Trivelle, i sindaci pugliesi in Regione. Il M5s presenta la mozione

Trivelle, i sindaci pugliesi in Regione. Il M5s presenta la mozione
di Alessandra LUPO
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Lunedì 23 Gennaio 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 10:43

Il tempo stringe e la Puglia non vuole darsi per vinta sulla possibilità che la nuova norma approvata con il Dl Aiuti riapra la strada alla realizzazione di nuovi pozzi di estrazione di idrocarburi nella fascia 9-12 miglia nautiche, oggi vietata dal Testo Unico Ambientale. 
Così, dopo la prima tappa di venerdì scorso nel Salento con gli amministratori del Leccese e del Brindisino, oggi l’azione si sposta a Bari, dove alle 11 in Regione l’assessora all’ambiente Anna Grazia Maraschio incontrerà le associazioni e gli amministratori della provincia di Bari, Bat, Taranto e Foggia, insieme ai rappresentanti del mondo scientifico. L’obiettivo è ancora quello di creare un fronte comune in difesa del territorio e fornire delle informazioni chiare sulle attività estrattive e le loro conseguenze. All’incontro, coadiuvato da un team di esperti, sono attesi anche il sindaco di Taranto Rinaldo Melucci, quello di Bari Antonio Decaro ma anche il presidente Michele Emiliano e alcuni parlamentari del Pd e del M5s. Intanto sempre oggi (ma alle 10) i pentastellati hanno convocato una conferenza stampa in Regione per illustrare la mozione che dice no al ritorno delle trivellazioni nell’Adriatico e nello Ionio. Conferenza cui saranno presenti il vicepresidente del M5S Mario Turco, il coordinatore regionale del M5S Leonardo Donno e Patty L’Abbate vicepresidente della commissione ambiente della Camera dei Deputati, i consiglieri regionali firmatari della mozione Cristian Casili, Marco Galante, Grazia Di Bari, Rosa Barone e i consiglieri del M5S dei Comuni in cui la mozione è stata presentata.

I pareri

Al di là della singolarità di una mancata azione congiunta sull’argomento, su cui in ogni caso si potrà convergere unendo i piani successivamente, si può dire che la maggioranza regionale marci dunque compatta e non si esclude che nei prossimi giorni si decida anche se impugnare la legge del governo.

Intanto il team tecnico/scientifico messo in piedi dall’assessorato, composto dal biologo marino Ferdinando Boero, da Vito Felice Uricchio, dirigente dell’Istituto di Ricerca Sulle Acque del Consiglio Nazionale delle Ricerche, e da Angelo Tursi, professore ordinario di Ecologia applicata presso l’Università di Bari, ha le idee molto chiare: «Disponiamo di numerose altre possibilità meno impattanti che dovremmo sostenere con forza anche attraverso regimi autorizzatori semplificati - spiega Vito Felice Uricchio -. Basti pensare al potenziale del geotermico a bassa entalpia che è possibile utilizzare in ogni luogo del nostro Paese, evitando qualsiasi impatto, compreso quello paesistico . Sfruttando soltanto l’1% del potenziale geotermico possiamo climatizzare tutta l’Italia e per realizzare un impianto occorrono pochi giorni, sicuramente molto meno delle piattaforme estrattive.

«Portare da 12 a 9 miglia le attività delle trivelle significa portarle nelle acque territoriali - aggiunge Angelo Tursi-, un fatto che ha grande rilevanza non soltanto per quanto concerne la visibilità dalla costa delle piattaforme di estrazione ma anche a livello strategico nazionale». Oltre ai danni alla popolazione dei cetacei, più volte evidenziata anche da Boero, Tursi sottolinea quelli economici alla pesca ma anche le conseguenze della perforazione dei fondali per cui «è necessario l’utilizzo di lubrificanti immessi a livello delle punte dei carotieri, con la conseguenza che poi questi olii restano sui fondali, inquinandoli». Il tutto in presenza di tre Aree Marine Protette nei mari pugliesi (Isole Tremiti, Torre Guaceto e Porto Cesareo).
 

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