Turismo, «La Puglia non è una regione più cara di altre. Una nuova legge per valorizzarla»

Turismo, «La Puglia non è una regione più cara di altre. Una nuova legge per valorizzarla»
di Rita DE BERNART
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Martedì 16 Agosto 2022, 12:50 - Ultimo aggiornamento: 17 Agosto, 09:09

«Non dobbiamo spaventarci se a fine anno i numeri delle presenze saranno distribuiti per territori e periodi diversi». Ciò che sta accadendo in questa stagione turistica in Puglia deve essere letto non come un calo, ma come un redistribuzione dei flussi turistici. È l'analisi dell'assessore regionale al turismo Gianfranco Lopane, che invita ad aspettare i dati complessivi. In attesa di analisi più puntuali circa la tipologia di turisti giunti in Puglia e le località prescelte si pensa già al futuro; nei programmi dell'assessorato ci sono la lotta all'abusivismo, un tavolo con il partenariato a chiusura di stagione, una riorganizzazione dei territori in termini di gestione di servizi e controllo e una revisione della Legge quadro regionale sul turismo che risale ormai al 1999. «La potenzialità della Puglia dice Lopane - sta proprio nella varietà dell'offerta. Piace ai giovani che cercano il mare e la movida, ai vip che si rilassano nei resort di lusso, ma anche a chi cerca paesaggio, escursioni, cultura, enoturismo».
Assessore Lopane, al di là delle evidenze e delle notizie che giungono da alcuni territori, ci sono già dei dati ufficiali per iniziare a fare un'analisi di questa stagione?
«Per me i dati sono alla base di qualsiasi vera analisi. In questo momento abbiamo già dei numeri che possono supportare il ragionamento che si è avviato e che vengono da fonti e operatori autorevoli. Aeroporti di Puglia ad esempio per il mese di luglio registra, rispetto al 2019, un largo incremento di traffico su Bari e Brindisi. Ieri mattina poi sono stati comunicate le stime per i primi 14 giorni di agosto che confermano il buon traffico con circa 400mila passeggeri in arrivo. Leggendo questi numeri si possono fare già delle considerazioni. Da quanto comunicato dalle strutture ricettive si evidenzia per giugno un incremento del 6%, sempre rispetto al 2019; per il mese di luglio non ci sono ancora certezze ma per alcuni, che hanno inviato i dati al sistema, si parla di un incremento a due cifre. Aprile, maggio e giugno sono stati top e tutto sommato possiamo dirci molto soddisfatti sebbene giungano da alcuni territori osservazioni di un calo di presenze che però ancora non ha evidenze certe».
Il sistema spot di raccolta dei dati costa alla Regione circa 600mila euro l'anno e la legge impone agli operatori di comunicare le presenze mensili entro il decimo giorno del mese successivo, pena pesanti sanzioni. Come mai questi numeri non sono disponibili prima di ottobre?
«Purtroppo per una fetta di operatori c'è una certa riluttanza all'utilizzo del sistema. Per i due anni di pandemia abbiamo sospeso le sanzioni, ma a partire da settembre la Regione trasmetterà ai comuni l'elenco degli inadempienti e i comuni dovranno sanzionare. In questo senso il Codice di struttura obbligatorio, nato per combattere l'abusivismo, è uno strumento che favorisce i controlli e questo tipo di rilevamento utile per avere completezza di informazione e per il miglioramento dell'offerta».
Tornando ai dati, l'aereo è generalmente utilizzato più dagli stranieri. Ciò che gli operatori lamentano è però un calo delle presenze italiane.
«Proprio per questo è necessario avere tutte le informazioni complessive: per analizzare i target, i Paesi di provenienza, capire che tipologia di turista ci ha portato questa stagione.

Analizzare il fenomeno a 360 gradi. Il mercato italiano indubbiamente sta vivendo un momento molto complesso, il costo della vacanza per una famiglia media è aumentato di quasi il 20% e al contempo c'è una situazione di instabilità economica; a luglio poi si è associata una recrudescenza dei contagi da Covid. Tutto questo ha influenzato non poco il flusso del target nazionale».

Gianfranco Lopane, assessore regionale al Turismo


Caro prezzi, qualità dei servizi, una legge quadro obsoleta che non contempla neanche le masserie, strutture iconiche del turismo pugliese. Come affronterete questi temi?
«Sul caro prezzi ci tengo a precisare che la Puglia non è una regione cara, basta fare una ricerca su un portale Ota per capirlo. Il problema è la qualità e su questo lavoreremo anche all'interno di un progetto più ampio che comprende la lotta all'abusivismo, la formazione degli operatori e la collaborazione con gli enti locali. Riguardo alla legge, stiamo ragionando su una norma quadro che possa classificare le varie tipologie di strutture, anche quelle iconiche come le masserie, con un occhio particolare all'organizzazione e gestione dei servizi sul territorio con Enti locali che diventano protagonisti insieme ai privati. La ricchezza della Puglia sta nella diversità dell'offerta, ci sono territori meno conosciuti che possono diventare delle destinazioni di successo per alcuni segmenti».
Gli imprenditori chiedono da tempo un confronto e una pianificazione partecipata.
«Da maggio a oggi abbiamo fatto diversi incontri territoriali, alla ripresa convocheremo di nuovo il partenariato: ben venga la partecipazione, siamo disponibili a cogliere ogni suggerimento che possa portare ad arricchire il piano strategico e quindi la proposta».
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