Stretta sulle prestazioni. Ora pagano i pazienti

Stretta sulle prestazioni. Ora pagano i pazienti
di Maddalena MONGIÒ
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Sabato 6 Febbraio 2016, 07:08 - Ultimo aggiornamento: 7 Febbraio, 12:07
Stretta su odontoiatria, medicina nucleare, genetica, esami di laboratorio, radiologia diagnostica, dermatologia allergologica: fuori da specifici casi sono a carico del paziente. Si tratta di 203 prestazioni contenute nel decreto ministeriale sull’appropriatezza prescrittiva per le quali sono previste ferree limitazioni nella prescrizione (sia in termini di appropriatezza che di erogabilità) e, fuori dai casi previsti dalla norma, sono previste sanzioni (contenute nel decreto Enti locali) per i medici che dovessero prescriverle a carico del sistema sanitario nazionale, oltre all’addebito al paziente del totale costo dei servizi sanitari di cui indebitamente ha fruito. In sintesi chi è fuori dalla casistica prevista per decreto deve aprire il borsellino. Ma la clava è prevista anche per i direttori generali delle Asl, nel caso non adottino i provvedimenti previsti a carico del medico prescrittore. E non basta. Il direttore generale rischia che questo abbia riflessi sulla valutazione che la Regione fa con la verifica delle sue perfomance.

Tutto chiaro? Macché. L’applicazione del decreto, pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso 20 gennaio 2016, ha gettato scompiglio nelle regioni e la Puglia non fa eccezioni. Il percorso della misura che ha cristallizzato le limitazioni a 203 prestazioni è stato tormentato sin dalle prime battute visto che da mesi e mesi i sindacati dei medici si sono messi di traverso con il ministero della Salute contestando metodo e merito del provvedimento. In Puglia siamo al mal di pancia anche perché l’incontro dei giorni scorsi a Bari, tra i sindacati dei medici: Fimmg, Smi, Snami, Intesa sindacale e Giovanna Labate (dirigente regionale del settore Programmazione Assistenza territoriale e Prevenzione) con Vito Bavaro (dirigente regionale dei Sistemi informativi), non ha portato alla sospensione dell’applicazione del decreto, ma alla promessa – da parte della Regione – di un intervento per spianare la strada ai medici sul fronte delle difficoltà operative.

Perciò, si va avanti anche se, a parere dei medici pugliesi, ci sono difficoltà oggettive visto che la ricetta dematerializzata non è ancora aggiornata con la nuova casistica. L’obiettivo, ovviamente, è sempre il risparmio sulla spesa sanitaria tenuto conto che la diagnostica e le prestazioni specialistiche sono quelle che pesano sui conti delle Asl. Del surplus di prescrizioni si discute da anni, frutto – tra le altre – della medicina difensiva, ma la stretta non piace perché, tra le altre, è troppo repentina e costringerà i medici a spiegare ai loro assistiti che le regole sono ferree e non ammettono deroghe di sorta.
Trenta cure odontoiatriche erogate dalle Asl potranno essere prescritte per i bambini al di sotto dei 14 anni e nei casi di vulnerabilità sociale e o sanitaria. In pratica sono considerati i limiti di reddito al di sopra del quale le cure odontoiatriche sono a pagamento e, per l’aspetto sanitario, le patologie che danno diritto all’accesso alle cure. Anche per Tac e Risonanze, dieci voci, si stringe il campo dei casi in cui si può accedere all’esame prescritto su ricetta rossa o dematerializzata e, quindi, a carico delle Asl, con la precisazione della distanza di tempo che deve intercorrere dal primo esame.

Ben 87 le voci relative agli esami di laboratorio e tra queste anche gli esami “nazional popolari” come: trigliceridi, ferro, creatinina, colesterolo. Per la Genetica sono prese in esame 53 voci compresa la crioconservazione in azoto liquido di colture cellulari. Limitazione anche per i quattro test della dermatologia allergologica, i sei esami della medicina nucleare, le due prestazioni della terapia fisica, le due della prevenzione odontoiatrica primaria e le protesi. Nel secondo allegato del decreto sono elencate le oltre 450 patologie che danno diritto all’esame genetico e le 33 che danno diritto al test citogenetico sul feto o sul neonato. Quindi? I medici dovranno avere accanto questo lungo elenco e consultarlo come fosse un testo “amato”.
 

 
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