Renzi a Emiliano: «Trivelle? Leggo tante cose non vere...come sugli insegnanti deportati»

Renzi a Emiliano: «Trivelle? Leggo tante cose non vere...come sugli insegnanti deportati»
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Martedì 12 Gennaio 2016, 13:49 - Ultimo aggiornamento: 18:36

E' sempre polemica sulle trivellazioni in mare. E lo scontro tra governo e Regione Puglia si inasprisce sempre di più. Sul tema interviene oggi il premier Matteo Renzi, che manda messaggi nemmeno troppo velati a Michele Emiliano: «Ho letto di potenziali trivellazioni ed ho letto il comunicato stampa di Federica Guidi (leggi qui il botta e risposta tra Guidi ed Emiliano, ndr) che dice che non c'è nessuna trivellazione, ma è solo attività di ricerca. Bisogna verificare se si tratta di allarmi veri o finti. Leggo tante cose che non sono vere: nei mesi scorsi ho letto pure che abbiamo deportato gli insegnanti...vedremo». Il riferimento agli "insegnanti deportati" con la riforma scolastica non è casuale: nei mesi scorsi c'è stata una feroce polemica a distanza con Emiliano, la cui giunta regionale ha persino impugnato la riforma alla Corte costituzionale.

La risposta di Emiliano. “Lo dice lo stesso governo che trivellare è una follia, perché dopo aver autorizzato moltissime trivellazioni e dopo che le regioni avevano, per la prima volta nella storia d’Italia, chiesto un referendum - dieci regioni delle quali nove governate dal Pd avevano chiesto il referendum - a un certo punto il governo aveva deciso di fare marcia indietro e ha presentato nella Stabilità un emendamento”. Si esprime così sul tema delle trivellazioni il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, intervistato da Giovanni Minoli a Mix24 su Radio24. Ed a Minoli che incalza chiedendogli quali erano i patti che secondo lui Renzi ha tradito Emiliano risponde: “Praticamente quando il governo, resosi conto della reazione delle regioni che hanno chiesto il referendum, ha tentato di evitarlo anche per evitare la coincidenza tra il referendum sulle trivelle e il referendum sul mutamento costituzionale, sostanzialmente si è detto allora torniamo indietro, facciamo l’emendamento nella Stabilità e revochiamo tutte le autorizzazioni finora concesse. Dopodiché quest’operazione in qualche modo è stata parata dal governo stesso e il 22 dicembre, cioè il giorno prima dell’approvazione della legge di Stabilità, con l’emendamento che chiudeva questa situazione incresciosa, praticamente in questa maniera si salvano tutte le autorizzazioni già concesse e quindi si evita solo il referendum prendendo in giro la volontà popolare”.

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