Ritornano gli stranieri in Puglia: ossigeno per il turismo

Ritornano gli stranieri in Puglia: ossigeno per il turismo
di Oronzo MARTUCCI
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Giovedì 17 Giugno 2021, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 07:09

«Evitiamo i trionfalismi: gli arrivi dall’estero stanno aumentando rispetto al 2020, anche se la vera ripresa si avrà nel 2022»: Bernabò Bocca, presidente nazionale di Federalberghi, spiega che «nel settore del turismo c’è il massimo ottimismo e tanta voglia di ripartire ma in Italia rispetto al 2019 siamo al 50 per cento». Insomma, anche in Puglia vi è movimento in crescita dall’estero ma è difficile immaginare un ritorno ad arrivi e presenze del 2019, l’anno del boom.

I Paesi, i numeri

Nel 2020 rispetto al 2019 la Puglia ha perso più di 3 turisti stranieri su 4 in quanto ad arrivi e 2 su 3 in quanto a presenze. I numeri: gli arrivi degli stranieri furono 1.172.536 nel 2019, si sono ridotti a 288.357 nel 2020; le presenze (cioè i pernottamenti ufficiali in strutture alberghiere ed extra alberghiere) sono passate da 3.842.494 nel 2019 a 1.172.536 nel 2020 (il 31%). Da quei numeri bisogna partire per ricostruire l’accoglienza della Puglia turistica destinata agli esteri, tenendo conto dei mercati maturi, come quello tedesco, e di quelli in crescita.
I tedeschi continuano a essere i turisti stranieri più attratti dalla Puglia, soprattutto dal prodotto mare e con una particolare predilezione per le strutture extra alberghiere come i campeggi. I tedeschi avevano raggiunto i 152.496 arrivi nel 2019 che si sono ridotti a 55.521 nel 2020, mentre le presenze sono passate da 748.659 a 303.792. Le presenze nelle strutture alberghiere nell’anno della pandemia sono state 119.735, in quelle extra alberghiere 184.057.
Continua a essere forte la presenza dei francesi nella regione: con 157.822 arrivi e 434.820 presenze nel 2020, a fronte di 39.215 arrivi e 122.885 presenze nel 2020.
Nel 2019 erano in crescita arrivi e presenze, dal Regno Unito (87.863 arrivi e 310.818 presenze) dalla Svizzera (rispettivamente 69.843 arrivi e 282.272 presenze), dai Paesi Bassi (71.922 arrivi e 251.184 presenze) dal Belgio (50.028 arrivi e 188.144 presenze), dall’Austria (26.869 e 107.498), dalla Spagna (42.075 e 101.924).
Nel 2020 il Regno Unito è arretrato sino a 22.573 arrivi e 90.761 presenze, la Francia a 39.215 arrivi e 122.885 presenze. I Paesi Bassi sono arretrati sino a 22.768 arrivi e 82.481 presenze, il Belgio a 15.823 arrivi e 62.366 presenze. 
Il Paese che ha retto meglio per quanto riguarda i viaggi verso la Puglia è stata la Svizzera con 35.680 arrivi e 155.799 presenze. In pratica gli arrivi e le presenze dalla Svizzera si sono solo dimezzati, a fronte delle perdite molto più consistenti che si sono registrate per quanto riguarda gli altri flussi turistici dall’estero. Di più: la parte più consistente dei flussi turistici provenienti dalla Svizzera ha come destinazione il Salento, anche come conseguenza di ritorno di turisti-emigranti che hanno ancora nel Sud della Puglia riferimenti familiari.
E numerosi sono gli arrivi in questi giorni a Taranto, con le crociere di Msc Seaside, e con il Comune di Taranto che ha segnalato il tutto esaurito per i tour organizzati.
La perdita più consistente ha invece riguardato i flussi dagli Usa: nel 2019 gli arrivi erano stati 80.840 e le presenze 206.973, con una quota molto alta nelle strutture a 5 stelle e nelle masserie poiché gli americani cercano il mare nella vacanza ma anche una esperienza da vivere. Gli arrivi nel 2020 si sino ridotti a 6.482 e le presenze a 20.097 (ha pernottato in Puglia un americano a fronte dei 10 del 2019). Forte arretramento anche per quanto riguarda le presenze dei russi: avevano toccato le 106.409 unità nel 2019, sono scesi sino a 11.309 presenze nel 2020.
Resta ancora molto indietro l’incoming turistico dalla Cina, né poteva essere il 2020 l’anno della svolta, visto che la pandemia è partita da quel Paese.

I cinesi avevano fatto registrare 7.358 arrivi e 12.425 presenze (i cinesi che arrivano in Puglia in media vi rimangono meno di 2 giorni), sono scesi a 1.089 arrivi e a 2.536 presenze nel 2020.

Le strategie

Da questi dati bisogna ripartire per rafforzare l’incoming turistico estero verso la Puglia. Il tasso di internazionalizzazione del turismo pugliese, stando all’Osservatorio turistico regionale, è cresciuto dal 21% del 2015 sino al 28% del 2019. Gli stranieri mostrano anche un interesse per le vacanze nei mesi di luglio (18% del totale), settembre (17%, quando già il flusso degli italiani si è ridotto al 10% del totale). Ad agosto le presenze degli italiani sono il 33% del totale annuo, mentre quelle degli stranieri sono al 15%. La distribuzione delle presenze degli stranieri è buona anche nei mesi di maggio, giugno e ottobre, ed è grazie agli stranieri che è stato possibile destagionalizzare. Ma, come dice il presidente nazionale di Federalberghi, per avere i numeri del 2019 bisognerà aspettare sino al 2022.

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