Ucraina, l’arrivo dei profughi in Puglia: conta dei posti letto per Comuni e chiese

Ucraina, l’arrivo dei profughi in Puglia: conta dei posti letto per Comuni e chiese
di Alessandra LUPO
5 Minuti di Lettura
Mercoledì 2 Marzo 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 17:53

Accanto alle iniziative di solidarietà, che si moltiplicano ovunque con raccolte di viveri, abiti e medicinali, la Puglia inizia a mobilitarsi per organizzare - per la sua parte - l’accoglienza degli ucraini in fuga dalle bombe russe. Ovunque sono in corso i primi incontri tra Prefetture, Comuni e Curie per raccogliere la disponibilità dei posti a disposizione. Ma un ruolo chiave lo giocheranno anche le Forze dell’Ordine, la Croce Rossa e i Cas sul territorio. 

Le prefetture al lavoro per trovare i posti letto


L’allerta non è ancora scattata, ma a livello territoriale la conta dei posti a disposizione è cominciata: il sistema d’accoglienza barese può contare, in totale, su circa 600 posti letto mentre il Comune di Bari ha aperto un confronto con Federfarma e con gli Ordini dei Medici e dei Farmacisti per concordare le modalità più semplici e trasparenti che consentano sia a Federfarma sia alle persone interessate di attivarsi in aiuto della popolazione ucraina. «A livello di coordinamento – spiega dall’Ufficio di Gabinetto Rosa Montrone – si aspettano le direttive del governo, è una situazione in evoluzione». Stesso discorso a Brindisi, dove il capo di Gabinetto Maria Antonietta Olivieri assicura: «La nostra provincia non ha una grande presenza ucraina ma stiamo aspettando per capire quante persone arriveranno e se ci sono flussi da gestire lo faremo come abbiamo sempre fatto». 

In gioco anche i Cas


A Taranto sono già avanti: ieri si è tenuto un incontro in Prefettura che ha interessato direttamente i sindaci del territorio e la Chiesa per chiedere la disponibilità delle strutture disponibili a ospitare i profughi. «Dal momento in cui i confini della Polonia sono stati attraversati – spiega il capo di gabinetto Antonio D’Armento - i cittadini ucraini possono arrivare ovunque. Al momento non esiste una previsione sul numero diretto in Puglia ma ci stiamo organizzando nell’eventualità in cui dovessero arrivare in massa». In base alle esigenze, infatti, potranno essere organizzate nuove sistemazioni anche in alberghi, ostelli, caserme. Anche a Lecce il prefetto ha convocato per oggi un primo incontro che servirà a capire la disponibilità sul territorio. «Al tavolo parteciperanno i rappresentanti di Anci, le Forze dell’Ordine, i rappresentanti della quattro diocesi salentine e la Croce Rossa - spiega Beatrice Mariano, capo di Gabinetto della Prefettura di Lecce -.

Domani invece si riunirà il Consiglio provinciale per l’immigrazione in cui si cercherà anche di quantificare i posti a disposizione nei Cas».

Il corridoio umanitario per agevolare la fuga

Ma ovviamente chi fugge dall’Ucraina ha bisogno di ogni cosa e la rete di sostegno è pronta a partire, anche nei paesi di prossimità, come la Moldavia, dove sono al lavoro anche le due missioni salentine. 
«La solidarietà è stata sempre un punto fermo della nostra agenda europea e, a maggior ragione ora, daremo la massima solidarietà a un popolo che sta soffrendo», ha dichiarato nei giorni scorsi la ministra Luciana Lamorgese a margine del Consiglio Affari Interni a Bruxelles. La ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia, Elena Bonetti, e quello degli Esteri, Luigi Di Maio, hanno invece annunciato di essere impegnati per «attivare corridoi speciali per i minori orfani, perché al più presto ed in sicurezza possano raggiungere il nostro Paese».

I numeri previsti


Le persone che arriveranno in Italia, nella maggior parte dei casi, staranno nelle case dei familiari che già vivono qui. Nel nostro Paese ci sono 248mila cittadini ucraini e la maggior parte, circa 200mila, sono donne che lavorano e mandano in patria lo stipendio. Le raggiungeranno principalmente anziani e bambini, perché gli uomini sono rimasti in Ucraina a combattere. Per questo motivo il ministero intende facilitare le procedure burocratiche per fornire permessi di soggiorno rapidi per i ricongiungimenti. L’idea è quella di mettere a disposizione una sorta di autorizzazione velocizzata per motivi umanitari. Per il momento i numeri sono gestibili, si parla di circa 500mila profughi, ma si potrebbero moltiplicare se il conflitto dovesse protrarsi. Il rischio è infatti che un’ondata dai 4 ai 7 milioni di profughi si abbatta sull’Europa, per questo motivo il Viminale è pronto a mettere in moto le strutture che esistono da tempo. A partire dal Sistema di accoglienza e integrazione dei richiedenti asilo, dei rifugiati e dei titolari di protezione sussidiaria o umanitaria, che prevede una rete di vitto, alloggio e sostegno. Alcune persone andranno nei Centri di prima accoglienza o nei Cas e verranno attivati i circuiti sussidiari: Caritas, Sant’Egidio, terzo settore. Si tratta di un sistema modulare, modificabile e ampliabile in caso di necessità improvvise. Intanto sono iniziati gli arrivi di sfollati, che da alcuni giorni hanno raggiunto l’Italia a bordo di bus, pullmini, auto private. Alcuni sono riusciti a viaggiare in aereo dai paesi confinanti. La prima ondata per ora si è fermata nelle città del Nord ma già ieri un gruppo di donne ha raggiunto Napoli e pian piano potrebbero scendere più a Sud, anche visto che dalla Polonia ci sono due voli diretti per Bari in partenza da Varsavia e Cracovia. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA