Il volto del Consiglio regionale non cambia: il Tar boccia i primi ricorsi. “Esclusi” fuori dall'Aula

Il volto del Consiglio regionale non cambia: il Tar boccia i primi ricorsi. “Esclusi” fuori dall'Aula
di Vincenzo DAMIANI
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Domenica 17 Gennaio 2021, 08:08 - Ultimo aggiornamento: 11:00

Il Tar Puglia ha rigettato i primi ricorsi, il volto del Consiglio regionale, per ora, non cambia. I giudici amministrativi non hanno accolto le ragioni e le richieste di Senso Civico, Italia in Comune e di alcune associazioni femministe che, per ragioni diverse, avevano chiesto di rivedere l'attribuzione dei seggi nell'Assemblea fatta dall'ufficio elettorale della Corte di appello di Bari lo scorso ottobre. Nel dettaglio, Senso Civico e Italia in Comune, esclusi dal Consiglio regionale, chiedevano ai giudici amministrativi - in due distinti ricorsi la correzione del risultato elettorale con conseguente assegnazione dei seggi spettanti. I quattro ricorrenti di Italia in Comune - Francesco Crudele, Paolo Pellegrino, Rosario Cusmai e Piero Bitetti - contestavano il calcolo del 3,49% dei voti validi che, non superando la soglia di sbarramento del 4%, non ha loro consentito di ottenere un seggio in Consiglio regionale, benché ciascuno di essi sia risultato il più suffragato della lista nelle circoscrizioni di Bari, Lecce, Foggia e Taranto. Per quanto riguarda i sei candidati di Senso Civico - Un nuovo Ulivo per la Puglia, Ernesto Abaterusso, Cosimo Borraccino, Luigi Giorgione, Alfonsino Pisicchio, Giuseppe Tanzarella, Sabino Zinni, loro contestavano il verbale dell'ufficio centrale elettorale secondo il quale la lista ha riportato la percentuale di voti validi del 3,76%, escludendola dall'assegnazione dei seggi, e chiedevano il ricalcolo dei voti ritenendo, invece, che avesse superato la soglia del 4% e che quindi il gruppo di liste ha diritto a concorrere al riparto dei seggi del Consiglio. Le motivazioni di questi due rigetti da parte dei giudici amministrativi non sono ancora state depositate.

Il Tar ha, invece, accolto i ricorsi di due candidati non eletti di Brindisi e Lecce, Tommaso Gioia della lista Con Emiliano e Cosimo Miccoli della lista Lega Salvini Puglia, e, con due diverse ordinanze, ha disposto che entro 60 giorni le Prefetture di Brindisi e Lecce procedano al riconteggio dei loro voti validi. Si tornerà dinanzi al Tar per le udienze di merito il prossimo 8 luglio. Il Tribunale amministrativo ha rigettato perché infondato, anche il ricorso presentato da otto associazioni femministe che contestavano l'ammissione delle liste che non hanno osservato l'obbligo di composizione in un rapporto almeno del 60/40 tra i generi, previsto dalla legge elettorale regionale.

In particolare chiedevano al Tar di sollevare la questione di legittimità costituzionale, chiamando in causa sei seggi di consiglieri eletti nelle liste di Forza Italia e Puglia Domani, che non hanno rispettato la proporzione di genere in tre delle sei circoscrizioni (Bari, Foggia e Lecce). Per i giudici il ragionamento delle ricorrenti per quanto suggestivo e per quanto rispondente a condivisibili obiettivi di più efficace tutela del principio qui in discussione, non può dare accesso al giudizio di legittimità costituzionale. Dalle norme costituzionali - si legge nella sentenza del Tar - emerge l'affermazione di principi di ordine generale, la cui attuazione concreta e rimessa alla discrezionalità del legislatore ordinario e, in particolare, il sistema di elezione degli organi regionali va ascritto alla competenza legislativa regionale concorrente. Non può essere, cioè, intesa nel senso di imporre nel dettaglio le modalità del rispetto delle cosiddette quote rosa nel sistema elettorale regionale. I giudici ammettono che le due liste non hanno rispettato la proporzione di genere tra le candidature in alcune circoscrizioni. Tuttavia - dicono - gli uffici elettorali hanno dovuto ammettere tali liste, stante la mancata previsione nell'attuale legge regionale di un meccanismo che consenta di intervenire a monte. «La battaglia per le donne pugliesi continua, ora si va al Consiglio di Stato. Noi non molliamo», dichiarano le avvocate Veralisa Massari e Marida Dentamaro in rappresentanza delle otto associazioni femministe. Annuncia ricorso anche Senso Civico: «La nostra cultura democratica ci impone il rispetto della magistratura e delle decisioni da essa prodotte, anche se le giudichiamo profondamente ingiuste. È il caso della sentenza emessa dal Tar Puglia», commentano. Il 3 marzo si discuteranno i ricorsi dei singoli consiglieri, si comincerà da quello presentato da Domenico De Santis (Pd).

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