Scuola, test anti-Covid prescritti agli alunni prescritti. La protesta dei dirigenti: «Adesso basta»

Scuola, test anti-Covid prescritti agli alunni prescritti. La protesta dei dirigenti: «Adesso basta»
di Paola COLACI
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Giovedì 20 Gennaio 2022, 07:25 - Ultimo aggiornamento: 14:10

Tamponi anti-Covid necessari per assicurare la frequenza in classe degli alunni che siano entrati in contatto con casi di positivi al virus: toccherà ai dirigenti scolastici farsi carico della tracciamento e della segnalazione ai medici di base per la prescrizione dei test antigenici rapidi.

La Regione scrive alle scuole

La nota con le nuove indicazioni operative relative alla Gestione dei contatti di casi di infezione da Sars-CoV-2 in ambito scolastico è stata recapitata martedì dalla Regione Puglia ai dirigenti degli istituti pugliesi di ogni ordine e grado. Ma in poche ore il documento firmato dal direttore del Dipartimento di Prevenzione, Vito Montanaro ha generato un nuovo effetto tsunami sul mondo della scuola pugliese, già alle prese con un rientro in classe più che caotico dopo le vacanze di Natale.
Ma a una gestione già complicata dei protocolli per i casi Covid negli istituti, ora in capo ai dirigenti si aggiunge un nuovo obbligo: l'emissione della richiesta del test a carico del Servizio Sanitario Regionale avviene da parte del pediatra o del medico di base solo sulla base della presentazione da parte del familiare dell'alunno della dichiarazione, debitamente compilata e sottoscritta dal dirigente dell'Istituto scolastico si legge nella nota del Dipartimento.

Nei fatti, dunque, toccherà ai prèsidi - acquisite le indicazioni del referente Covid-19 della Asl - compilare, sottoscrivere e consegnare ai familiari degli alunni una dichiarazione che contiene l'indicazione a effettuare il test antigenico rapido da consegnare al pediatra o al medico di base. Gli stessi dirigenti dovranno, inoltre, segnalare ai medici la tempistica per i tamponi.

I sindacati in campo 


Immediata la protesta di Anp (Associazione nazionale presidi) e dei sindacati. Il presidente dell'Anp Puglia, Roberto Romito ha evidenziato come, «ancora una volta si addossano a funzionari dello Stato quali sono i dirigenti scolastici, da parte della Regione che non riesce a provvedervi efficacemente, compiti di natura sanitaria». Flc Cgil, Uil scuola Rua, Snals-Confsal e Fgu Gilda Unams a mezzo nota congiunta hanno rilanciato: «Questi provvedimenti regionali stanno sprofondando le scuole pugliesi in una situazione di ansia che sconfina ormai nel vero e proprio mobbing per molestie burocratiche per cui alle scuole, trasformate in succursali delle Asl, vengono demandati compiti che, in realtà, competono solo ed esclusivamente al personale sanitario». Poi l'annuncio: «Se questa situazione non cesserà, chiameremo allo stato di agitazione tutto il mondo della scuola insieme alle famiglie e agli studenti, e chiederanno ai dirigenti scolastici di consegnare le chiavi delle scuole ai prefetti». In trincea anche Cisl Scuola: «La situazione è insostenibile e le scuole sono ormai al collasso». Dirigenti già sulle barricate. «Basta, la misura è colma - ha tuonato nelle scorse Bruna Morena, preside della scuola secondaria di secondo grado Ammirato Falcone di Lecce - I dirigenti pugliesi non si sono mai sottratti ai propri obblighi e alle responsabilità che questa fase complicata comporta. Ma ora è veramente troppo». In campo anche i pediatri: «Siamo nel caos burocratico più totale, sulla scuola e sui casi in cui bisogna far scattare la Dad bisogna semplificare» ha lanciato l'allarme Luigi Nigri, vice presidente dei pediatri italiani e presidente dei pediatri pugliesi.

L'incontro con la Regione


Un clima infuocato che nella serata di ieri ha reso necessaria la convocazione di un tavolo di coordinamento tra l'assessore regionale all'Istruzione Sebastiano Leo, il direttore Montanaro, il direttore dell'Ufficio Scolastico regionale Giuseppe Silipo e la direttrice Area epidemiologica Lucia Bisceglia. «Comprendiamo le difficoltà e il carico di lavoro a cui è sottoposto il mondo della scuola e cerchiamo di dare ai dirigenti il sostegno necessario per affrontarla» ha detto Leo. «Abbiamo voluto fornire una risposta immediata alle richieste che ci sono giunte» ha rimarcato Montanaro. Dunque, la soluzione individuata dalla Regione: non più prescrizionedei test antigenici per ogni singolo alunno ma un solo modulo da compilare un solo documento valido per tutta la classe. In ogni caso, l'obbligo resta. «Le indicazioni del governo e del ministero impongono proprio questo tipo di procedura» conclude Leo. Della questione, tuttavia, si tornerà a discutere già domani in occasione della convocazione del tavolo tecnico regionale su scuola e trasporti.
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