Tap, Conte apre la partita su ristori e investimenti Si riparte dai 55 milioni

Tap, Conte apre la partita su ristori e investimenti Si riparte dai 55 milioni
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Martedì 27 Novembre 2018, 09:35
Metabolizzati (più o meno) il via libera politico al Tap e le feroci critiche del fronte del no, il governo gialloverde s'affaccia timidamente sulla fase-due. Dunque: i ristori, gli investimenti, le compensazioni, insomma il pacchetto su cui trattare col consorzio Tap e con Snam e magari tendere la mano al territorio salentino. Una partita abbozzata da tempo, ben prima del verdetto finale sul gasdotto, ma soltanto ora il premier Giuseppe Conte esce allo scoperto: «Nei giorni scorsi c'è stata una serrata interlocuzione da parte mia con i responsabili di Snam. Bisogna approfittare di questa infrastruttura per realizzare le premesse per il rilancio delle comunità locali. Abbiamo grandi progetti e sono qui per farmi promotore, come autorità di governo, di un progetto di rilancio del territorio». Il «qui» a cui fa riferimento il capo dell'esecutivo gialloverde è lo Snam partners day, che s'è tenuto ieri a Milano: Snam, che peraltro è società del gruppo Cassa depositi e prestiti, non solo realizzerà l'opera d'interconnessione tra San Foca e la rete nazionale a Mesagne, ma è socia al 20% di Tap.
Da mesi il governo gialloverde lavora sottotraccia, di fatto sfruttando la base imbastita dai precedenti inquilini di palazzo Chigi e del Mise. Conte e i ministri stanno cercando di tastare il terreno salentino per capire quali potrebbero essere gli investimenti più graditi al territorio (ma la risposta, almeno dalla trincea NoTap, sarà di netto diniego). Le aziende verranno presto convocate a Roma. Conte prova allora a indossare gli abiti dell'ambasciatore: «Abbiamo grandi progetti, ma le aziende coinvolte lo facciano nel segno non di una compensazione, perché so che per le comunità locali questa infrastruttura costituisce una ferita». «Si stanno pianificando investimenti in campo ambientale, azioni a favore dei ragazzi, della loro formazione e occupazione, investimenti negli edifici scolastici, nell'efficientamento energetico, nella banda larga e in campo turistico. Non esiste investimento senza responsabilità sociale. Ringrazio i vertici di Snam perché hanno già dato la disponibilità a una serie di interventi che costituiranno occasione per il rilancio di quel territorio».
La base di partenza resta il dossier sollecitato dal governo Gentiloni, e in particolare dal ministro Claudio De Vincenti, regista del tavolo inter-istituzionale sulle proposte di investimento per il Salento e la Puglia. Nelle (poche) sedute del tavolo, Tap e Snam presentarono una prima bozza di ristori e investimenti aggiuntivi, che ammontavano a 55 milioni di euro. I ministeri gialloverdi avrebbero comunque già indicato - come rivelano le parole di Conte - degli assi d'investimento privilegiati: efficientamento energetico per le marine di Melendugno; tutela di litorale, mare e spiagge; sostegno alla pesca; riqualificazione urbanistica, illuminazione stradale, interventi per la sicurezza, pista ciclabile e palasport; maggior accesso a internet. Fu spiegato da Snam e Tap all'epoca del governo Gentiloni: «Sono stati presentati oltre 25 progetti d'eccellenza nati dall'ascolto del territorio e dalle esigenze, che Tap con i suoi azionisti, in primis Snam, ha quantificato in oltre 25 milioni di euro. Inoltre, Snam ha proposto di aprire in Puglia un centro di eccellenza mondiale per la decarbonizzazione. Il centro di eccellenza ha lo scopo di lavorare su alcuni progetti industriali individuati attraverso studi di fattibilità, sulla produzione di biometano da differenti fonti e sullo sviluppo e sostegno di progetti di ricerca e di sviluppo tecnologico». E ancora, poi: almeno 20 nuovi distributori di gas naturale compresso per potenziare il sistema di trasporto locale, collaborazioni con enti locali per incentivare la metanizzazione dei mezzi di trasporto pubblico e di nettezza urbana; la pulizia dei fondali; un progetto quinquennale sulla xylella.
Proprio ricordando il vecchio tavolo e la precedente trattativa, l'ex viceministra (e ora senatrice Pd) Teresa Bellanova attacca: «In vita nostra ne abbiamo viste di ogni, ma una faccia tosta come quella di Conte mai», «il dossier è già sul suo tavolo e su quello del suo ministro allo Sviluppo economico», «un dossier di cui si era perduta traccia e memoria e che magicamente riemerge».
F.G.G.
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