui nuclei più poveri. Le famiglie si indebitano, tagliano le spese per il cibo e per le medicine. E stando alle previsioni, andrà sempre peggio.

Effetti devastanti

«Negli anni 2000 la gente si indebitava per le spese voluttuarie, dalla crisi del 2010 in avanti l’indebitamento è stato causato dal tentativo di onorare le bollette, gli affitti. Il costo della vita diventa sempre più alto, basta un piccolo aumento per provocare effetti devastanti per chi è già povero» sottolineano dai Centri per l’ascolto delle parrocchie pugliesi, che tracciano il profilo di quelli che ora sono chiamati i “nuovi poveri”, persone cadute nell’indigenza anche a causa degli eventi capitati negli ultimi tempi.

Un dato su tutti: il 56% in più dei pugliesi nei mesi scorsi si è rivolto alla Caritas per avere un aiuto. «Da circa un mese tutto è aumentato e le fasce più deboli che già facevano fatica prima ora sono proprio n ginocchio - conferma il direttore della Caritas diocesana di Lecce, don Nicola Macculi - perché non dimentichiamo che anche la pandemia, con i vari lockdown, ha portato tanta povertà. Da quello che sento dai Centri di ascolto, in questo periodo, le persone strozzate dai rincari sacrificano la dimensione legata soprattutto alla realtà sanitaria, che è ugualmente importante. Ora i nuclei familiari con uno solo stipendio e con figli devono veramente fare i conti e a fare delle scelte obbligate, sacrificando le cure mediche».

La crisi e i rincari hanno comunque inciso profondamente nel vivo delle famiglie e degli strati sociali, arrivando a risucchiare verso il basso anche il ceto medio. Le proiezioni realizzate dall’Unione nazionale consumatori confermano l’allarme: «Al momento la famiglia media italiana deve mettere in conto che l’inflazione al 4,8 per cento peserà sul suo bilancio 1.389 euro in più dell’anno scorso. Con il crescere del nucleo la stangata aumenta e salgono le difficoltà: con due figli si arriva a 1.715 euro, con tre a 1.923. Ma attenzione - sottolineano -, la criticità sociale dell’inflazione di natura energetica sta nel fatto che le spese per gas, luce, trasporti e alimentari sono incomprimibili: se aumentano i prezzi la famiglia a basso reddito difficilmente potrà rinunciare a scaldarsi e a mangiare e dunque sarà costretta a comprimere tutti gli altri consumi».

La speculazione

Il periodo dei rincari è anche quello in cui si registra maggiore speculazione. «Infatti, noi come Codacons di Lecce abbiamo allertato la prefettura perché i consumatori ci hanno informato di prezzi molto alti sui carburanti praticati dalle stazioni di servizio della città e della provincia» fa sapere il presidente dell’associazione, Cristian Marchello, che a proposito dell’aumento dei prezzi sottolinea: «Come associazione abbiamo osservato che nel IV trimestre 2021 effettivamente c’è stato un calo della spesa destinata ai generi alimentari dovuto al caro bollette. Gli aumenti di luce e gas sono stati veramente pesanti e perciò destinati ad avere effetti diretti sui consumi delle famiglie che rischiano una débacle dal punto di vista dei consumi. Senza contare che tutto questo si ripercuoterà sulla timida ripresa registrata lo scorso anno. La novità, rispetto al passato, è che ora notiamo che anche le famiglie del cosiddetto ceto medio stanno avendo grandi difficoltà nel’affrontare l’impennata dei prezzi. Siamo nell’emergenza più totale e a scatenarla è stato un insieme di fattori: i rincari di luce e gas, gli aumenti di benzina e gasolio, impennata dei prezzi delle materie prime. Una situazione - aggiunge l’avvocato Marchello - che si sta ripercuotendo anche sulle attività produttive, strozzando gli imprenditori. Senza un intervento su Iva e accise sarà sempre peggio».

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