Trivelle, la Regione annuncia battaglia: «Pronti a fare le barricate, basta ricerche nell'Adriatico»

Trivelle, la Regione annuncia battaglia: «Pronti a fare le barricate, basta ricerche nell'Adriatico»
di Paola COLACI
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Sabato 26 Giugno 2021, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 08:58

Caccia al petrolio nei mari pugliesi: quattro permessi concessi dall’ex governo Renzi alla Global Petroleum per la ricerca di idrocarburi. E un’attività di trivellazione che, se autorizzata, vedrà le piattaforme del colosso australiano setacciare tremila chilometri quadrati di fondali al largo delle coste tra Brindisi e Bari. Ma la Regione Puglia non molla. «No a nuove trivellazioni in mare» insiste il governatore Michele Emiliano, sostenuto dall’assessore regionale all’Ambiente Anna Grazia Maraschio.
Eppure sull’ipotesi c’è già un primo via libera dell’avvocatura generale della Corte di Giustizia europea. Ad esprimesi nel merito della questione a mezzo parere non vincolante nei giorni scorsi è stato l’avvocato generale della Corte Gerard Hogan. Il diritto Ue non impedisce a uno Stato membro di rilasciare più permessi di ricerca sugli idrocarburi allo stesso operatore, anche se le attività insistono su zone contigue: è questo, in sintesi, il parere di Hogan. Seppure l’ultima parola sul caso ora spetti proprio ai giudici di Lussemburgo ai quali la Regione si è rivolta impugnando la sentenza del Tar Lazio che aveva dichiarato legittimi 4 permessi ottenuti dalla Global Petroleum. Pronunciamento atteso nelle prossime ore. E intanto la Regione “affila le armi” e si prepara a dare battaglia, chiamando in causa anche il governo di Mario Draghi

La Regione


«Lo svolgimento delle attività di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi produce un importante impatto negativo sull’ecosistema marino, incidendo in maniera irreparabile sull’habitat di tante specie che popolano l’Adriatico e, di riflesso, anche sulle attività economiche – pesca e turismo – che dal mare traggono la loro forza e ragion d’essere. Per questo, alla luce del parere non vincolante espresso dall’avvocato generale della Corte di Giustizia Europea Gerard Hogan, intendiamo ribadire la nostra posizione di netto rifiuto a nuove trivellazioni al largo della Puglia» hanno tenuto a ribadire ieri Emiliano e Maraschio. Rifiuto che, con il via libera europeo al Pnrr, secondo il governatore e l’assessore all’Ambiente trova ulteriore legittimazione nel cammino di transizione ecologica che l’Italia intende avviare. «Sappiamo che la sfida del futuro si gioca sull’ambiente e sulla sua tutela: avallare nuove prospezioni e ricerche di idrocarburi significherebbe compiere una scelta politicamente miope e amministrativamente incoerente - incalzano Emiliano e Maraschio - Siamo quindi fiduciosi che il Governo attuale, correggendo l’errore fattuale e di prospettiva compiuto da chi lo ha preceduto quando queste prospezioni sono state autorizzate, vorrà essere al nostro fianco in una battaglia di buon senso che la Puglia ha voluto portare fino alla Corte di Giustizia europea, della quale attendiamo fiduciosi il verdetto».
Infine, l’allarme sul “precedente pericoloso” che potrebbe rappresentare il via libera dell’Ue al colosso australiano. «Dire di sì a questo sfruttamento intensivo del mare, peraltro da parte di un unico soggetto, costituirebbe un precedente pericoloso.

La transizione verso un progresso rispettoso dell’ambiente e delle generazioni future passa anche da qui, dalla nostra Puglia» chiosano Emiliano e Maraschio.

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