Torna il turismo, tornano i problemi. Quelli di sempre, dello scorso anno e degli anni precedenti. Raggiungere le città pugliesi dagli aeroporti è un problema, ad esempio. E se da Bari il collegamento ferroviario resta comunque una buona soluzione, per tempi ed efficienza, va registrato come in alcuni casi ci siano dei passeggeri tagliati fuori dal servizio per motivi legati all’orario. L’ultimo collegamento parte dalla stazione aerea alle 23.38, ma vi sono dei voli - soprattutto di Ryanair, per quanto non troppo frequenti - che atterrano dopo. Esempio di ieri: l’ultimo collegamento, atterrato da Genova, non era coperto da una tratta ferroviaria per la stazione centrale.
Il caso di Brindisi, raccontato ieri da Carlotta - una studentessa universitaria fuorisede a Roma - è emblematico. Arrivata in aeroporto a Brindisi non è riuscita a raggiungere Lecce se non per un passaggio in auto da parte di altre persone che viaggiavano sullo stesso volo.
La polemica politica
Taranto diventa, in questo contesto, la Puglia della Puglia. Il luogo più difficile da raggiungere. Con due aeroporti a distanza tutto sommato agevole, il nodo dei trasporti per arrivarci, resta un’urgenza ovunque. Nel Tarantino e nel Salento con un impatto più forte. E la Puglia sembra staccata dal resto dell’Italia. Da Brindisi a Roma, per volare al mattino, bisogna affidarsi a Ita, mentre le low cost lasciano un vuoto, se non in pochi giorni durante la settimana (e i prezzi, di conseguenza, ne risentono). Lo stesso vale per Milano, per cui è presente un volo della compagnia di bandiera poco dopo le 6, ma non ci sono soluzioni più economiche in mattinata nella maggior parte dei casi. Voli, questi, che servono il territorio, non solo i turisti. Ed è qui che la Puglia, numeri alla mano, resta indietro.
Non solo gli aerei, per cui, per altro, il fattore rincari sembra poter giocare un ruolo determinante nella prossima estate, ma anche il trasporto su rotaia presenta qualche nodo da sciogliere. Mentre si discute, sempre con maggior forza, della possibilità dell’Alta velocità sulla linea adriatica fino a Bari (o magari a Lecce), restano i problemi di sempre. Con l’attenuante che sembra più vicina la linea Av/Ac sulla Bari-Napoli, che collegherà il capoluogo di regione a Roma e alla Campania con un’efficienza fin qui sconosciuta. E se già la mobilità all’interno della regione l’anno scorso aveva presentato qualche cruccio (ampia testimonianza su Nuovo Quotidiano di Puglia con un’inchiesta a puntate), la situazione sembra non essere cambiata. Trenitalia ha incrementato una serie di collegamenti, soprattutto quelli da e per la Valle d’Itria (con partenza o ritorno da Bari), ma la programmazione estiva ancora non è stata annunciata. Un peccato per un territorio che punta a destagionalizzare il turismo.
E la Puglia resta indietro
La Puglia resta indietro per una serie di servizi e fattori: per partire con l’aereo, non si può sempre contare sul low cost al mattino presto verso mete “lavorative”. I turisti che arrivano in determinati orari sono costretti ai mezzi privati (spesso il taxi) per giungere nel cuore delle città. Il tutto mentre gli arrivi e le partenze crescono, soprattutto dall’estero. Ma si ha la sensazione, e non è soltanto un modo di dire, di essere l’ultima ruota del carro. I problemi sono sul tavolo, non resta che accelerare. In tutti i sensi (e in tutte le direzioni).