Sud Est come una slot machine: soldi a pioggia per tutti

Sud Est come una slot machine: soldi a pioggia per tutti
di Francesco G. GIOFFREDI e Vincenzo DAMIANI
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Lunedì 21 Marzo 2016, 07:14 - Ultimo aggiornamento: 19:13

Una slot machine, un distributore automatico di denaro. A pioggia, per tutti: società, studi legali, consulenti, fornitori, professionisti, gruppi familiari. Per servizi connessi all’attività propria della società, ma anche per settori estranei al trasporto pubblico locale. Ferrovie Sud Est è stata per anni una miniera (per chi gravitava nell’orbita di Luigi Fiorillo, per più di 20 anni vertice incontrastato di Fse) e un crepaccio (per risorse che potevano garantire e migliorare la qualità del servizio). Metà della relazione a firma dei commissari è dedicata proprio a questo: appalti, servizi esternalizzati, prebende da 272 milioni in 10 anni. Per dire: il 647% dei costi di manutenzione dei mezzi.
 
Il ruolo (e i guadagni) di Fiorillo
In sella dal 1993, l’ex amministratore unico godeva di una «autonomia decisionale che travalicava la pur ampia monosoggettività dell’organo», che elargiva incarichi anche «sulla base di una semplice lettera», una figura «dotata di forte autonomia» senza «bilanciamento di poteri», in un contesto in cui «viene fortemente ostacolata l’attività di controllo del collegio sindacale». E Fiorillo in quasi 11 anni ha guadagnato a vario titolo 13,7 milioni lordi: 240mila euro come amministratore unico, 4,9 milioni come assistente del responsabile unico del procedimento, 1 milione di rimborso per il personale di Trenitalia in distacco, e addirittura 7,1 milioni per co.co.co.

La famiglia, l’archivio e i 5 milioni
Nella tabella delle consulenze non è la più ricca, ma di certo la più singolare: la realizzazione dell’archivio aziendale e dell’archivio storico, con modalità «censurabili e non rispettose delle norme». Un affidamento a tre persone indicate separatamente - ma padre, madre e figlio. Si parte dall’incarico all’archivista Rita Giannuzzi, nel 2003: contratto di un anno, 8.950 euro al mese più spese generali forfettizzate al 15%, poi rinnovi taciti per 8 anni, fino all’estensione al 2021, col compenso ritoccato a 9.500 euro.
Nel 2004 invece tocca al marito, Franco Cezza: è necessario costituire l’archivio storico, e le modalità sono le stesse, 717mila euro per 8 anni, con proroga al 2015 e poi al 2021 (scriveva Cezza a Fiorillo: “si tratta di lavorare e richiamare a vita documentazione palpitante perché di alto pregio e valore storico, scritti amanuensi che intimoriscono l’autore”). Infine, il figlio: Gianluca Cezza, avvocato, propone a Fse di dotarsi di un sistema informativo barcode per snellire l’archiviazione dati. Subito 198mila euro tra il 2009 e il 2011, poi le solite proroghe fino al 2021. Totale versato alla famiglia: 2,9 milioni, e sarebbero stati 5 se non fossero intervenuti i commissari.

L’incarico allo studio Vernola
Molto presente è lo studio legale Vernola. Dal 17 giugno 2013 al 6 febbraio 2015 sono state sottoscritte 12 consulenze per un totale di 294mila euro, nonostante la società fosse ormai già in stato di profonda crisi. “Studio di fattibilità sul trasporto dei rifiuti degli Ato pugliesi sulla rete ferroviaria Fse”:
38mila euro; “Rapporto quadrimestrale sull’iter urbanistico dei nuovi Pug nei Comuni della provincia di Bari, Brindisi, Taranto e Lecce”, costo 39mila euro. Sono solamente due degli incarichi elargiti. Viero sottolinea alcune presunte anomalie e strane coincidenze: ad esempio, nel 2014 «6 incarichi sono stati affidati lo stesso giorno, aventi tutti ad oggetto una redazione del programma di valorizzazione,
con annesso studio di fattibilità». Non solo: «Si rileva, inoltre, come non sia possibile comprendere dalla documentazione analizzata il motivo per cui sia stato conferito ad uno studio legale associato un’attività di redazione di piani di fattibilità e valorizzazione che implicano competenze di tipo aziendalistico, urbanistico e commerciale, solo parzialmente di tipo legale».

Lo studio legale Schiano
Lo studio Schiano di Roma, «in assenza di un interlocutore interno», sovraintendeva «con ampia autonomia a tutte le tematiche legali». In sostanza, agiva senza dare conto a nessuno. Anche con risultati non proprio esaltanti, visto che «nella maggior parte dei casi le cause venivano perse con condanna alle spese processuali». Così il debito verso i dipendenti e gli avvocati è lievitato di giorno in giorno. Anche in questo caso non mancano alcune anomalie: «Significativa è la circostanza che vede nella cause costituiti sempre almeno due avvocati, con autonomo onorario». E nonostante le cause venissero perse, lo studio Schiano e Fiorillo insistevano nel presentare ricorso in appello. Così, oggi lo studio Schiano può vantare un credito di 27 milioni, di cui 15,8 da onorare.

Servizi contabili e informativi
In Fse erano servizi «appaltati da sempre all’esterno». Per i servizi contabili la torta è divisa tra Centro calcolo srl, Eltel e Bit informatica, «e pur attenendo tutte e tre alla stessa area, in nessun contratto si fa menzione dell’esistenza delle altre due». Con un dettaglio non certo marginale: tutte e tre le società fanno capo ai fratelli Eugenio e Ferdinando Bitonte, che in dieci anni hanno fatturato 83 milioni. Addirittura superiore la spesa per i sistemi informativi: 116 milioni a società del gruppo Epc. In tutti i casi, stessa radice: affidamenti diretti, senza gare a evidenza pubblica e valutazioni di mercato. Il broker assicurativo Il 17 giugno del 2003 Fiorillo stipula, senza alcun bando, un contratto di brokeraggio assicurativo con la Sintass srl. La durata del rapporto è di 3 anni, ma alla scadenza Fiorillo chiede di continuare la collaborazione, e la Sintass risponde così: «Si conferma per accettazione a totale titolo gratuito per Fse». «Con poche righe di proposta – evidenzia Viero – piuttosto succintamente e cripticamente motivata e una semplice firma di accettazione, un contratto la cui scadenza naturale era triennale veniva prorogato sine die (nei fatti per altri nove anni!). In questo caso non pare certo sollevabile l’accusa di eccesso i burocratizzazione generalmente contestata alle amministrazioni e alle aziende pubbliche», ironizzano i commissari. Scaduto il contratto con Sintass, i commissari, espletando una gara, sono riusciti a risparmiare un milione di euro all’anno.

Investimenti opachi e il super-consulente da 50 milioni
«In questo turbinio di consulenze e incarichi particolare attenzione meriterebbe quanto avvenuto in questi ultimi 20 anni nell’ambito dell’area Investimenti.

Una parte di risorse (ingenti) destinate alla progettazione e alle consulenze hanno nel tempo comportato il riconoscimento di compensi multimilionari a singoli soggetti, spesso dipendenti dell’azienda (come ad esempio i 5.428.000 erogati a tale titolo all’ex direttore generale)». Viene riportato poi l’esempio della collaborazione con l’ingegnere Vito Antonio Prato, che dal 2003 al 2015 è costata a Fse complessivamente 50 milioni di euro.  

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