Terzo polo, pioggia di polemiche su Calenda. Ma Cassano lascia la maggioranza Emiliano

Terzo polo, pioggia di polemiche su Calenda. Ma Cassano lascia la maggioranza Emiliano
di Alessandra LUPO
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Sabato 20 Agosto 2022, 19:35 - Ultimo aggiornamento: 22 Agosto, 22:43

C’è imbarazzo tra gli esponenti del Terzo Polo per la scelta dei candidati sul territorio. In maniera inattesa e a tratti paradossale, Teresa Bellanova e compagni si trovano infatti a fare i conti con il “fattore Emiliano”, che dopo aver piazzato buona parte dei suoi nelle liste Pd, ora si ritrova con uno dei suoi (ex?) fedelissimi anche nelle liste di Renzi e Calenda: Massimo Cassano: «Da oggi in poi - annuncia Cassano - metto a disposizione di Azione la mia esperienza e la rete di amministratori. Sono di questo convinto ed ovviamente tutte le mie scelte politiche sono conseguenti e conformi alle iniziative ed alle posizioni che Carlo Calenda a cominciare dalla mia collocazione all’opposizione del governo regionale».

In lista sarà secondo nel collegio di Bari


Il Terzo Polo strappa dunque Cassano alla corte di Emiliano, ma il patto con “Puglia Popolare” prevede un accordo strutturato sull’intero territorio regionale e vedrà Massimo Cassano (ex sottosegretario al lavoro di Forza Italia e oggi direttore generale di Arpal Puglia per volontà del governatore) candidato secondo nel collegio di Bari dopo la ministra Mara Carfagna. E la squadra dei suoi a cascata nei posti più nobili, con conseguente ridimensionamento dei quadri calendiani e renziani doc, che hanno affidato la loro sorpresa e mortificazione a una serie di messaggi compulsivi rivolti ai leader nazionali. Tra i candidati ci sono vari esponenti del movimento, tra cui il presidente della Lupiae Servizi di Lecce Alfredo Pagliaro. Ma anche a Lecce l’ex generale (e consigliere regionale) Antonio Buccoliero. 
A Taranto, invece, al secondo posto dopo Carfagna ci sarà Massimiliano Stellato, il capogruppo in consiglio regionale del partito di Cassano che nel suo comune siede tra i banchi dell’opposizione avendo appoggiato il centrodestra alle ultime elezioni.

Nel Foggiano Carlo Laurora, ex azzurro di Trani. Nonostante le dichiarazioni di Cassano, la tensione si tagli a fette. L’associazione Libdem lancia l’appello: «La notizia della candidatura di Cassano è la peggiore notizia dalla Puglia».

Su twitter la bufera della base contro Calenda

E sul territorio il clima è arroventato: «Carlo, ti chiedo per piacere di apportare dei cambiamenti delle liste: sono previsti dei candidati che tanno in maggioranza con Emiliano e ora si candidano con noi. Non ci vota nessuno in Puglia con queste premesse» scrive Paolo Abete, referente di Azione a Manduria. Oltre alle questioni di opportunità, l’accusa sottotraccia per Calenda è di aver sottoscritto un accordo sottobanco con Emiliano, ma il leader di Azione non ci sta: «Questa roba non si può sentire. Io non parlo con Emiliano da quando lo cacciai dal mio ufficio al Ministero. Considero Emiliano il peggior governatore di regione in Italia. Se non vi piace un candidato scrivetelo, ma palle del genere anche no». Per essere più espliciti, prosegue il leader di Azione in un secondo tweet: «In Puglia l’obiettivo allegato è sconfiggere e far cadere Michele Emiliano whatever it takes. Ripeto whatever it takes».

Ma dal territorio l’enfasi del «ad ogni costo» non convince e il coordinatore di Azione a Brindisi, Raffaele Pappadà replica a muso duro: «Peggior risposta non la potevi dare, lo dico da segretario del tuo partito. Cassano è l’emblema del perché la gente non va più a votare». Mentre da Bari Nicola Giovannetti twitta: «Massimo Cassano rappresenta tutto ciò che Calenda intende combattere: trasformismi, cambi di partito ad ogni elezione, incoerenza, una politica assistenzialista e una gestione sbagliata dei navigator. Rappresenta la morte del Terzo polo in Puglia. Qualcuno glielo dica!». La sfilza di commenti non si ferma e le chat del Terzo Polo sono bollenti. Nessun commento per ora dalla viceministra Teresa Bellanova, che in ogni caso non compone direttamente le liste (per i renziani ci pensa Ettore Rosato). Ma la questione è bollente e rischia di trascinare con sé anche possibili alleanze che sembravano naturali, come quella con Dario Stefàno, uscito dal Pd proprio in polemica con acquisizioni disinvolte dal mondo civico. 
E gli strali all’indirizzo di Calenda arrivano anche dal Pd. Fabiano Amati, promotore della legge regionale per la decadenza di Cassano da direttore generale Arpal, commenta: «Con pochi colleghi della maggioranza in Regione stiamo da mesi combattendo una battaglia per la decadenza del direttore generale Arpal, ostacolati da Emiliano, dal suo cerchio stretto e dal centrodestra. Mai avremmo pensato che, ancora in carica su designazione di Emiliano, sarebbe riuscito ad ottenere il sostegno dell’intero arco costituzionale, compresa Azione e il Terzo Polo». 

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