Il Tar Puglia ha rigettato i primi ricorsi, il volto del Consiglio regionale, per ora, non cambia. I giudici amministrativi non hanno accolto le ragioni e le richieste di Senso Civico, Italia in Comune e di alcune associazioni femministe che, per ragioni diverse, avevano chiesto di rivedere l'attribuzione dei seggi nell'Assemblea fatta dall'ufficio elettorale della Corte di appello di Bari lo scorso ottobre. Nel dettaglio, Senso Civico e Italia in Comune, esclusi dal Consiglio regionale, chiedevano ai giudici amministrativi - in due distinti ricorsi la correzione del risultato elettorale con conseguente assegnazione dei seggi spettanti. I quattro ricorrenti di Italia in Comune - Francesco Crudele, Paolo Pellegrino, Rosario Cusmai e Piero Bitetti - contestavano il calcolo del 3,49% dei voti validi che, non superando la soglia di sbarramento del 4%, non ha loro consentito di ottenere un seggio in Consiglio regionale, benché ciascuno di essi sia risultato il più suffragato della lista nelle circoscrizioni di Bari, Lecce, Foggia e Taranto. Per quanto riguarda i sei candidati di Senso Civico - Un nuovo Ulivo per la Puglia, Ernesto Abaterusso, Cosimo Borraccino, Luigi Giorgione, Alfonsino Pisicchio, Giuseppe Tanzarella, Sabino Zinni, loro contestavano il verbale dell'ufficio centrale elettorale secondo il quale la lista ha riportato la percentuale di voti validi del 3,76%, escludendola dall'assegnazione dei seggi, e chiedevano il ricalcolo dei voti ritenendo, invece, che avesse superato la soglia del 4% e che quindi il gruppo di liste ha diritto a concorrere al riparto dei seggi del Consiglio. Le motivazioni di questi due rigetti da parte dei giudici amministrativi non sono ancora state depositate.
Il Tar ha, invece, accolto i ricorsi di due candidati non eletti di Brindisi e Lecce, Tommaso Gioia della lista Con Emiliano e Cosimo Miccoli della lista Lega Salvini Puglia, e, con due diverse ordinanze, ha disposto che entro 60 giorni le Prefetture di Brindisi e Lecce procedano al riconteggio dei loro voti validi. Si tornerà dinanzi al Tar per le udienze di merito il prossimo 8 luglio. Il Tribunale amministrativo ha rigettato perché infondato, anche il ricorso presentato da otto associazioni femministe che contestavano l'ammissione delle liste che non hanno osservato l'obbligo di composizione in un rapporto almeno del 60/40 tra i generi, previsto dalla legge elettorale regionale.