Trivelle nell'Adriatico, il presidente Emiliano scrive al Governo: «La Puglia è contraria»

Trivelle nell'Adriatico, il presidente Emiliano scrive al Governo: «La Puglia è contraria»
di Paola COLACI
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Mercoledì 30 Dicembre 2020, 05:05 - Ultimo aggiornamento: 09:18

«La Puglia era e resta contraria alle trivelle in mare». Il promemoria recapitato ieri al premier Conte porta la firma di Michele Emiliano. Così, dopo aver il referendum No Triv del 2016, il governatore torna in campo contro il rischio paventato che la mancata proroga del governo alla moratoria sulle autorizzazioni di ricerca degli idrocarburi possa spianare di nuovo la strada alle multinazionali del petrolio nei mari pugliesi. Un allarme lanciato nei giorni scorsi dal coordinatore nazionale dei Verdi Angelo Bonelli e condiviso tra gli altri dal sindaco di Monopoli Angelo Annese, dalla deputata Leu Rossella Muroni e dal consigliere regionale e capogruppo de La Puglia Domani Paolo Pagliaro. Tutti convinti che la mancata proroga nel Decreto Milleproroghe alla moratoria in scadenza a febbraio - voluta due anni fa proprio dal Movimento 5 Stelle che aveva imposto lo stop a nuove autorizzazioni per 24 mesi - possa accelerare l'iter delle 84 richieste di trivellazioni presentate al Ministero dello Sviluppo. Nel dettaglio, se 54 istanze riguardano le richieste sulla terraferma, 24 sono relative alle trivellazioni in mare. Ma le multinazionali del petrolio, almeno stando alle richieste, sarebbero già pronte a setacciare anche i mari pugliesi per chilometri a largo di Bari, Brindisi e Taranto. E anche uno specchio d'acqua da 729 chilometri quadrati nel Salento, al largo di Santa Maria di Leuca.


Un rischio che la Puglia non può permettersi di correre, secondo Emiliano. Ecco perché nelle scorse ore il governatore, di concerto con l'assessore all'Ambente Anna Grazia Maraschio, ha preso carta e penna e ha scritto al presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Una lettera al governo che, nelle intenzioni di Emiliano, punta a scongiurare la ripresa delle attività di ricerca di idrocarburi nel mare pugliese e tracciare una linea di azione comune sulla transizione energetica. Signor Presidente del Consiglio, signori Ministri, la strategia energetica del nostro Paese è uno dei nodi principali da affrontare e che non può avere incertezze o ritardi - si legge nella missiva recapitata anche ai ministri dell'Ambiente e della Tutela del Territorio Sergio Costa e dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli - In tal senso, fondamentale è stabilire un indirizzo politico chiaro e univoco rispetto alle scelte da adottare anche in considerazione degli impegni internazionali e nazionali finalizzati al contrasto ai cambiamenti climatici.

E la Puglia ha da tempo assunto scelte nette in materia energetica, provando ad anticipare processi di decarbonizzazione e conversione ecologica del sistema economico e produttivo, che ad oggi non sono più rinviabili.


Posizione condivisa, secondo Emiliano e Maraschio, anche dal governo nazionale. Per questa ragione sentiamo di esprimere preoccupazione per il ritardo con cui si sta discutendo del Piano per la Transizione Energetica Sostenibile delle Aree Idonee - si legge ancora - Per la Puglia sarebbe della massima importanza che il Governo si attivasse per garantire una proroga della moratoria, per una rapida definizione del Piano delle Aree Idonee. Non basta. Tra le istanze recapitate al governo c'è anche quella relativa all'avvio di un tavolo di concertazione tra Stato, Ministeri, Regioni, forze politiche e movimenti territoriali: Finalizzato al confronto sul futuro energetico del Paese, con particolare riferimento all'utilizzo delle fonti fossili e relative implicazioni ambientali. Sul punto è fondamentale che l'Italia ponga fine all'incentivazione alle energie fossili e definisca il richiamato Piano senza ulteriori ritardi, che potrebbero riaprire la strada alle compagnie petrolifere scrivono Emiliano e Maraschio. Infine, un'ulteriore sottolineatura del goverantore a Conte: La reazione forte degli enti territoriali, dei comitati e dei movimenti dimostra quanto il tema sia sentito e come, sulla questione della transizione energetica, non ci sia alcuna volontà di desistere. Cosa che, peraltro, non avrebbe neanche senso fare, poiché i fondi Next Generation dell'Unione Europea sono agganciati a precisi obiettivi legati al clima e a opportune scelte in campo energetico. Si tratta di una sfida al cambiamento che dobbiamo promuovere.

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