Trivelle, braccio di ferro. Emiliano: il governo dica cosa vuol fare. E "ritrova" l'Abruzzo sul caso Tremiti

Trivelle, braccio di ferro. Emiliano: il governo dica cosa vuol fare. E "ritrova" l'Abruzzo sul caso Tremiti
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Lunedì 18 Gennaio 2016, 16:26

«Qui stiamo sostanzialmente dicendo al governo, sia pure con garbo, che non ci ha fatto capire qual è la sua linea politica. Se loro pensano che la ricerca di idrocarburi sia una delle soluzioni della crisi italiana, lo devono dire e dopodiché noi valuteremo come abbiamo già fatto, se fare il referendum, iniziative politiche, dibattiti dentro il Pd»: lo ha detto il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, a margine di una riunione tra sindaci dei comuni garganici per individuare strategie comuni da adottare contro la decisione di autorizzare la multinazionale Petrolceltic a trivellare a largo delle isole Tremiti. «Quello che non può accadere - ha proseguito Emiliano - è che tutta questa storia venga gestita negli uffici come se fossero delle pratiche burocratiche. Sulle isole Tremiti è stato peraltro emesso un provvedimento secondo me pieno di illegittimità. Quindi noi stiamo aspettando che il governo ci faccia sapere se la nostra richiesta di ritiro verrà accolta o meno, una richiesta che peraltro è stata sostenuta da tutti i deputati pugliesi e di questo non posso che ringraziarli». «Ci auguriamo che finalmente il governo, visto che i presidenti delle Regioni sono eletti si sieda ad un tavolo per discutere con noi della politica energetica, nella parte in cui questa riguarda le Regioni. È una richiesta provocatoria? Stiamo facendo questo per ragioni strane? No, è una banalissima richiesta».

Il caso Abruzzo. Circa la decisione del presidente dell'Abruzzo di arretrare sul versante referendario, forse per non avere frizioni col presidente del Consiglio Matteo Renzi, Emiliano ha risposto che «avere frizioni col premier è dura e non è una situazione comoda, nella quale io non mi diverto per nulla. Però, quando sono sceso dalla macchina, un cittadino mi ha detto: 'Emiliano, vogliono veramente bucare la Puglia?' Io gli ho risposto di no e fino a quando io sarò presidente non la bucheranno, perché questa cosa non è possibile». «Dal punto di vista logico - ha insistito - è contrastante con tutto ciò che noi stiamo facendo e abbiamo fatto negli ultimi vent'anni. Noi abbiamo promosso la bellezza di questa regione che è stata individuata come la regione più bella del mondo dalla National Geografic, stiamo investendo moltissimo in immagine, natura, depurazione delle acque, decarbonizzazione, stiamo facendo tutto in coerenza, fateci lavorare e consentiteci di lasciare la Puglia alle prossime generazioni più bella di come l'abbiamo ricevuta».

La risposta dell'Abruzzo. «Con lo stop alle 12 miglia per le ricerche petrolifere in Adriatico abbiamo già fatto molto, ma ora c'è da difendere anche le Tremiti. Con il Governo inizia una nuova trattativa», ha detto il presidente della Regione Abruzzo, Luciano D'Alfonso. Il quale ha poi spiegato perché l'Abruzzo, unica regione, non ha seguito le altre regioni sul confronto referendario dopo averlo promosso: «Con le 12 miglia abbiamo attenuato la norma, mi ero impegnato con il Governo a non attivare il conflitto di attribuzione, perché era cessata la materia del contendere. Quanto alla nuova trattativa mi impegno alla fiducia nei confronti di Palazzo Chigi per altri risultati». «Con il referendum volevamo il cambio della norma e l'abbiamo ottenuta, ma adesso attendiamo ulteriori norme per andare oltre le 12 miglia». Per prevedere quindi uno scenario con «zero trivelle in tutto l'Adriatico». D'Alfonso successivamente ha raccontato che le trattative col Governo per lo stop alle perforazioni con la Legge di Stabilità entro le 12 miglia sono state frutto di tre condizioni: «Un viaggio del responsabile delle politiche energetiche di Palazzo Chigi in America, i colloqui dei rappresentati italiani con i politici democratici americani e le bocciature degli emendamenti proposti dai parlamentari abruzzesi nella Commissione parlamentare. Nel frattempo abbiamo parlato con Emiliano e sappiamo che le Tremiti sono la nuova frontiera - ha proseguito D'Alfonso - Ma stavolta la 'trattativa' andrà fatta anche con le forze politiche croate e a Bruxelles, per evitare che tutto l'Adriatico diventi un distretto minerario».

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